Primi sviluppi nel caso che riguarda Maria Rosaria Boccia. La consulente mancata al Mic ed imprenditrice pompeiana ha visto i Carabinieri di Roma perquisire la sua abitazione a Pompei ed il sequestro di computer, cellulare e degli occhiali Ray-Ban Meta usati per fare foto e video a Montecitorio.
L'ex ministro della Cultura Gennario Sangiuliano aveva fatto deporre alla Procura di Roma una denuncia contro Boccia, indicando di aver subito "indebite pressioni" e una possibile "violazione della privacy" da parte della donna.
Nella tarda serata di oggi 21 settembre 2024 si è poi scoperto il reato per il quale è indagata Boccia: lesioni e minaccia o violenza a corpo politico.
Oggi 21 settembre 2024 ci sono stati due importanti sviluppi nel caso Boccia. Oltre al sequestro di alcuni device elettronici appartenuti all'imprenditrice pompeiana, così come alla perquisizione della sua abitazione a Pompei, sono stati resi noti i reati per i quali Boccia è indagata dalla Procura di Roma.
Secondo i procuratori, si tratterebbe di "lesioni e minaccia o violenza a corpo politico". Nel primo caso, si farebbe riferimento a quel misterioso graffio che Gennaro Sangiuliano, ex ministro della Cultura, ha per qualche tempo mostrato in testa e che secondo alcuni sarebbe da collegare ad un graffio infertogli da Boccia durante un litigio.
Il secondo reato è invece regolato dall'articolo 338 del codice penale e prevede una reclusione da 1 a 7 anni. La procura romana deve verificare se le azioni di Boccia, durante e dopo il suo rapporto con Sangiuliano, abbiano causato un grave danno all'attività di ministro di quest'ultimo, mettendolo sotto pressione.
La Procura di Roma muove i primi passi ed invia i Carabinieri capitolini in casa di Maria Rosaria Boccia. Nel primo pomeriggio di oggi 21 settembre 2024 i Carabinieri del Nucleo investigativo di Roma hanno perquisito l'abitazione a Pompei dell'imprenditrice pompeiana, sequestrando il suo computer, cellulare ed il paio di occhiali utilizzati probabilmente per delle riprese non autorizzate in Parlamento.
L'indagine, coordinata dal procuratore Francesco Lo Voi e dal procuratore aggiunto Francesco Cascini, cerca di capire se nei device elettronici di Boccia possa essere contenuto o meno materiale sensibile e che potrebbe esser stato usato contro Gennaro Sangiuliano.
Diventate recentemente di dominio pubblico, alcune chat fra Boccia e Sangiuliano hanno mostrato diversi dettagli ancora non noti del loro rapporto ma la preoccupazione sia dell'ex direttore del Tg2 e di qualche suo ex collega politico è capire se la consulente mancata al Mic abbia conservato (o stampato) delle conversazioni intercorse durante il loro rapporto.
Il terzo attore che è intervenuto nella vicenda è il Garante della privacy, che giusto ieri 20 settembre aveva chiesto a tutte le parti in causa di rispettare la dignità e la privacy (per l'appunto) delle persone coinvolte. La nota era perlopiù rivolta a quei media che avevano pubblicato stralci più o meni ampi delle chat intercorse fra Sangiuliano e Boccia ai tempi della loro relazione extraconiugale.
Messaggi buoni per il gossip, secondo alcuni, mentre altri ne cercano la valenza politica: Sangiuliano non poteva svolgere liberamente il suo incarico di ministro proprio per le pressioni subite dall'imprenditrice pompeiana? A questa come ad altre domande dovrà rispondere la Procura di Roma che ha ricevuto, dal legale dell'ex ministro della Cultura, una denuncia proprio contro Boccia.
I magistrati romani dovranno verificare il tipo di "indebite pressioni" che Sangiuliano ha annotato nella denuncia e se queste costituiscono un reato o meno. Da qui a capire se Boccia sia stata autrice di una tentata estorsione o di violazione della privacy nei confronti del giornalista campano ce ne passa: siamo ancora agli inizi di una vicenda che sembra complicata.