Il caso Liguria continua a scuotere il centrosinistra. L’esclusione in extremis di Italia Viva dalle liste a sostegno del candidato del campo largo, Andrea Orlando, a seguito dell’ennesimo veto imposto dal Movimento 5 Stelle ha lasciato una velenosa scia di polemiche che rischia di minare l’unità della coalizione anche in vista dei successivi appuntamenti elettorali in Umbria e in Emilia Romagna. Un duro colpo anche all’immagine di compattezza che la coalizione sta faticosamente cercando di costruire per potersi presentare come alternativa credibile al centrodestra di Governo.
Ma Italia Viva non è stata l’unica vittima del ‘niet’ di Giuseppe Conte, poiché l’esclusione della lista dei Riformisti Uniti dalla coalizione a sostegno dell’ex ministro Orlando ha sancito anche l’uscita dai giochi di +Europa che ne faceva parte insieme al partito di Matteo Renzi.
Un veto che il capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera, Francesco Silvestri, ha rivendicato come un atto di coerenza.
In Liguria è passata la linea del Movimento 5 Stelle che ha voluto l’esclusione dal perimetro della coalizione a sostegno del candidato del centrosinistra, Andrea Orlando, di tutti i renziani a 24 ore dalla presentazione delle liste. Un diktat che ha determinato una frattura nell’unità della coalizione, ma che i Cinquestelle rivendicano come un atto di coerenza.
Sono queste le parole del deputato Francesco Silvestri intervistato dall’inviato di Tag24.it, Michele Lilla.
Una coerenza che potrebbe avere delle ripercussioni anche nei successivi test elettorali in Umbria ed Emilia Romagna, le altre due regioni al voto nell’autunno del 2024. L’appuntamento è per il 17 e 18 novembre e in entrambi i casi la coalizione di centrosinistra comprende al suo interno anche Italia Viva.
Vittima del veto di Giuseppe Conte è stata anche +Europa che si è ritrovata da un momento all’altro fuori dalla competizione ligure in quanto all’interno della lista Riformisti Uniti insieme ad Italia Viva. L’esclusione della lista, nonostante gli apparentamenti già firmati dai candidati presidenti, per volere del Movimento 5 Stelle ha determinato anche l’esclusione anche del partito del segretario Riccardo Magi che, ai microfoni del nostro inviato Lorenzo Brancati, ha sottolineato la mancanza di lealtà e di metodo politico che hanno caratterizzato la vicenda.
Ha detto Riccardo Magi che ha anche aggiunto:
E infine l’affondo al Partito Democratico: