L'Italia si stringe tra musiche, storia e ricordi, con le canzoni sulla strage di Bologna, dalle parole di Guccini, agli accordi di De André.
Il 2 agosto 1980, alle 10.25, una bomba esplode nella sala d’attesa di seconda classe alla stazione di Bologna Centrale. L'attentato è ad oggi considerato tra i più gravi del secondo dopoguerra. Ha fatto 85 morti e più di 200 feriti.
Solo nel 1995 la Cassazione condanna i neofascisti Giuseppe Valerio Fioravanti e Francesca Mambro come esecutori dell'attentato. Diversi artisti hanno dedicato canzoni al ricordo di questa tragica giornata.
Francesco Guccini è sempre stato legato a Bologna e ha vissuto con intensità le emozioni che riguardano la tragedia del 1980. Nella sua canzone omonima della città, contenuta nell'album
La forza di una città in pochi versi, che va avanti, resiste, nonostante la gravità del dramma.
I Modena City Ramblers hanno toccato il tema con il brano "Il giorno che il cielo cadde su Bologna", che fa parte del doppio album "Niente di nuovo sul fronte occidentale", ripercorrono i momenti cruciali della mattina della strage.
La canzone descrive una Bologna afosa, immersa nella routine, fino a quando non è esploso il caos. I versi:
Gli Oblivion, con uno stile delicato, trattano la strage nella canzone "La stazione di Bologna". Nasce come leggera e poi raggiunge un apice più drammatico:
"Linea 30" dei Lo Stato Sociale guarda la strage dal punto di vista della generazione più lontana, quella giovane, che non l'ha vissuta direttamente.
La band si è sempre impegnata a mantenere viva la memoria storica.
La canzone racconta l'evento dal punto di vista del padre di Bebo, uno dei membri della band, offrendo una prospettiva personale e commovente.
Molti critici musicali intravedono in "Se ti tagliassero a pezzetti" di Fabrizio De André, scritta insieme a Massimo Bubola, un riferimento proprio alla strage di Bologna. Il brano è nell'album del 1981 chiamato anche "Il disco dell'indiano",e affronta da vicino il punto di vista di una donna che si trovava alla stazione: