Un provvedimento 'liberticida' che rende illegale ogni forma di manifestazione del dissenso. Questo il giudizio impietoso di Potere al popolo nei confronti del decreto Sicurezza. La formazione politica extraparlamentare si è ritrovata oggi, 20 settembre 2024, a piazza Capranica a Roma per una manifestazione e conferenza stampa nella quale esprimere tutta la propria contrarietà alla misura del governo Meloni.
Giuliano Granato, portavoce di Potere al popolo, non ha fatto mancare, però, anche alcune critiche pesanti nei confronti dell'opposizione.
Una manifestazione che arriva poco più di 48 ore dopo l'approvazione del decreto alla Camera dei deputati, avvenuta lo scorso 18 settembre. Uno step parlamentare fondamentale, nel quale la maggioranza incassa il primo 'Sì' alla sua misura che, di fatto, introduce circa una ventina di nuovi reati.
In particolare, a far discutere sono la cosiddetta norma 'anti-Salis' sulle occupazioni abusive delle case e il reato di sit-in su binari e strade, che sembra scritto per colpire gli attivisti per l'ambiente di Ultima generazione e le loro forme di ‘resistenza passiva’.
Proprio per questo, intervistato dall'inviato di TAG24 Michele Lilla, Granato dichiara che del decreto "non ci piace niente, a partire dal nome: lo chiamano 'sicurezza' ma in realtà dovrebbero chiamarlo 'decreto repressione'".
Il portavoce di Potere al popolo spiega, quindi, quali sono le ricadute reali dell'inasprimento delle pene voluto da Meloni e Salvini, citando proprio la misura 'anti-Salis', soprannominata così per contrastare le posizioni favorevoli ai movimenti di lotta per la casa espresse dalla europarlamentare di Avs.
Una norma che "trasforma gli inquilini morosi in occupanti abusivi", spiega citando il caso di Francesca, donna di 63 anni in ritardo con l'affitto a seguito di un licenziamento e sfrattata dalle forze dell'ordine. Granato sottolinea che "quando sarà approvato questo decreto, lei non rischia soltanto di dormire in auto, come farà stanotte, ma rischia il carcere".
E ancora, per quanto riguarda le norme contro le forme di protesta anche passiva, Granato sostiene che finirà col colpire non soltanto il bersaglio preso di mira dall'esecutivo (gli attivisti di Ultima generazione) ma anche chi protesta per i propri diritti negati. Cita, in questo senso, i lavoratori della Whirlpool che, dal 2019 al 2023 manifestano "per difendere il loro posto di lavoro", anche bloccando svincoli autostradali. "Se ci fosse stata questa legge, avrebbero rischiato il carcere", chiarisce ancora il portavoce.
Quando gli viene fatto notare come i partiti di opposizione stiano contrastando il decreto in Parlamento, Granato dice di non averli visti "sulle barricate" per poi passare all'attacco di Pd, M5S e compagnia.
A suo dire, infatti, il decreto sicurezza del governo Meloni non fa altro che inserirsi nel solco di "quelli approvati sia da Conte e Salvini sia dai decreti Minniti del Pd". Il portavoce li accusa, quindi, di corresponsabilità per quanto sta accadendo, avendo steso "un tappeto rosso a questa ultra-destra", aggiungendo che le battaglie attuali siano solo figlie di un approccio "teso a piantare delle bandierine senza fare un'opposizione reale".
La sfida finale alle forze di opposizione Granato la lancia sul salario minimo. Ricorda, infatti, come in Senato sia depositata una legge di iniziativa popolare firmata da più di 70mila cittadini per portarlo a 10 euro l'ora. Il portavoce invita i rappresentanti di opposizione in commissione lavoro a spingere il governo a discuterla altrimenti, ammonisce, "quello che state dicendo in questi mesi è solo propaganda".