È esplosa la rabbia dei cittadini di Enna, esasperati dalle conseguenze della crisi idrica che, nel loro territorio, sta trasformando l'acqua in un bene di lusso.
Da tempo, infatti, la disponibilità di acqua nell'entroterra siciliano è talmente compromessa da aver reso necessarie delle turnazioni nella distribuzione idrica nelle case a intervalli sempre più ampi: dall'erogazione un giorno sì e un giorno no, infatti, si è ora incredibilmente arrivati a una turnazione a sei giorni, costringendo i cittadini ennesi a un razionamento dell'acqua ai limiti dell'impossibile.
Per questo, un gruppo di abitanti ha deciso di protestare pubblicamente, stracciando le bollette in piazza, e di riunirsi nel Comitato Senz'Acqua Enna, così da poter organizzare una battaglia legale contro le inadempienze del gestore idrico locale, AcquaEnna, del gestore regionale Siciliacque e della politica regionale.
A spiegare a Tag24 cosa sta accadendo nelle case di Enna, dove la fornitura di acqua viene erogata ogni sei giorni nel silenzio delle istituzioni, Ivan Estero, promotore del Comitato Senz'Acqua Enna:
«Già da tempo, a Enna, la turnazione dell'acqua viene gestita in base a una divisione in maglie della città. Pian piano, tuttavia, si è passati da turnazioni un giorno sì e l'altro no a turnazioni ogni tre/quattro giorni.
Giovedì scorso, infine, AcquaEnna ha fatto sapere che, per la parte di Enna Alta, la turnazione sarebbe passata da quattro a sei giorni. Questo ci ha spinti a organizzare una protesta sotto la sede di AcquaEnna, nonostante l'ente non sia l'unico responsabile di questa situazione: sappiamo benissimo come le decisioni avvengano più alto, coinvolgendo anche Siciliacque e Regione Sicilia».
A rendere ancora più assurda la situazione delle case ennesi, peraltro, non solo la turnazione a sei giorni, ma l'impossibilità, in alcuni edifici, di essere raggiunti dalla poca acqua disponibile:
«Anche quando la distribuzione di acqua è aperta per 14 ore, peraltro, ci sono case che non riescono a ricevere l'acqua. La rete idrica non è infatti idonea, anzi è del tutto fatiscente: per questo l'acqua viene erogata a pressioni bassissime, così da non rischiare di rompere ulteriori tubature, dato che le perdite sono dappertutto.
Per fare un esempio concreto: nella mia zona, la distribuzione dell'acqua inizia alle 6 di mattina, quando si iniziano a riempire i serbatoi della mia vicina. Alle 11 inizia a essere servito il serbatoio di un altro appartamento. Alle 13 è il mio turno. Con questo sistema, tuttavia, e con il tempo richiesto per ciascuno, l'ultimo serbatoio non riesce a essere mai riempito prima dell'interruzione della fornitura: questo vicino, quindi, non riesce a ricevere acqua da tre settimane.
Per questo è fondamentale che AcquaEnna ascolti la nostra richiesta di cambiare le turnazioni e ritornare a quelle di prima. Certo questo non toglie il problema: sappiamo bene che non c'è acqua in Sicilia, anche a causa del fatto che, in un anno di siccità, non si è fatto assolutamente nulla per contrastare la crisi».
Tra i fattori che hanno reso possibile lo scoppio della crisi dell'acqua in corso a Enna, non solo il progressivo prosciugamento della diga Ancipa - da tempo ai minimi storici - ma anche l'assenza di manutenzione della rete idrica del territorio, esposta a continue perdite, e l'inerzia dei gestori e delle Istituzioni, che in più di un anno di siccità non sono riusciti a individuare strategie efficaci per contenere una simile eventualità. Un'inadempienza a più livelli, pertanto, di cui qualcuno dovrà rispondere ai cittadini:
«Con i miei concittadini ci siamo prima riuniti in un comitato social e, adesso, ci stiamo organizzando legalmente per costituire un'associazione cittadina che possa muoversi legalmente contro chi, in questi anni, non ha fatto niente per prevenire e arginare il problema.
La cosa più grave, è che nessuno si preoccupa di verificare quali cittadini abbiano ricevuto l'acqua o meno. Eppure ci sono persone che non ne ricevono da settimane. A Enna si paventa il rischio di un'emergenza sanitaria e nessuno fa niente.
Personalmente sto andando a riempire i bidoni - con una fatica che credo si possa immaginare, dato che non si parla di qualche bottiglia - nella fontana pubblica. Ma come devono fare gli anziani, o le persone con disabilità? A qualcuno importa?».
La mancata fornitura di acqua nelle case ennesi, pertanto, sta oggi spingendo chi ha la facoltà economica a far rifornimento tramite autobotti, seppur a caro prezzo. Un'ingiustizia, come spiega Estero, a fronte del fatto che le tariffe del servizio idrico, a Enna, sono le più alte di Italia:
«Chi vuole prende l'acqua con l'autobotte, pagando 80 euro di trasporto e il prezzo al metro cubo. Un paradosso, considerando che le tariffe dell'acqua sono qui le più alte di Italia. Nonostante i costi, però, i gestori non si sono mai preoccupati di verificare quanti cittadini ricevessero effettivamente l'acqua, anzi: se si chiede aiuto, si viene invitati a risolvere da soli il problema.
Per questo, in segno di protesta, abbiamo deciso di stracciare le bollette sotto la sede di AcquaEnna. E faremo di più: come comitato cittadino faremo causa a tutti gli attori che, potendo organizzarsi, hanno deciso di non fare niente in tutti questi anni.
Proveremo a rivalerci almeno sugli anni non andati in prescrizione, dato che AcquaEnna gestisce da 30 anni il servizio nonostante il referendum del 2011 sull'acqua pubblica. La rescissione del contratto, poi, costerebbe a noi cittadini una penale superiore al prezzo che attualmente paghiamo. Questo spiega perché alla società non interessa in alcun modo offrire il servizio a noi cittadini».
A essere chiamate in causa, infine, anche le Istituzioni, accusate di inerzia nonostante, da più di un anno, sia nota la grave emergenza a cui va incontro Enna e, in generale, la Sicilia. Per questo, conferma Estero, il Comitato Senz'Acqua Enna lotterà per ottenere risposte anche dalla politica:
«Il nostro sindaco, ieri, ha partecipato alla cabina di regia per cercare una soluzione. Anche lui, professatosi "sindaco dell'acqua" nella sua prima legislatura, in un anno non ha fatto niente per trovare una soluzione a un problema grave: a Enna, in questo momento, se si vuole l'acqua si deve essere ricchi.
Per questo andremo avanti. Domani con i membri del comitato ci recheremo in Procura e al Comune per presentare un esposto. Dopodiché inizierà la nostra battaglia legale contro questa situazione intollerabile, di cui chiederemo conto anche in Regione al presidente Schifani».