Sui social, dove era una celebrità, si faceva chiamare Dr. Aestethic Franco. Il suo profilo Instagram, oggi non più raggiungibile, era seguito da circa 70mila follower. Ed è proprio grazie a questa vetrina, in cui pubblicava le immagini del "prima e del dopo" e video in cui raccontava il proprio lavoro e dispensava consigli che il chirurgo, ora la centro di una vicenda giudiziaria, è riuscito a procacciarsi gran parte dei suoi pazienti. Alcuni dei quali lo hanno accusato e denunciato per operazioni finite male, con danni estetici e fisici.
Ma si corrono dei rischi scegliendo un chirurgo estetico affidandosi ai social? A cosa bisogna prestare attenzione? Lo abbiamo chiesto alla dottoressa Stefania de Fazio, presidente della Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva-rigenerativa ed Estetica (SICPRE), che ha evidenziato: "Fondamentale è la specializzazione in chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica anche se in Italia, nell'ambito della libera professione, non è obbligatoria".
Uno specialista in Chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica è un professionista che, dopo la laurea in Medicina e Chirurgia e aver vinto il concorso di accesso alla scuola di specializzazione, ha studiato per altri cinque anni, con pratica in sala operatoria e lezioni all'università.
Il primo consiglio della presidente SICPRE de Fazio è proprio quello di scegliere a chi rivolgersi per un intervento facendo riferimento a questa precisa specializzazione.
"In Italia è possibile, nell'ambito della libera professione (diverso è per ospedali e università) eseguire interventi di chirurgia plastica essendo in possesso della sola laurea in medicina, con l'unica eccezione degli interventi che comportano l'impianto di protesi mammarie. Secondo il nostro ordinamento, infatti, la laurea in Medicina e chirurgia è un titolo di studio sufficiente per eseguire la stragrande maggioranza di interventi e trattamenti, ad eccezione di quelli afferenti all'anestesiologia e rianimazione e alla neurochirurgia" spiega de Fazio.
Come nel caso del Dr Aestethic Franco, pseudonimo di Antonio Francesco Franco, che non sarebbe infatti in possesso di alcuna specializzazione, se non della laurea in Medicina conseguita in Romania nel 2019.
"Un laureato in medicina e chirurgia può operare una retina, anche se non è specialista in oculistica, e può operare un legamento crociato, anche se non è specialista in ortopedia. Ma chi si sottoporrebbe a questi interventi senza pretendere uno specialista nelle rispettive materie? Lo stesso principio deve valere per la chirurgia plastica. Ricordiamo che è una specialità sola, di cui fanno parte la chirurgia plastica ricostruttiva e la chirurgia plastica estetica, e che in ogni atto umano è insito un rischio. Anche attraversare la strada o prendere l'ascensore".
La chirurgia plastica è sicura, sottolinea de Fazio, a patto però – come per tutte le altre pratiche mediche – che ci si rivolga a professionisti "preparati, onesti ed esperti". Che operino in ambienti idonei, mediante dispositivi e materiali in possesso di tutte le necessarie autorizzazioni.
Come evitare di finire nelle mani di chi non ha le competenze per effettuare determinati interventi?
"Consiglio sempre di chiedere espressamente al medico a cui ci si è rivolti se è specialista in chirurgia plastica. Informazioni possono essere acquisite anche consultando i siti provinciali della Fnomceo, la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, ai quali i medici solitamente comunicano il proprio curriculum e le specializzazioni" sottolinea de Fazio.
Ci sono però anche dettagli da tenere in considerazione.
"Inoltre sono fondamentali le impressioni e le informazioni che si ricavano nel corso della visita. Il bravo chirurgo plastico non ha fretta di operare e non fa alcun tipo di pressione. Non usa toni trionfalistici e il suo comportamento è all'insegna della prudenza e del buonsenso. Quando spiega l'intervento illustra tutti gli elementi, dalla convalescenza alla possibile evoluzioni nel tempo; alle complicanze, cioè gli effetti avversi che si possono verificare durante o dopo l'intervento. Ovviamente, non basta elencarli. Il paziente infatti deve sapere cosa il medico sarebbe in grado di fare a fronte di complicazioni ed eventi avversi. E' questa la vera competenza, esperienza e di conseguenza sicurezza per il paziente".
Un ulteriore elemento a cui prestare attenzione è il consenso informato, ossia documento che il medico sottopone e illustra nel dettaglio al paziente prima dell'intervento/trattamento.
"Questo documento ovviamente non può comprendere clausole tipo il divieto di adire le vie legali, facoltà che deve essere sempre lasciata" spiega Stefania de Fazio.
La Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva-rigenerativa ed Estetica è una società scientifica riconosciuta dal Ministero. Come tale, sottolinea la presidente, capita di ricevere segnalazioni.
"Ma sicuramente la raccolta di questi eventi non è il nostro compito principale. I nostri soci devono rispondere al codice etico della SICPRE e quando questo si disattende, i casi vengono sottoposti ai probiviri per sanzioni disciplinati. Nulla si può da questo punto di vista se non ci si trova di fronte ai nostri soci ma segnaliamo questi casi comunque all’OdM" spiega de Fazio.
Il caso che sta coinvolgendo Franco, però, fortunatamente è del tutto eccezionale.
"Le notizie e i documenti riportati dai quotidiani confermano però che si tratta di un caso straordinario, per numero e gravità dei casi aggravati di complicanze".