Possiamo mettere da parte la polemica tra Fedez e Tony Effe, ora sono i protagonisti della politica italiana a darsi battaglia! TAG24 ha chiesto ad alcuni esponenti dei 'palazzi' se ci fosse qualche loro collega che gli piacerebbe insultare. Ecco, quindi, il dissing di un Angelo Bonelli scatenato contro Carlo Calenda o Manlio Messina di Fratelli d'Italia che avrebbe da dire due parole anche a qualcuno della sua stessa maggioranza.
Se alcuni, quindi, si sono rifugiati in un rifiuto molto 'politically correct', altri hanno preso la palla al balzo per sfogarsi con ironia e un pizzico di veleno...
Tutto è nato negli ultimi giorni, con il botta-e-risposta a colpi di brani scritti in fretta e furia e freestyle al vetriolo tra Fedez e Tony Effe. I due si sono scambiati accuse e insulti, scendendo anche sul personale delle rispettive vite private e carriere.
Ma se il mondo della musica è noto per le faide che lo caratterizzano (alcune anche mortali, basti pensare a quella tra Tupac Shakur e Notorious B.I.G. negli anni Novanta, terminata con la morte dei due rapper), anche il contesto politico non scherza.
Odi più o meno latenti, tradimenti, offese pronunciate pubblicamente o sui social o veri e propri scontri fisici sono il pane quotidiano della cronaca dai palazzi del potere. Partendo da questo presupposto, gli inviati di TAG24 Lorenzo Brancati e Michele Lilla hanno chiesto ad alcuni esponenti politici di sfogare la propria antipatia verso qualche collega.
Il primo a rispondere, con una sincerità che gli va riconosciuta, è Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra che ha puntato il dito contro Carlo Calenda di Azione. Bonelli affonda subito il colpo sul tema del nucleare che da sempre lo divide dal leader di Azione che, secondo il portavoce dei Verdi, deve spiegare agli italiani "dove prenderai i soldi per finanziare le centrali nucleari" e dove intende costruirle.
Infine, mettendo da parte la "molta cortesia" promessa all'inizio, l'esponente Avs dice chiaro e tondo che Calenda è "un problema" perché vota "sempre uguale alla destra e insieme a Giorgia Meloni".
Non tutti, però, stanno al 'gioco', se così si può chiamare. Timorosi di mettere a rischio equilibri consolidati, alcuni politici si allontanano sorridendo imbarazzati.
Come il deputato del Movimento 5 Stelle Leonardo Donno, balzato suo malgrado agli onori delle cronache per essere rimasto vittima della rissa esplosa alla Camera lo scorso giugno mentre era in discussione il ddl sull’autonomia differenziata. Dopo un fatto simile, il deputato Cinquestelle ha il coraggio di dire che non farebbe un dissing "a nessuno".
C'è da credergli? Nutriamo forti dubbi...
Decisamente più onesto è Manlio Messina, deputato di Fratelli d'Italia che prima prova a 'chiamarsi fuori' con un prudente "evitiamo" salvo poi lasciarsi andare e ammettere che "qualcuno lo meriterebbe". Qualcuno dell'opposizione, penserete voi. E invece il deputato chiarisce che si tratta di esponenti "dell'opposizione ma anche della maggioranza".
A chi si riferisca, però, non lo dice, mascherandosi dietro il suo sorriso sornione.