Non è passato in sordina l'articolo 10 del disegno di legge Sicurezza che prevede una stretta su chi occupa abusivamente una casa. Sta facendo discutere, con annesse critiche dell'opposizione, il nuovo reato di "occupazione arbitraria di un immobile destinato a domicilio altrui". E' l'articolo 634-bis introdotto nel Codice penale che punisce con il carcere da due a sette anni. Il centrosinistra bolla come superflua e mera propaganda l'iniziativa mentre il Governo difende la disposizione voluta per arginare il fenomeno dell'appropriazione senza diritto di immobili. La norma dispone, inoltre, tempi molto più rapidi per la procedura di sgombero. Il ddl Sicurezza è ancora in esame alla Camera, questa settimana dovrebbe essere decisiva per l'approvazione. Il disegno di legge ha avuto un iter complesso, non scevro da tensioni anche all'interno della stessa maggioranza. E non smette di attirare polemiche. L'Unione piccoli proprietari immobiliari plaude alla volontà di arginare il problema delle occupazioni delle case ma la disposizione non convince al cento per cento. Non solo, L'annosa questione della tempistica degli sfratti non è ancora stata presa in considerazione seriamente. "Non si può rientrare in possesso dell'abitazione dopo uno, due o addirittura tre anni. I piccoli proprietari, non parliamo di persone ricche, non possono pagare l'inerzia delle Istituzioni", afferma l'avvocato Fabio Pucci, presidente nazionale dell'Uppi e precisa: "Lo sgombero non riguarda gli sfratti, cioè quei casi in cui l'inquilino resta in casa nonostante non paghi il canone di locazione o sia scaduto il contratto".
L'Unione dei piccoli proprietari immobiliari accoglie con favore l'inasprimento della pena per chi occupa abusivamente un immobile e soprattutto i tempi più rapidi per sgomberarlo perché "è una vergogna che si riflette direttamente sugli affitti privati cui si rivolgevano molte persone senza casa per poi cadere rapidamente nelle morosità e diventare un caso sociale totalmente sulle spalle dei proprietari, creando così una catena di disagio senza fine, spiega Pucci.
Poi fa un appello al Parlamento affinché la celerità di far uscire di casa chi se ne appropria senza diritto non diventi vana: "Sono necessari nel corso del dibattito parlamentare alcuni correttivi tecnici essenziali per evitare che la norma diventi l’ennesimo provvedimento utile solo in apparenza e facilmente aggirabile con cavilli giuridici alla portata di chiunque.
L'articolo del ddl Sicurezza punisce
Non riguarda però gli inquilini che non lasciano le case affittate nonostante non paghino il canone o sia scaduto il contratto di locazione. "L'iter degli sfratti rimane lo stesso", precisa l'avvocato Pucci.
Uno dei punti deboli del nostro sistema giudiziario riguarda la tutela dei proprietari immobiliari che, in caso di sfratto per morosità o finita locazione, fanno fatica a ottenere la disponibilità della casa. Da tempo l'Uppi pone all'attenzione delle Istituzioni la questione delle lungaggini legali, e non, che ritardano la possibilità di recuperare il proprio appartamento. E' un'Odissea che può durare anni tra rinvii di udienze, proroghe degli sfratti, stratagemmi di inquilini poco onesti. "Consideriamo positivamente la norma sull'occupazione abusiva delle case ma quello che a noi interessa è la procedura normale, cioè quando il piccolo proprietario inizia l'iter dello sfratto e lì siamo da capo a dodici - continua Pucci - Ci sono due ipotesi di sfratto: quello per morosità, visto con un occhio più aperto, diciamo così, sia dal giudice che dalle forze dell'ordine. Le cose sono un po' più celeri. E quello per finita locazione e i tempi sono un po' più lunghi. In linea generale per riavere l'immobile possono passare anche tre anni".
I motivi sono diversi, a contribuire ai tempi lunghi sono gli espedienti poco irreprensibili di alcuni inquilini: "Vediamo di tutto e per allungare il brodo se ne inventano di tutti i colori. Una volta in casa ho trovato una pantera. Devi chiamare la forza pubblica, l'assistente sociale se ci sono minori, il medico, le unità cinofile... Insomma le procedure sono articolate e lunghe. E' su queste cose che i nostri iscritti ci chiedono di intervenire".
Il problema è annoso e non va inquadrato nella riduttiva diatriba proprietari/inquilini che finisce semplicemente in una guerra tra poveri. Da una parte gli inquilini che non riescono a sostenere il canone, dall'altro i proprietari che a loro volta devono affrontare le spese che la casa stessa comporta. "I piccoli proprietari che l'associazione sindacale Uppi rappresenta non sono ricchi - racconta l'avvocato - Sono persone, per esempio, che hanno acquistato con sacrificio la seconda casa per una rendita futura o per i figli. Molto spesso con l'affitto pagano il mutuo, i lavori dello stabile o dell'abitazione, l'Imu. Chi ha una proprietà dovrebbe investirla al meglio e mentre chi vive di privazioni e disagio dovrebbe ricevere tutto l'aiuto possibile dallo Stato.
La grande difficoltà a recuperare il proprio bene in caso di sfratto è una delle cause che ha portato i proprietari di case a trasformarle in b&b o case vacanze. Per questo è sempre più complicato trovare una casa in affitto, soprattutto nelle grandi città. "Uno scenario che prospettavo da anni - riprende Pucci - la proprietà immobiliare è un diritto sancito dalla Costituzione. Se ho un bene che ho comprato con sacrificio o che ho ereditato cerco di affittarlo bene. E' normale che se la locazione prevede tanti problemi appena nasce una nuova fetta di mercato ne approfitto, senza il rischio di perderci soldi, anzi di guadagnarci. Sono una realtà quelle piattaforme che governano migliaia e migliaia di appartamenti in tutto il mondo con una prerogativa: non esiste più la morosità. Tutto, allora, diventa complicato per le coppie, per gli studenti, per i lavoratori".