Ancora una volta in piazza. Ancora una volta i lavoratori del cinema e del comparto audio si sono riuniti in protesta per manifestare lo scandaloso trattamento della categoria, ormai da diverso tempo senza più alcuna tutela, decreti attuativi e finanziamenti al settore.
Il Comitato Organizzativo dei lavoratori dello spettacolo #siamoaititolidicoda ha, perciò, richiamato tutte le maestranze a Piazza Mancini - nei pressi del Maxxi -, a Roma, per il sit-in che prenderà avvio nel pomeriggio di oggi, 27 giugno 2024. A muovere la protesta le estreme difficoltà dei professionisti del cine-audiovisivo, costretti a lavorare senza, purtroppo, alcuna prospettiva per il futuro, ignorati dal MiC e dallo stesso Ministro Sangiuliano, destinatario delle loro richieste.
Hanno voluto organizzare la manifestazione proprio in concomitanza dei Nastri d'Argento i membri di #siamoaititolidicoda, il comitato che rappresenta tutti i lavoratori del comparto cinematografico. Dai truccatori ai costumisti ai registi e attori: tutto il mondo dello spettacolo è in rivolta per chiedere al ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, di sbloccare i fondi destinati alla categoria e mettere in atto decreti a sostegno.
Sul posto, il giornalista di TAG24, Thomas Cardinali, ha intervistato alcuni dei presenti in piazza Mancini.
D: Ciro Scognamiglio, aiuto regista, siamo qui al fianco del Maxxi dove questa sera si terrà il galà con i premi del sindacato dei critici cinematografici. Voi invece siete qua per protestare perché rispetto a quando vi siete incontrati l'ultima volta non c'è stata alcuna risposta da parte del governo, delle istituzioni.
R: Sì, nonostante i nostri tentativi di dialogo e di interpello con il Ministero, non è successo niente, non è cambiato nulla e la situazione ogni giorno che passa purtroppo si aggrava per tutti i lavoratori del mondo dello spettacolo.
Siamo qui perché stasera siamo felici di festeggiare il cinema italiano, ma siamo qui per ribadire che il cinema italiano non gode di buona salute.
D: Un cinema italiano che non gode di buona salute: Nicola Maccani che ha lasciato la carica di amministratore delegato di una Cinecittà in crescita da tutti, i numeri sono positivi, i teatri di posa sono tornati a lavorare, insomma qual è la verità, cioè com'è la salute del cinema italiano?
R: I teatri di Posa sono tornati a lavorare fino allo scorso anno. In questo momento i teatri di posa di Cinecittà non brulicano certo di lavoro. Le persone che normalmente sono a Cinecittà a lavorare sono qua oggi intorno a me.
D: Quindi quella di Maccani che è una fuga in pratica?
R: Ora questo non te lo so dire perché io non conosco dinamiche che sono anche probabilmente di tipo politico, sono cariche istituzionali quelle, però anche i teatri di posa in questo momento non godono di buona salute.
D: Ma invece per quanto riguarda le film commission che lavorano molto e con diversi bandi aiutano le produzioni, ad esempio è partito poco fa un bando da Regione Lazio ma c'è anche Regione Basilicata, Regione Calabria dove c'è il set più grande d'Europa operativo, quello di Sandokan, da questo punto di vista stanno arrivando almeno delle risposte?
R: Allora in questo momento le film commission sono la maggiore risorsa che esistono, mentre prima erano un un piccolo medio appoggio, in questo momento sono la più grande risorsa, ad esempio le marche sono un esempio, la Calabria un altro esempio, in questo momento i produttori sono costretti a puntare molto sui supporti delle film commission.
D: Com'è la situazione al momento sui set in Italia?
R: Moltissimi set di fatto sono fermi, stanno andando avanti quelli che avevano chiuso il budget o comunque che avevano possibilità di andare avanti e che avevano fatto le cose l'anno scorso. Per cui, di fatto, moltissime produzioni si stanno fermando. Io, per esempio, stavo lavorando fino al mese scorso, ma la produzione si è fermata a metà. E quindi adesso siamo in stop.
Ci sono persone che sono ferme da ottobre, se non prima. Per cui la situazione comincia a essere drammatica.
[...] L'aspetto grave è che sembriamo praticamente invisibili, cioè già il nostro lavoro è un lavoro non continuativo, un lavoro precario. Trattarci proprio da invisibili è la cosa più grave secondo me.
Non si è fatto attendere il regista e attore Massimiliano Bruno, oggi presente alla manifestazione per offrire sostegno ai suoi colleghi di settore e girare un cortometraggio, che diverrà in futuro parte integrante di un docufilm sulle proteste nel mondo del cinema.
D. "Sei qui a fianco dei ragazzi, dei lavoratori, delle maestranze che sono scese in piazza nella giornata dei Nastri d'Argento. Cosa state girando oggi?"
R. "È uno dei corti che farà parte di un progetto di Istituto Luce per i festeggiare i 100 anni e hanno chiamato otto registi ognuno di noi ha scelto un argomento. Io ho voluto parlare delle "proteste nel cinema" e raccontare la storia degli artisti che scendono in piazza per i loro diritti. Partiremo dunque da filmati del 1949 con Anna Magnani, Vittorio De Sica, passando per il 1973 con Gianmaria Volonté, Nanni Loy e quella che si tiene oggi a Piazza Mancini. Mi sembra un argomento stimolante e sono venuto qui con Angelo, di tutti i generici e persone che lavorano nel mondo del cinema. Dalle segretarie di edizione, costumiste, trucco e parrucco. Mi hanno dato una mano e siamo qui per raccontare una storia"
D. "Massimiliano, qual è lo stato del cinema italiano? Perché oggi non si lavora?"
R. "Lavorando all'archivio di Istituto Luce ho trovato per ogni decennio un periodo come questo. C'è sempre un periodo in cui si dice che il cinema è morto, che la televisione ammazza il cinema. Hanno fatto il secondo canale Rai e hanno detto "Il cinema è morto", poi con Berlusconi lo stesso ma resta sempre in vita perché è uno spettacolo talmente straordinario che il pubblico, ad ondate, riesce a seguirlo. È un grafico che fa su e giù, e in questo momento è intermedio secondo me. Un picco basso è stato dopo il covid, in quel periodo terribile dove stavamo con le mascherine, era difficile fidarsi di andare al cinema. Il pubblico quest'anno è tornato nelle sale e sono fiducioso che se noi italiani riusciamo a proporgli dei bei film torneranno nelle sale a vederli come hanno già fatto quest'anno con i film migliori"
D. "Quanto è grave lo stop del tax credit? Le film commission che sono sempre state un qualcosa di appoggio, sono diventate adesso le fonti primarie. I bandi che escono praticamente provengono solo da lì, come quello della Regione Lazio, la Calabria Film Commission ha dato un sacco di soldi per set di Sandokan, c'è la Basilicata Film Commission... In che situazione verte il cinema?"
R. "Guarda, ti rispondo con la battuta finale di questo lavoro che stiamo facendo 'Un paese che non supporta la cultura, il teatro e il cinema è un paese morto. Quindi cerchiamo di non essere 'The Walking Dead' e resuscitiamo, torniamo alla cultura e aiutiamo un movimento culturale che è parte della storia di questo pianeta, che è quello italiano e cerchiamo di aiutarlo, di tornare ai fasti di una volta, fidandoci senza bandiere, colori o partiti politici di tornare a quello. Noi siamo qui perché in questo momento non abbiamo questa fiducia, i fondi che merita il cinema e scendiamo in piazza come giusto che sia, viviamo in una democrazia. Finché potremo scenderemo a rivalere i nostri diritti, quando non ce lo permetteranno più chissà cosa succederà"