Nel mondo intimo di Gio. K, le emozioni prendono forma attraverso il disegno, la scrittura e la musica, mezzi che l’artista utilizza per esplorare e condividere la propria identità. Il libro "Chi Sono e Chi Non Sarò" non è solo un'opera letteraria, ma rappresenta un viaggio personale che invita i lettori a riflettere sul significato della propria esistenza.
Gio.K, il nome d'arte dietro cui si cela Emanuela Aquilino, è l'autrice del libro "Chi Sono e Chi Non Sarò" e una cantante popolare. La scelta del nome è un omaggio alle sue radici: "Mia nonna, di Cirò, e altri familiari, sin da piccola, mi hanno sempre chiamata con l'intercalare 'Gioia', spiega l'artista. Invece la K, lasciamola al mistero. Questo senso di mistero e radicamento nelle tradizioni personali è emblematico del percorso artistico di Gio. K, una strada che l'ha aiutata a esprimere se stessa attraverso il disegno e la scrittura, un percorso fatto di alti e bassi e accettazione di sé.
Penso di aver avuto sempre in mano una matita o un colore, ma dall'adolescenza ho iniziato ad inoltrarmi nel mondo dell'arte in maniera un po' più seria, studiando e sperimentando da autodidatta il campo del ritratto. È un percorso fatto un po' a modo mio, tra alti e bassi, ma se mi guardo indietro, rifarei tutto così. Il libro è stato per molto tempo una sottospecie di sogno nel cassetto, che poi durante il periodo della pandemia ha avuto modo di prendere effettivamente corpo. Principalmente a dare il via è stata la musica e soprattutto uno stop dovuto ad un piccolo problema di salute fortunatamente temporaneo.
La prima, quella di non far sapere niente a nessuno, nemmeno la mia famiglia. Era una cosa mia, che mi permetteva di potermi isolare da tutto quello che mi circonda. La seconda, non dire mai di non riuscirci prima ancora di provare.
In questo caso è stato un incontro. La musica di Paola Turci mi ha dato quella carica che cercavo probabilmente da anni. Mi è stata regalata l'opportunità di poterla conoscere. Era quello il mio Sogno, poter incontrare il mio faro.
Emh... incasinato? Non sapevo come si tenesse in mano una matita, e prima che io potessi trovare questa cosa magica chiamata ‘carta’, a pagarne le conseguenze sono stati i muri di casa. Rivedo ancora mia madre pronta dietro di me con una spugna nella mano e un secchio nell'altra. Scusa mamma!
Parto con il dire che inizialmente era solo un puro tentativo di salvarmi. Quando ho iniziato a passarci ore ed ore mi sentivo bene. Il mio mondo, il mio disegno, i miei colori. Nulla lì mi faceva sentire sbagliata.
Se ti dicessi che a volte era presente anche la paura tra le prime emozioni, mi crederesti? Durante le tante ore di disegno c'è un continuo mutamento delle emozioni. Ora trovo sempre il conforto tra i miei fogli, so che è uno spazio ancora e solo mio, quindi trovo l'assoluta pace.
Il sentirsi totalmente sbagliati, il CREDERE di essere sbagliati, solo perché qualcuno più grande e grosso di te riesce a fartelo credere. Ma quando poi mi trovavo tra me e me nella mia stanza e iniziavo a disegnare mi sembrava di avere quel sollievo che non trovavo da nessuna parte.
Quando ho iniziato a scrivere la parte più ‘tosta’ del libro ho pianto, ed anche tanto. Stavo mettendo nero su bianco quello che ho tenuto nascosto a tutti per anni. Scrivere porta a ragionare su come dire le cose, è come se dovessi rivivere le cose che hanno fatto più male.
Quando vieni additata per quella sbagliata e finisci per crederci anche tu, quello che fai è il chiuderti a riccio. Le mura sono quello che la gente vede di me esteriormente, senza accorgersi della vera me che si nasconde dentro. Ogni stanza ha la sua porta, la mia era rimasta chiusa per troppo tempo...
Direi che è un lavoro che porto ancora avanti. Io ero ‘il mostro’ per come dicevano alcuni. E alla fine quello che vedevo non piaceva nemmeno a me. Io e lo specchio abbiamo un rapporto conflittuale, ma finalmente inizio a vedere oltre all'estetica.
Spero che nessuno debba sentirsi ancora sbagliato semplicemente perché qualcun altro gliel'ha detto. Te lo chiedo con il cuore in mano, se hai questo tipo di problema, parlane con una persona di cui ti fidi. Non dare modo ai pensieri sbagliati di prendere il sopravvento su di te, vivi. Non aver paura di chiedere aiuto.
Sicuramente uno di questi sarebbe andare avanti con la musica. Alcune cose sono cambiate, ma questo mi fa capire che sono effettivamente andata avanti. Come progetti futuri, beh... ne vedremo delle belle, sicuramente accompagnate da tanti altri disegni!
Semplicemente di provare, e se piace, di continuare sempre. Consiglierei di ascoltarsi, di dare spazio alle proprie emozioni. Il disegno e la musica sono stati la mia via di fuga e, allo stesso tempo, il mio modo per ritrovare me stessa.
I feedback ricevuti da chi ha letto il libro sono differenti: c'è chi ha voluto provare a disegnare, chi ha sentito quella mano sulla spalla per un conforto, facendo riferimento al testo. Ho raggiunto il mio sogno, la laurea, faccio a tutti un grande in bocca al lupo!