Con l’esodo verso i due poli di destra e di sinistra è definitivamente tramontato il sogno di un centro riformista e liberale in Italia? Non la pensa così l’ex ministra Teresa Bellanova, reduce dalla festa per i cinque anni di Italia Viva che, oltre a confermare con convinzione la sua adesione al partito e al progetto di Matteo Renzi, chiarisce che l’ingresso del partito al campo largo di centrosinistra, lungi dal rappresentare l’abdicazione del sogno centrista, è un modo per rafforzare il progetto volto alla creazione di una ‘casa’ per tutti i moderati e i riformatori italiani.
L’ex ministra dell’Agricoltura del Governo Conte II, intervistata in esclusiva da Tag24.it, è intervenuta anche sulla vicenda Open Arms e il processo all’attuale vicepremier Matteo Salvini per i fatti avvenuti nell’agosto del 2019, quando era Ministro dell’Interno. Il governo era quello giallo-verde guidato sempre dal leader M5s Giuseppe Conte, che Bellanova non assolve completamente per quanto avvenne in quella difficile estate.
D: Sta seguendo la vicenda Open Arms e il processo al vicepremier Salvini, cosa ne pensa?
R: Penso che Matteo Salvini debba rispondere delle sue responsabilità perché non si è trattato di esercizio di difesa della patria. È stato, ancora una volta, utilizzato strumentalmente il tema dell’immigrazione per fare propaganda. Per raccogliere consenso sono state lasciate delle persone in totale insicurezza per la visione miope di un uomo che aveva nelle sue mani, insieme all'allora Presidente Consiglio e al Consiglio dei Ministri, una responsabilità immane. Altro che fare la vittima. In questa situazione le vittime sono state quelle persone che stavano su quelle imbarcazioni. La vittima è stato il diritto fondamentale degli esseri umani a essere salvati nei momenti di difficoltà.
D: Secondo lei c'è stato un concorso di cause? Era responsabile anche il Governo o solo il ministro?
R: Guardi, io ricordo le foto dei decreti di sicurezza che vedevano il ministro e l'allora Presidente del Consiglio, poi le responsabilità specifiche le accerteranno i giudici. Sicuramente quella è stata una pagina vergognosa del nostro Paese.
D: Parliamo di Campo Largo, prima di tutto, mi conferma di essere ancora in Italia Viva?
R: Certo, nei giorni scorsi siamo stati a Milano per festeggiare il compleanno dei nostri cinque anni.
D: Bene, allora qual è la situazione all’interno di Italia Viva? Il partito è ancora unito, o, i recenti addii hanno creato delle crepe?
R: In questo momento in Italia Viva è in corso una riflessione seria sulla collocazione del partito. Una collocazione che io, non solo condivido, ma che ho sempre portato avanti, che è quella di avere una riflessione e una proposta riformista che significa guardare i problemi e individuare delle soluzioni passo dopo passo, ma questa azione va svolta nel perimetro del centrosinistra.
D: Lei quindi è d’accordo all’ingresso di Italia Viva nel campo largo di centrosinistra?
R: Per me questa è la collocazione naturale di Italia Viva. Con un approccio riformista vogliamo portare le nostre proposte, le nostre riflessioni dentro il campo del centrosinistra, perché quando i sistemi elettorali dicono che si lavora con un chiarimento o con l'altro, bisogna mandare a casa questo Governo di destra e bisogna avere la capacità di candidarsi con proposte credibili al governo del paese.
D: Non è un'abdicazione del sogno del Centro?
R: Assolutamente no, andiamo avanti con le nostre proposte, andiamo avanti con cose che abbiamo fatto in questi anni, perché abbiamo combattuto per dare soluzioni ai problemi. Noi siamo quelli che hanno fatto i diritti civili, siamo quelli che hanno fatto la riforma del mercato del lavoro, siamo quelli che hanno tolto le dimissioni in bianco, siamo quelli che hanno fatto la legge contro il caporalato, quindi siamo quelli che danno soluzione ai problemi.