Chi è Francesca Clementi? Francesca Clementi non ce l’ha fatta. Poche ore fa, i parenti hanno dato il triste annuncio della scomparsa della nota manager nel settore dell’abbigliamento di Recanati.
Malata da tempo di una patologia rara, ha perso la sua battaglia e si è spenta ancora in attesa dell’approvazione di quel medicinale che forse le avrebbe concesso qualche chance di sopravvivenza in più.
Francesca Clementi è morta a causa delle conseguenze del colangiocarcinoma, una rara e gravissima patologia che dà pochissime speranze di sopravvivenza.
La diagnosi era arrivata ormai 5 anni fa e, da quel momento, la nota imprenditrice marchigiana non si era mai data per vinta.
Stava tentando tutte le strade possibili per sottoporsi ad una terapia che avrebbe allungato la sua vita.
Si stava battendo, infatti, perché venisse approvato in Italia l’unico farmaco che avrebbe potuto garantire qualche possibilità di miglioramento. Un medicinale molto costoso che negli Stati Uniti è commercializzato a circa 50 mila dollari per ogni confezione.
Aveva poi iniziato una raccolta firme online per chiedere questa terapia anche a livello italiano oltre alla possibilità di sottoporre ogni paziente nelle sue stesse condizioni all’analisi genetica tumorale in modo da mirare al meglio il trattamento.
Francesca Clementi si è spenta all’età di 49 anni. Con grande coraggio e per dare il massimo sostegno a chi fosse nella sua stessa condizione, solo un anno fa aveva raccontato pubblicamente della sua malattia.
La diagnosi di colangiocarcinoma era avvenuta nel 2019 e da quel momento l’imprenditrice marchigiana aveva iniziato una battaglia per fa conoscere la sua patologia e sensibilizzare anche l’opinione pubblica circa l’impossibilità di reperire in Italia il farmaco necessario per una migliore strada terapeutica.
Il colangiocarcinoma è un tumore delle vie biliari intraepatico ed è considerata una patologia inguaribile e rapidamente letale.
Attualmente la scienza non ha individuato alcun trattamento potenzialmente risolutivo.
Solo la chirurgia può dare una migliore speranza di sopravvivenza, ma nella stragrande maggioranza dei casi i pazienti presentano uno stadio già non più operabile al momento della diagnosi.
Nel nostro Continente il colangiocarcinoma colpisce al massimo 2 persone ogni 100.000 abitanti.
In Italia i dati diffusi della Fondazione Airc per la ricerca sul cancro nel 2020 hanno segnalato che circa 5.400 pazienti soffrono di questo particolare tumore.
È una patologia di difficile individuazione, in quanto non si manifesta né con lancinanti dolori né con un quadro sintomatologico per preciso.
Nella maggior parte dei casi chi è colpito da colangiocarcinoma non ha possibilità di guarigione né via intervento operatorio né attraverso una terapia farmacologica.
Ne consegue che il tasso di mortalità è altissimo, con una speranza di vita che non supera in nessun caso i 5 anni dall’insorgenza del tumore.
Chi entra nella fase acuta della malattia, vede questa finestra ridursi con il decesso che arriva dai 3 ai 6 mesi.
L’unica flebile speranza contro questa malattia è l’analisi genetica su un campione di tumore al fine di tarare sul singolo paziente il farmaco più adatto per la terapia e allungare così la vita del paziente.
Francesca Clementi si era aspramente battuta affinché questa procedura, seppur costosa, fosse garantita ad ogni soggetto nelle sue stesse condizioni.
La 49enne si era battuta anche perché l’unico farmaco efficace per allontanare il momento della morte del paziente entrasse nella lista di quelli riconosciuti dall’Agenzia internazionale del farmaco. Ad oggi infatti non è possibile ricevere questo medicinale se non acquistandolo dagli Stati Uniti alla cifra di 50 mila dollari a confezione.
Una dose però tale da coprire solo un mese di terapia.
Aveva invece accolto come un piccolo passo in avanti l’iniziativa del Governo del dicembre 2022 di stanziare 600 mila euro, spalmati su un periodo di tre anni, al fine di permettere il test genetico ad ogni soggetto in Italia colpito da questa malattia.
Seppur insufficienti a coprire per intero le spese necessarie, questa manovra è stato il primo concreto aiuto per migliorare le condizioni delle migliaia di persone affette da tumore.
Non si conoscono dettagli sulla vita privata di Francesca Clementi che lascia il marito e un figlio di 12 anni.