La Juventus ha provato a convincerlo fino all'ultimo giorno di contratto, il Milan ci aveva fatto un pensierino, e insieme ai rossoneri anche buona parte di top club europei, ma alla fine, quando la sessione estiva di calciomercato risulta ormai chiusa da oltre una settimana, Adrièn Rabiot sembra essere rimasto senza squadra. Pretese troppo alte e richieste particolari da parte soprattutto della madre del giocatore, che lo rappresenta, hanno complicato pesantemente l'operazione. Anche dall'Arabia Saudita hanno provato ad affondare il colpo e sullo sfondo ci sarebbero ancora almeno un club di Premier League e uno di Serie A. Il francese è svincolato e quindi potrebbe ancora firmare con chi vuole, ma nessuna offerta sembra essere quella giusta. Arrivati a questo punto, Rabiot rischia davvero di rimanere svincolato? L'ex calciatore e agente sportivo, Oscar Damiani, ha risposto alla domanda, analizzando anche l'avvio del nostro campionato, in esclusiva a Tag24.
D: Sembrava che lo volesse mezza Europa, ma alla fine Rabiot è rimasto svincolato, almeno per ora. Ti aspettavi un epilogo simile?
R: Rabiot ha avuto delle pretese davvero troppo alte, e dobbiamo anche tenere in considerazione le richieste della madre. Evidentemente nessuno le ha prese in considerazione seriamente, nonostante stiamo parlando di un grandissimo giocatore. Si è fatto però un'immagine che lo penalizza, anche perché le società ormai lo ritengono uno che pensa solo al fattore economico e non a quello sportivo, che invece dovrebbe venire prima.
D: Evidentemente neanche lui si aspettava di rimanere senza squadra...
R: Lo so, ma doveva pensarci prima, perché ha avuto delle occasioni e non le ha sapute cogliere. Il calcio è cambiato alla società non hanno più la disponibilità economica che avevano una volta. In più tutti sanno che non è una gestione così semplice e quindi prima di fare un'operazione così importante ci pensano due volte.
D: Il calcio sta cambiando, ma sta cambiando anche il calciomercato? Ormai capita sempre più spesso che i giocatori lascino scadere il proprio contratto, per poi avanzare richieste economiche elevatissime.
R: Non so se effettivamente stia cambiando anche il calciomercato, ma certamente una volta andare a fine contratto era un grande vantaggio perché potevi spuntare un contratto migliore. Oggi invece non è più sempre così, anche perché se hai un contratto in mano puoi entrare in trattativa con altri club anche grazie a degli scambi. Quando invece sei alla fine del contratto tutto questo non è possibile.
D: Lo avresti visto bene al Milan?
R: E' sicuramente un ottimo calciatore, ma queste sono scelte societarie all'interno delle quali non voglio entrare.
D: Abbiamo visto per ora solo tre partite, ma c'è qualcuno che ti ha sorpreso particolarmente?
R: Credo che sia ancora troppo presto per fare una valutazione. L'Inter sta facendo molto bene e questo è un dato di fatto, e sono molto contento per Thuram perché ha cominciato alla grande.
D: Quindi l'Inter resta la squadra da battere?
R: Assolutamente sì, è la squadra da battere perché è quella più forte e ha alle spalle una grande società. I risultati dipendono prima di tutto dalla società, poi da un grande allenatore, e l'Inter ce l'ha e infine dal contributo dei giocatori. Tutti pensano che i calciatori siano la cosa primaria, ma per me non è così.
D: Ci sarà un'antagonista soltanto per la lotta scudetto, oppure si potranno inserire varie squadre?
R: In questo momento c'è un certo equilibrio. Il Milan lo vede un passo indietro per tutto quello che sta avvenendo e le romane non mi hanno convinto. Vedremo l'Atalanta se riuscirà a ripetersi. Sono convinto poi che il Napoli farà molto bene, perché credo molto in Conte che è un grandissimo allenatore.
D: Hai fatto riferimento al Milan, credi che Fonseca sia di fronte a delle difficoltà che non aveva previsto?
R: Direi proprio di sì, almeno per adesso, ma non credo che lui abbia molte responsabilità. Le scelte le ha fatte la società e credo sia giusto dar tempo a questo allenatore di lavorare serenamente.