Messa da parte l'ultima stagione, gli arbitri italiani si stanno preparando in vista del prossimo campionato di Serie A; obiettivo, cercare di fare meglio rispetto all'ultimo anno passato, con Claudio Gavillucci che nonostante tutto promuove il lavoro fatto dai fischietti di Gianluca Rocchi.
"Do un 7.5 pieno", afferma l'ex arbitro di Serie A, un voto di fiducia ad un comparto che "può sicuramente migliorare". Tutto questo tenendo il punto su un concetto: la classe arbitrale italiana è tra le più preparate nel mondo calcistico mondiale. Non ha dubbi su questo Gavillucci, che prende come esempio la presenza di Pierluigi Collina come numero uno degli arbitri alla FIFA e Roberto Rosetti, Presidente Commissione Arbitri della UEFA.
"La storia parla per noi", afferma un convinto Claudio Gavillucci, che in esclusiva a Tag24 spiega cosa serva alla classe arbitrale italiana per poter aumentare il proprio livello: "Bisogna cercare di ridurre il più possibile il concetto di soggettività".
E' stato un anno intenso per gli arbitri di Seria A, con Claudio Gavillucci che nonostante i pro e i contro di alcune situazioni, spara alto quando si tratta di dare voti. E con convinzione.
D: Che anno è stato per la classe arbitrale italiana?
R: Quando gli arbitri non incidono sui risultati finali del campionato, allora possiamo parlare di annata positiva. Non ci sono stati episodi che hanno inciso portando a determinati risultati, quindi la stagione arbitrale è stata molto positiva. Possiamo dare un 7.5, visto che c'è sempre da migliorare. Poi ci sono stati dei momenti in cui si sono susseguiti degli errori relativi all'omogeneità degli interventi, come quella della Var, che spesso non veniva capito da allenatori e giocatori. Se c'è una cosa da migliorare è questa: omogeneità d'intervento della tecnologia.
D: Vedendo quello che succede in Europa, possiamo dire che i nostri fischietti siano tra i più preparati?
R: E' la storia che ce lo dice. Ai vertici dell'arbitraggio mondiale abbiamo Collina alla Fifa e Rosetti in Europa, Rizzoli alla Concaf; questo vuol dire che la classe arbitrale italiana vale. Negli ultimi anni però questa tendenza non è più la stessa. Purtroppo ci lascerà uno che è stato negli ultimi anni tra i più bravi al mondo, ovvero Daniele Orsato, che non ha avuto modo di arbitrare la finale dell'Europeo. Questa è la dimostrazione che la tendenza di cui parlavo prima, non è più la stessa. Da noi lascia un arbitro di 47 anni, che se si gira non vede un ricambio adeguato, mentre nella finale europea abbiamo visto un arbitro 35enne (Letexier). Prima vantavamo un parco arbitri di alto livello.
Per cercare di migliorare una classe arbitrale con un ottimo potenziale, Claudio Gavillucci è convinto che debbano essere perseguite determinate strade.
D: Non si punta abbastanza sui giovani fischietti?
R: A un certo punto della gestione tecnica dell'AIA, la politica ha inciso in maniera negativa sulla crescita degli arbitri negli ultimi dieci anni. Si è puntato solo sull'età, si sono bruciati arbitri che potenzialmente avrebbero puntato avere posizioni importanti, per il semplice fatto che si è rincorsa la tendenza europea, ovvero avere arbitri giovani. Ma il campionato italiano ha una serie di problematiche che arrivano da pressioni dei giornali, squadre ed altro che possono bruciare i giovani talenti. Gli arbitri italiani hanno bisogno di un tempo di maturazione differente.
D: C'è chi direbbe anche che il regolamento non è chiaro, questo per aiutare gli arbitri a fare bene.
R: Uniformità di giudizio è l'El Dorado degli arbitri, poi è chiaro che in mezzo c'è anche il discorso di soggettività arbitrale che entra in gioco. La cosa che andrebbe fatta è ridurre al minimo la soggettività per la chiamata del Var, perchè una volta che l'arbitro è davanti al monitor, ognuno ha una sua sensibilità. Tutti dovrebbero tendere all'uniformità.
D: Per quanto riguarda la prossima stagione, quale potrà essere un nome da tenere d'occhio?
R: Secondo me Maurizio Mariani. Guida ha fatto un ottimo Europeo, Massa la conferma, ma potremmo magari vedere qualche partita di Champions arbitrata da Mariani.