Dopo la sconfitta meritata, arrivata ieri contro la Spagna, l'Italia deve fermarsi un attimo, ricaricare le batterie, ma soprattutto non abbattersi perchè il passaggio del girone è ancora nelle sue mani. Gli Azzurri, nella sfida di lunedì sera contro la Croazia, avranno 2 risultati utili su 3, ma sarà fondamentale scendere in campo per vincere e soprattutto farlo con una buona prestazione. La difficioltà di ieri è stata evidente a tutti. Sinonimo di un livello completamente diverso tra le due Nazionali, ma "in un torneo così non vince sempre la più forte", ha detto Eraldo Pecci, intervenuto in esclusiva a Tag24, per commentare la seconda giornata di Euro 2024 e la sconfitta dell'Italia con la Spagna. Di seguito l'intervista completa.
La prima gara contro l'Albania aveva entusiasmato; quella di ieri sera con la Spagna è servita invece per riportare tutti con i piedi per terra. Non è tanto la sconfitta in sé e per sé, arrivata tra l'altro per un autogol, quanto la difficoltà degli Azzurri dal primo e fino al novantesimo minuto. La squadra di De La Fuente sembrava imprendibile, mentre dall'altra parte quella di Spalletti non è mai riuscita a rendersi pericolosa. Il risultato sarebbe potuto essere anche più rotondo, se non fosse stato per un Gigio Donnarumma in serata di grazia. La qualificazione però resta aperta, e passerà dalla gara di lunedì sera, con fischio d'inizio alle ore 21.00, contro la Croazia. Per commentare la seconda giornata di Euro 2024 e la sconfitta dell'Italia con la Spagna, Eraldo Pecci, ex calciatore e opinionista sportivo, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Che la Spagna fosse più forte lo sapevamo, ma lei è rimasto deluso dalla prestazione di ieri sera dell'Italia?
"Per quel che riguarda il risultato direi che ci è andata anche bene, vista la differenza delle due squadre in campo. Sapevamo bene, all'inizio di questa manifestazione, che partivamo dietro rispetto a Nazionali più forti, come Francia, Inghilterra, e a questo punto direi anche Germania e Spagna. Ieri sera il campo ha dato la sua sentenza".
Ma questo adesso ridimensiona le ambizioni dell'Italia, oppure no?
"E' chiaro che abbiamo iniziato questi Europei sapendo di avere davanti a noi Nazionali molto più forti, come le quattro che ho già citato e probabilmente ce ne sono anche altre. In un torneo così breve però, può sempre succedere che tu migliori strada facendo e trovi il giusto equilibrio che ti consente di arrivare fino in fondo. Anche nell'ultimo Europeo non eravamo i più forti o la squadra più attesa, ma alla fine l'Italia ha trionfato. In un campionato di quasi 40 partite, alla fine vince sempre la più forte, invece in un torneo estivo così breve, se trovi la chimica giusta e un po' di fortuna, puoi addirittura vincerlo. È chiaro però che dobbiamo ragionare lucidamente e in maniera razionale ed è innegabile che gli Azzurri siano indietro rispetto a tante altre squadre".
Il passaggio del girone, nel match con la Croazia, è però alla portata dell'Italia?
"Su questo non c'è dubbio. E poi quando riesci a passare il girone, davvero può succedere di tutto. Forse in pochi si ricordano che quando siamo arrivati in Spagna, ormai qualche anno fa, eravamo capitati in un gironcino niente male con Brasile Argentina. Tutti credevano che saremmo usciti, e invece partita dopo partita siamo cresciuti, abbiamo vinto noi e lo abbiamo fatto con merito. In tornei simili non vince sempre la più forte, perché una partita può cambiare tutto".
Nella prima sfida hanno segnato Bastoni e Barella, ieri il migliore in campo è stato Donnarumma. Questa Italia ha problemi al livello offensivo?
"Credo che sia riduttivo parlare soltanto dell'attacco. Se io sono un centravanti e mi arrivano dei palloni solo spalle alla porta, è normale che faccio fatica. Il problema è molto più ampio. Poi è chiaro che probabilmente Gigi Riva farebbe comunque più gol di Scamacca o di Retegui, però il modo di giocare di una squadra, per una punta, fa tutta la differenza".
Il problema quindi sta nei pochi palloni giocabili?
"Assolutamente sì, e poi ieri abbiamo subìto da tutte le parti. In ogni caso diamogli un attimo di tempo. Io ricordo bene quando Paolino in Spagna veniva costantemente criticato, insieme a Bearzot che gli dava fiducia. Poi il torneo è terminato con Paolo Rossi capocannoniere. Gigi Riva in Messico lo stesso, faticava a segnare, e poi dopo fece il suo. I giudizi troppo spesso si rivolgono a una o due partite, mentre invece dovrebbero essere molto più generali sui vari giocatori. Il rischio, è che quando sei giovane, hai fatto poche partite, queste valutazioni ti diventano un giudizio generale. Credo che non sia giusto, ma capisco anche che non è facile fare diversamente".