Arriva anche il supporto di Elly Schlein e del suo Partito democratico alla raccolta firme per il referendum sulla cittadinanza promosso da +Europa. La segretaria dem ha annunciato, infatti, di aver firmato per la richiesta del referendum abrogativo di alcuni passaggi della legge sulla cittadinanza del 1992.
Come lei, si sono esposti altri esponenti del mondo politico e della società civile per dare un'impulso alla raccolta delle 500mila firme necessarie e per la quale il tempo stringe.
La decisione della leader del Pd arriva dopo il naufragio dell'iniziativa dello ius scholae dove, per alcune settimane, Antonio Tajani sembrava seriamente intenzionato a promuovere una convergenza tra Forza Italia e opposizioni, nonostante i contrasti con gli alleati di governo.
Schlein ha annunciato di aver firmato il quesito referendario nella giornata di ieri, 16 settembre 2024. Lo ha fatto con un post su Facebook nel quale ha ribadito la convinzione sua e del suo partito circa la necessità di una revisione della legge che regola la concessione della cittadinanza italiana ai cittadini stranieri. Ha ricordato, per questo, la proposta del Pd in Parlamento per la quale la cittadinanza viene riconosciuta se almeno un genitore risiede in Italia da almeno un anno o se si è completato un ciclo di studi in Italia.
Lo stesso hanno fatto anche il sindaco di Bologna Matteo Lepore e la sindaca di Firenze Sara Funaro, così come Roberto Saviano. Lo scrittore ha ironizzato sul dibattito relativo allo 'ius scholae', definendolo "una finta discussione" il cui esito era scontato, e ha invitato a firmare il referendum dei giovani italiani senza cittadinanza, così da allineare l'Italia agli altri Paesi europei riconoscendo "un diritto fondamentale a tante persone che qui vivono, studiano, lavorano e pagano pure le tasse".
Il referendum si pone come obiettivo principale una drastica riduzione dei tempi di attesa gli stranieri che intendono ottenere la cittadinanza italiana. Per far questo, si propone l'abrogazione di una parte dell'articolo 9 della legge 91 del 1992, per la precisione del primo comma che indica in 10 anni di residenza sul territorio italiano il limite minimo per la richiesta.
Il quesito referendario depositato lo scorso 4 settembre da +Europa, Psi e Partito Radicale punta a dimezzare questa tempistica, passando da 10 a 5 anni di residenza ininterrotta in Italia.
Un obiettivo al passo con le esigenze della società contemporanea, per i promotori, che però deve fare i conti con lo scorrere impietoso del tempo. Per poter essere effettuato entro il prossimo anno, le 500mila firme necessarie devono essere consegnate entro il 30 settembre.
Un risultato decisamente complicato da raggiungere. Al momento, infatti, quando mancano solo 13 giorni alla scadenza, sono state raccolte circa 40mila firme. La combinazione della raccolta digitale (presso la piattaforma appositamente sviluppata online) e di quella fisica potrebbe favorire il raggiungimento dell'obiettivo, ma il tempo stringe.