08 Sep, 2024 - 13:54

Quanto è importante Tonali per l'Italia? D'Agostino: "Imprescindibile per personalità e dinamismo"

Quanto è importante Tonali per l'Italia? D'Agostino: "Imprescindibile per personalità e dinamismo"

Contro la Francia per la partita valida per la Nations League, l'Italia di mister Spalletti ha vinto e convinto. Gli Azzurri sono andati in svantaggio praticamente subito, ma, dopo un primo scossone con cui hanno rischiato di buttare tutto all'aria, la squadra si è compattata e ha iniziato a giocare seriamente a pallone. L'assist di Tonali e il gol meraviglioso di Dimarco hanno rimesso la partita sulla giusta carreggiata e poi nel secondo tempo l'Italia è riuscita a dilagare, portando a casa una vittoria quasi insperata. Ci sarà sicuramente tanto da lavorare, ma la sensazione è chea Nazionale possa aver individuato la strada giusta. Ognuno ha dato il suo contributo, ma quanto è stato importante per l'Italia recuperare Tonali? In esclusiva Tag24, Gaetano D'Agostino, ex calciatore che nel corso della sua carriera ha vestito anche la maglia azzurra, ha analizzato il match contro la Francia, con uno sguardo volto anche al futuro.

Quanto è importante Tonali per l'Italia? D'Agostino a Tag24

D: La vittoria con la Francia può dare nuova linfa vitale, ma quanto può essere importante per l'Italia il recupero di Sandro Tonali? 

R: Tonali per le sue caratteristiche, credo sia imprescindibile per la Nazionale. Ha portato dinamismo, carattere, personalità e ha trasmesso tanta voglia di rimettersi in gioco dopo tutto quello che ha passato e gli errori che ha commesso. A livello tecnico, tattico, fisico, è un giocatore che mi è sempre piaciuto. Non è né un regista, né un centrocampista di interdizione, non eccelle in niente in particolare, ma sa fare tutto. È affidabile può giocare sia davanti la difesa, che mezzala. Sono convinto che per la Nazionale sarà importantissimo, anche perché mancava l'ossatura e soprattutto mancavano dei riferimenti. 

D: Ti aspettavi che fosse già pronto, dopo uno stop così lungo?

R: Mi sorprende perché parliamo di una partita difficile, contro una Nazionale fortissima e non era così scontato vederlo subito pronto. Quando affronti squadre così difficili devi essere perfetto sia dal punto fisico, che mentale. Lui tutte queste componenti le ha fatte vedere. 

Il nuovo ciclo dell'Italia

D: Quella contro la Francia è una vittoria che dalla sensazione che si possa aprire un nuovo ciclo per la nazionale italiana?

R: Assolutamente sì, perché è stata una bella vittoria, una grande prestazione e soprattutto dobbiamo sottolineare la grande reazione, visto il gol arrivato dopo pochi secondi, al Parco dei Principi contro la Francia. Ho avuto la sensazione che potessero esserci ancora scorie importanti per l'Europeo appena vissuto. Ho visto invece un assetto tattico importante e l'atteggiamento giusto da parte di tutti. Adesso l'Italia deve solo risalire e tornare ad essere credibile a livello internazionale. Questa partita potrà dare tanta benzina anche per il futuro.

D: Il calcio negli ultimi anni è sicuramente cambiato, ma credi che sia possibile poter fare bene senza avere un vero e proprio bomber lì davanti?

R: È possibile, però per giocare senza un centravanti puro devi avere davvero tantissima qualità. Adesso non si parla più di moduli, ma di sistemi di gioco e il calcio moderno ti porta a saper occupare gli spazi in maniera diversa. Tanti giocatori si inseriscono, ma pensiamo al Barcellona di Guardiola. È vero che non c'era un attaccante puro, ma c'era Messi. Questo per dire che servono giocatori che abbiano un tasso qualitativo davvero elevatissimo.

D: L'Italia può farlo?

R: Senza offesa per nessuna, ma non penso che l'Italia abbia un tasso qualitativo così alto. Può però diventare una squadra organizzata, con un'identità molto forte.

D: A proposito della forte identità, quanto è importante Luciano Spalletti? Hai la sensazione che sia l'allenatore giusto per la Nazionale?

R: Spalletti non è un gestore, ma un insegnante di calcio e ha bisogno di tempo per portare le sue idee e i suoi principi di calcio. Serve un po' di pazienza, perché nessuno può incidere in poche settimane. Lui dovrà creare il proprio gruppo intorno al suo principio di gioco. Non è uno cinico, né tantomeno pragmatico, non pensa solo a difesa e contropiede, ma ha un'idea chiara di gioco. Sono contento che gli abbiano dato fiducia, e sono convinto che con il tempo si vedrà assolutamente la sua mano. 

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Elisa Di Iorio
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