19 Jun, 2024 - 11:36

"Notte prima degli esami", testo e significato della canzone di Antonello Venditti simbolo della Maturità

"Notte prima degli esami", testo e significato della canzone di Antonello Venditti simbolo della Maturità

"Notte prima degli esami" ha un significato profondo, un senso collettivo che ha saputo toccare tutti gli studenti italiani mpegnati in questa fatidica prova anno dopo anno. E così oggi, giorno in cui, con il tema di italiano, si aprono le danze per questo 2024, il pezzo torna ancora una volta a suonare tra le vie d'Italia. Qual è il suo testo? Cosa voleva dire l'allora giovane Antonello Venditti con quel brano? Quali sono le frasi rimaste indelebili nei nostri cuori. Ecco una piccola esegesi della pietra miliare della musica italiana.

Notte prima degli esami significato

Sono trascorsi esattamente 40 anni da quel lontano 1984, quando Venditti, in questi giorni live a Caracalla, pubblicò il brano per raccontare la sua maturità presa al Liceo Giulio Cesare di Roma negli anni sessanta, scuola ancora molto mata dall'artista. Al suo interno ci sono due filoni narrativi che includono la pressione e l'insicurezza per la prima prova vera della vita e cioè quella dell'esame di maturità, ma anche e soprattutto l'apparizione di Claudia, la donna di cui si innamora e che simboleggia i primi approcci alla vita sessuale. Si intuisce che la grande ansia per questo esame non regga il paragone con la voglia di vivere questa storia ma anche di volare via da una città che, per certi versi, sembra già piccola per il talento del cantautore.

Il testo di "Notte prima degli esami"

virgolette
Io mi ricordo, quattro ragazzi con la chitarraE un pianoforte sulla spallaCome pini di Roma, la vita non li spezzaQuesta notte è ancora nostraMa come fanno le segretarie con gli occhiali a farsi sposare dagli avvocatiLe bombe delle sei non fanno male,È solo il giorno che muore, è solo il giorno che muoreGli esami sono viciniE tu sei troppo lontana dalla mia stanzaTuo padre sembra Dante e tuo fratello AriostoStasera al solito posto, la luna sembra stranaSarà che non ti vedo da una settimanaMaturità, t'avessi preso primaLe mie mani sul tuo senoÈ fitto il tuo misteroIl tuo peccato è originale come i tuoi calzoni americaniNon fermare ti prego le mie maniSulle tue cosce tese chiuse come le chieseQuando ti vuoi confessareNotte prima degli esami, notte di poliziaCerto qualcuno te lo sei portato viaNotte di mamma e di papà col biberon in manoNotte di nonno alla finestraMa questa notte è ancora nostraNotte di giovani attori, di pizze fredde e di calzoniNotte di sogni, di coppe e di campioniNotte di lacrime e preghiereLa matematica non sarà mai il mio mestiereE gli aerei volano in alto tra New York e MoscaMa questa notte è ancora nostraClaudia non tremareNon ti posso far maleSe l'amore è amoreSi accendono le luci qui sul palcoMa quanti amici intornoMi viene voglia di cantareForse cambiati, certo un po' diversiMa con la voglia ancora di cambiareSe l'amore è amore, se l'amore è amoreSe l'amore è amore, se l'amore è amoreSe l'amore è amore

Curiosità

All'inizio della canzone si fa riferimento a "quattro ragazzi" con i quali il cantautore comincia a muovere i primi passi nel mondo della musica. Non è difficile pensare che si tratti di:

  • Ernesto Bassignano
  • Giorgio Lo Cascio
  • Francesco De Gregori

Giovani artisti che s'incontravano presso il Folkstudio, dove sognare non era difficile perché "come pini di Roma, la vita non li spezza, questa notte è ancora nostra". Come sempre nella poetica di Antonello Venditti, c'è il riferimento politico: in questo caso con le "bombe delle sei che non fanno male", da intendersi in relazione alla situazione dei movimenti studenteschi dell'epoca. Da notare, infine, la critica al Vaticano con la frase "Chiuse come le chiese quando ti vuoi confessare" che non fu gradita da quel mondo. Molto forte anche "gli aerei volano tra New York e Mosca" che in una sola frase sintetizzava alla perfezione la Guerra Fredda di allora e che è ancora tremendamente attuale. La scuola che frequentò Antonello Venditti fu il liceo classico, perfettamente rappresentato dalla parte del testo in cui canta "Tuo padre sembra Dante, tuo fratello Ariosto".

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Luca Bussoletti
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