Gli ultimi giorni sono stati roventi nelle relazioni fra Russia ed Italia, con le autorità russe a contestare i servizi giornalistici prodotti e diffusi nel nostro paese. Ora tocca ad un altro giornalista della Rai, Ilario Piagnerelli, esser accusato di aver avallato la "propaganda nazista ucraina" in un'intervista.
Il giornalista avrebbe intervistato un soldato delle forze armate ucraine mentre indossava una maglietta ed un cappello con simboli legati alla divisione SS 'Leibstandarte Adolf Hitler'. Mentre la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova paragona i media italiani alla propaganda nazista, Piagnerelli si difende in un tweet: "E' stato un mio errore, ma il mio lavoro continuerà senza condizionamenti".
La Russia continua ad attaccare l'informazione giornalistica italiana e quella della Rai in particolare. A finire nel mirino delle autorità russe (dopo Stefania Battistini e Simone Traini) è ancora un giornalista del servizio pubblico, Ilario Piagnerelli, il quale avrebbe mandato in onda una breve intervista ad un soldato ucraino impegnato (come il suo esercito) nella battaglia nelle zone di Kursk.
La colpa di Piagnerelli? Secondo la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, è quella di aver fatto parlare un soldato neonazista, che indossava un cappello ed una maglietta con simboli legati alla divisione SS 'Leibstandarte Adolf Hitler':
Considerato questo dato di partenza, Zakharova passa poi a fare nomi e cognomi, accusando Piagnerelli di essersi prestato volontariamente a sostenere l'idea che nell'esercito ucraino le infiltrazioni neonaziste siano nulle o tutt'al più risibili:
A stretto giro dio posta è arrivata anche la risposta di Piagnerelli, che si è trovato nella difficile posizione di dover ribattere alle forti e violente accuse rivoltegli da Zakharova. La portavoce russa degli Esteri, come anticipato, ha chiamato il giornalista della Rai per nome e cognome, additandolo a chi di dovere come l'ultimo esempio di propaganda pro-Kiev che tanto si sarebbe diffusa in Italia.
La risposta di Piagnerelli ruota attorno ad un unico punto: la presenza di un soldato con simboli neonazisti è stato un errore, di cui ci si è accorti soltanto al momento della messa in onda dell'intervista. Un qualcosa di cui il giornalista si rammarica profondamente, considerato anche gli insegnamenti ricevuti in famiglia:
La cosa più grave, però, risiederebbe nell'ennesima occasione che le autorità russe hanno sfruttato per inquinare ancora di più il dibattito in Italia, già sofferente di suo fra due tifoserie totalmente contrapposte e di alcuni partiti (come la Lega) che pure non perdono occasione per puntualizzare come il coinvolgimento italiano nel conflitto russo-ucraino non dovrebbe superare certi limiti: