Semplicemente "Un Italiano". Sulla tomba di Giovanni Spadolini al cimitero delle Porte Sante, davanti all'abbazia di San Miniato al Monte che guarda Firenze, c'è solo questa parola. Così volle il fiorentino, toscano, italiano, europeo, che è stato presidente del senato, primo ministro, capo dei beni culturali, direttore di quotidiani, storico illustre.
Il presidente della Fondazione Nuova Antologia Cosimo Ceccuti sulle pagine del mensile Espansione racconta chi era Spadolini, che cosa fece per salvare il petrolio d'Italia, il patrimonio artistico che prima del suo arrivo era mal custodito e, in alcuni casi, depredato.
L'italianità di Spadolini ci stimola la riflessione sull'identità nazionale nell'era della globalizzazione e soprattutto perché occorre difenderla e, soprattutto, i motivi per cui non c'è contraddizione tra l'esigenza di mantenere un'identità nazionale e l'apertura al mondo. "Essere italiani significa essere eredi di un patrimonio culturale, artistico e ambientale unico al mondo e impareggiabile, fieri della nostra capacità di manutenerlo, difenderlo e arricchirlo, nell'interesse dell'umanità intera", ha detto l'economista Pietro Ichino. E l'italianità di Spadolini sarà uno dei temi che saranno affrontati nelle iniziative che saranno promosse il prossimo anno nel centenario della nascita dello statista.
Stefano Bisi