Una bara nera, lasciata davanti casa di Tiziana Ronzio: è questa l'ultima grave intimidazione che qualcuno ha voluto recapitare alla presidente di Tor Più Bella, associazione che da anni si batte per riportare decoro e legalità a Tor Bella Monaca, quartiere romano noto per le difficili condizioni abitative e per la presenza di una rete criminale che, purtroppo, detta le regole all'ombra delle Torri.
Il ritrovamento della bara, avvenuto proprio sotto l'abitazione della Ronzio, è tuttavia solo l'ultimo atto minatorio rivolto contro la paladina antimafia. Da un anno, infatti, la Ronzio - nominata Cavaliere per l'impegno dal presidente della Repubblica Mattarella - si trova sotto scorta per l'aggravarsi del pericolo nei suoi confronti.
A spiegare a Tag24 come il rinvenimento di questa bara - lasciata con evidenti e gravissimi intenti minatori - arrivi dopo un mese davvero difficile per lei e per tutti i volontari di Tor Più Bella è proprio Tiziana Ronzio, che raggiunta racconta:
«Cerco di accantonare il più possibile il pensiero e la paura, anche perché questo episodio arriva dopo 25 giorni da incubo. Il primo agosto qualcuno ha aspettato che le Forze dell'ordine si spostassero dalla guardia per levare degli striscioni sotto casa mia.
Dopodiché sono entrati nella sede dell'associazione ben due volte, rubando delle cose. Infine hanno creato un cortocircuito e, ad oggi, non ho più luce. La sera poi continuano a passare con motorini e macchine, correndo all'impazzata e gridando insulti.
Io aspetto che le Forze dell'ordine facciano le loro indagini per capire cosa è successo. Spero che prima o poi esca la verità. Nel frattempo, sono sincera, un po' di ansia la provo. Devo però mantenere equilibrio, anche per i miei figli, e per non permettere che qui crolli tutto».
L'attenzione al progetto di Tor Più Bella, che da anni si impegna a restituire a Tor Bella Monaca quelle condizioni di legalità e vivibilità da tempo dimenticate, rimane comunque al centro delle preoccupazioni della Ronzio, la quale, nonostante viva da un anno sotto scorta, non ha mai voluto personalizzare le intimidazioni ricevute, preferendo guardare al proseguimento della battaglia di legalità iniziata in quartiere:
«A prescindere da quello che accade, io cerco sempre di guardare alle cose senza la volontà di apparire, altrimenti diventiamo personaggi che vogliono fare clamore e non più persone che lottano per le cose. Io credo che quello che serva è continuare il nostro lavoro, con tranquillità».
Un lavoro, quello di Tor Più Bella, che per Tiziana Ronzio è collettivo, frutto di un grande spirito di comunità:
«Per fortuna ci sono tante persone che si sono aggiunte alla nostra associazione. Così come tante si sono allontanate, magari perché esaurito il loro tornaconto. Io credo, tuttavia, che se oggi siamo dieci, domani cinque, e dopodomani ancora dieci, l'importante è che il percorso continui.
Anche perché non mi piace pensare di essere l'unica a muovere le cose. Da sola non sarei andata da nessuna parte, per questo ripeto sempre: qui siamo tutti insieme. Il fatto di essere una comunità ci sta aiutando tanto. Ieri, ad esempio, avevamo in programma un torneo di burraco. È saltato, ma pazienza: è solo rimandato, lo faremo la prossima settimana. Ci hanno fermato un giorno, non tutta la vita».
Nonostante la paura dopo le intimidazioni - paura che la Ronzio, con la sua forza, cerca di celare per dare coraggio alla sua famiglia e ai membri dell'associazione - la presidente di Tor Più Bella non ha mancato di lanciare un messaggio di riconoscenza tramite la sua pagina Facebook, ringraziando tutti del supporto ricevuto e, in particolare, la presidente della commissione antimafia Chiara Colosimo, la vice prefetto Antonietta Orlando e, infine, al corpo dei Carabinieri:
«Devo ringraziare tante persone, anche quelle che non ho citato, tra cui l'assessora Lucarelli che in questi mesi mi è stata molto vicino. Devo essere sincera: anche se non ho mai chiesto nulla, mi è sempre stato riconosciuto l'impegno e il lavoro fatto. Ho sempre sentito la voglia di starmi vicino. Le persone citate nel post sono soprattutto quelle che si sono occupate della mia sicurezza, ma davvero ringrazio tante persone.
Quello che mi sento ribadire, comunque, è che quello che faccio io lo fanno tanti altri. Non si tratta di un impegno per la propria gloria, ma per il benessere di tutte le categorie più fragili, anziani e ragazzi in primis.
Anziché perdere tempo in chiacchiere inutili, il mio appello è per un patto comune che porti tutti noi a vivere bene. Alle Istituzioni, che stanno facendo un grosso lavoro, chiedo di andare avanti e di non fermarsi davanti a nessuno ostacolo».