Sono ore di apprensione per i familiari di Katia Zei, scomparsa da Cuorgnè, in provincia di Torino l'8 luglio 2024. La donna si sarebbe allontanata dalla sua abitazione, condivisa con un coinquilino, circa nove giorni fa senza fare più ritorno.
Di professione operatore socio sanitario, ha un figlio di nome Samuel e un fidanzato, Ivan, che per lavoro è stato costretto momentaneamente a spostarsi in Patagonia, in America Meridionale, proseguendo a distanza le complesse ricerche della compagna.
Il padre vive attualmente in Romania e di lui, al momento, non è pervenuta alcuna informazione a riguardo. La madre è venuta a mancare recentemente.
Negli ultimi tempi, la 41enne stava attraversando un intenso momento di fragilità, di burnout, purtroppo sottovalutato da persone a lei vicine e dai familiari. È affetta da trombosi e necessita di farmaci salvavita per tenere sotto controllo la sua malattia.
Tag24 ha intervistato in esclusiva Deborah, amica di Katia Zei e il compagno Ivan per ricostruire insieme questa drammatica vicenda.
Chiunque avesse informazioni utili sul ritrovamento di Katia Zei è tenuto ad informare immediatamente le forze dell'ordine del comando di Cuorgnè o il servizio d'emergenza al 112. È alta un metro e 70, capelli corti neri e occhi azzurri.
D. "Innanzitutto come e quando è scomparsa la signora Zei?"
R. "Si è allontanata dalla sua abitazione l'8 luglio, lo scorso lunedì. È uscita di casa e non abbiamo più ricevuto sue notizie. Katia è una mia amica di infanzia, non ci sentivamo da un po' e alla fine ci siamo riavvicinate, siamo molto legate. Negli ultimi tempi stava vivendo un forte periodo di fragilità, era già scomparsa altre volte, ma i vigili l'avevano sempre riportata a casa, circa tre. Nonostante si tratti di un allontanamento volontario, a causa di un forte stress e problemi di salute, a parer mio non era totalmente capace di intendere e di volere"
D. "Katia non ha parenti o persone che possano aiutarla?"
R. "No, solo il coinquilino, che è stato anche la persona ad effettuare denuncia di scomparsa, Ivan il suo fidanzato, ed io. La madre è morta diverso tempo fa e il padre si trova in Romania, ma non so in che rapporti sia con lui... L'inquilino conosce bene Katia e lei è scappata nel tempo di dieci minuti, mentre l'amico era uscito un attimo per delle commissioni. Sennò non sarebbe accaduto"
D. "Qual è il potenziale motivo dietro l'allontanamento della sua amica?"
R. "So che ha avuto un litigio con un parente ma non so dirle di più. Ha un figlio di nome Samuel che abita con la suocera, potrebbe essere correlato, ma sono supposizioni. Quello che mi rincresce maggiormente è di aver sottovalutato la situazione, non avremmo dovuto, sono molto preoccupata per la sua incolumità, c'è bisogno dell'intervento delle forze dell'ordine"
D. "Katia assume farmaci salvavita?"
R. "Sì, stava assumendo dei farmaci per sue motivazioni personali, ma le confermo che soffre anche di trombosi. Come ben saprà, si tratta di una malattia che se non presa in tempo, può sfociare in gravi complicazioni. Ma non è nemmeno questo a preoccuparmi maggiormente...."
D. "Teme possa essere in pericolo?"
R. "È uscita di casa senza documenti d'identità, denaro e smartphone. Una persona che si allontana senza beni per sostentarsi, potrebbe anche commettere un potenziale suicidio. Spero che le forze dell'ordine setaccino anche le zone limitrofe a Cuorgnè, auspicandomi che sia ancora qui. Le vogliamo tutti bene, ma c'è bisogno dopo dieci giorni che i carabinieri e tutti gli enti procedano con ricerche più serie, che non sottovalutino la situazione. È una persona fragile in questo momento, non è in sé..."
D. "Cosa vuole dire a Katia qualora leggesse?"
R. "Se è entrata in brutto stato depressivo, dubito legga il mio appello, ma da amica ci provo lo stesso: tuo figlio Samuel ti aspetta, sta molto male senza di te e gli manchi tanto, sei la sua mamma e ha bisogno del tuo aiuto per crescere. Manchi anche ad Ivan, a me, siamo tutti terrorizzati all'idea di perderti"
Al telefono con Tag24, Ivan ha raccontato gli ultimi momenti insieme alla compagna, tra cui il 6 di luglio, quando è stata ricoverata per problemi di salute. Dopo aver passato la notte in ospedale, il giorno dopo è partito per la Patagonia per motivi lavorativi e l'8 luglio, purtroppo, ha perso totalmente i contatti con la fidanzata.
D. "Ivan mi racconti cos'è accaduto. Quand'è l'ultima volta che ha visto Katia?"
R. "Ci siamo visti sabato 6 luglio. Io e Katia siamo molto legati e purtroppo, per lavoro, a volte sono costretto ad allontanarmi per alcuni mesi, come in questo caso. In questo momento mi trovo in Patagonia e tornare è molto complesso, non solo per un fattore economico, ma di vincoli lavorativi e ore di viaggio. Non si tratta di tre ore di aereo come dalla Svezia, ma di venti..."
D. "Mi diceva che i vigili avevano più volte riportato Katia a casa in questo periodo..."
R. "Riportarla a casa era solo la punta dell'iceberg. Dopo tre volte, i vigili, che l'hanno ritrovata in stato confusionale, disorientata, avrebbero dovuto fare molto di più. Se vedi una persona in difficoltà, c'è bisogno di una mano e di un aiuto concreto. Come devo sentirmi ora che è scomparsa da più di nove giorni? In aggiunta senza documenti, smartphone o altri beni di prima necessità? Ha bisogno di farmaci. Sta vivendo un burnout da diverso tempo..."
D. "Ha provato a mettersi in contatto con le forze dell'ordine?"
R. "Sono giorni che li chiamo e non ricevo una risposta, polizia, carabinieri e tutti gli organi competenti. Sono in Patagonia ma sono reperibile su WhatsApp, Messenger, Telegram e tutte le app di messaggistica istantanea. Vorrei che capissero che sottovalutare la situazione non è la strada giusta, non si tratta di uno scherzo. La mia compagna ha problemi di salute, ha me, Deborah, il suo coinquilino ma nessun altro. Non so nemmeno se il padre sia a conoscenza della sua scomparsa e mi auguro che gli importi..."
D. "Qualora la Prefettura leggesse questo appello, vorrebbe dirgli qualcosa?"
R. "L'ultima volta che ho parlato con le forze dell'ordine, una persona che conosco, con il suo cellulare ha dovuto mettermi in vivavoce con loro per comunicare. È vero, sono dall'altra parte del mondo per lavoro, ma ho più volte ribadito la mia opinione su informazioni sensibili a cui loro sono a conoscenza e che devono prendere seriamente. Mi appello alla Prefettura, con la speranza di essere ricontattato, in qualsivoglia momento della giornata"
D. "Katia ha problemi di salute, giusto?"
R. "Sì, ha bisogno di farmaci per la sua trombosi e recentemente è stata ricoverata in ospedale, io sono stato tutto la notte con lei, parliamo di sabato 6 e non dell'8. Avevo già fatto presente che la situazione era delicata, ma non sono stato ascoltato. Mi auspico di sì a seguito di questa intervista..."
D. "Teme che la sua compagna sia in pericolo?"
R. "Purtroppo sì, è in stato confusionale, è fragile, non è totalmente capace di intendere e di volere. Non vorrei che qualcuno, uno o più malintenzionati, avendo captato i suoi problemi l'abbiano rapita o portata via. È uno scenario doloroso e che non voglio nemmeno immaginare"
D. "Cosa vorrebbe dire a Katia qualora leggesse il suo appello?"
R. "Che è l'unica per me e fino alla sua scomparsa glielo ripetevo ogni giorno. Manca da morire, come i suoi occhi azzurri, a suo figlio Samuel, ai suoi amici, a tutti. Ti chiedo di porre fine a questo dolore e di tornare da noi, da tutte le persone che ti vogliono bene"
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