Paura, tensioni e disastri in un quadro già drammatico. È questo il burrascoso disegno che si delinea sempre di più, oscuro. La guerra in Medio Oriente è arrivata a una nuova fase con "l'invasione limitata" del Libano da parte di Israele: un'operazione militare che, con la sua potenziale amplificazione, mette a rischio tutto il mondo.
E quindi, cosa ci aspetta per un futuro così disastroso e quando, dove si fermerà Israele? La rete di interessi regionali che coinvolge Hezbollah, Iran e Stati Uniti si fa quindi sempre più fitta ed è il caso di riflettere anche sull'assenza di guide politiche globali in grado di mediare in una situazione del genere. Proprio a proposito di questo, il professor Massimo Cacciari, ospite a Radio Cusano Campus alla trasmissione 5 notizie con Gianluca Fabi ha offerto una lucida analisi sulla situazione e senza tralasciare possibili scenari per il futuro.
Un'invasione che è stata etichettata come "limitata", intenta a disintegrare le infrastrutture militari di Hezbollah con bombardamenti aerei massicci a sud del paese e che solleva parecchi dubbi riguardo a una futura escalation militare. Ci si chiede, a questo punto, dove si fermerà Netanyahu? Il professor Cacciari risponde:
"Se insegue dall'altra parte Hamas fino a dove arriveranno nella loro fuga, non lo so. Si fermerà in Siria? Si fermerà in Turchia? In Pakistan? In Afghanistan? Non lo so. È una situazione assolutamente paradossale.
Perché adesso gli Hezbollah si ritireranno, al di là di una linea che è già stata contestata in precedenti guerre. Noi ci dimentichiamo che queste situazioni durano da decenni. Israele ha già invaso il Libano in un'altra occasione, senza riuscire a sconfiggere queste truppe, queste organizzazioni. E finché non si risolve politicamente la questione palestinese, è ovvio che continueranno.
Togliamoci dalla testa l'idea che l'esercito possa estirpare queste realtà. Non si può pensare di massacrare tutti i palestinesi, tutti gli Hezbollah, dietro i quali c'è l'Iran, una potenza regionale che persino gli Stati Uniti temono, come è evidente dalla politica americana attuale. La strategia di Israele mi sembra ormai completamente irrazionale e ingovernabile."
Ciò che decisamente inquieta nel corso del conflitto è l'Iran, tradizionalmente alleato di Hezbollah, che non reagisce. Per Cacciari, questo non è un caso:
Questa è una buona notizia solo fino a un certo punto. È chiaro che l'Iran fa orecchie da mercante alle continue provocazioni israeliane. Israele vuole trovare l'occasione per attaccare massicciamente l'Iran, è evidente. E questo è anche il timore degli Stati Uniti.
L'Iran non risponde perché stanno facendosi l'atomica. È molto evidente il motivo per cui l'Iran non cade nelle continue e incredibili provocazioni israeliane. Ma rendiamoci conto a che punto siamo arrivati. Bombardare un'ambasciata di un paese membro delle Nazioni Unite, bombardarla in un altro paese... Sono cose pazzesche, mai viste nella storia politica contemporanea.
Altro elemento importante in questo quadro è la reazione internazionale. Secondo Cacciari, è importante tenere a mente che molti leader europei non stanno condannando questa violazione della sovranità libanese con la stessa decisione contro cui si sono schierati per l'invasione russa in Ucraina:
Questa non è un'invasione? Se lo è, va condannata, come va condannata l'invasione russa in Ucraina.
Cacciari continua ad analizzare questa crisi, spiegando che c'è un vero e proprio vuoto politico a livello interazionale. Strutture che un tempo mediavano e intervenivano come le Nazioni Unite, adesso sono tutte inefficienti:
"Ora tutto è perfettamente naufragato. Non si riesce a prevenire niente, e non si riesce neanche ad arrivare a un cessate il fuoco in tempi rapidi. La speranza è che queste micce che si innescano non conducano a un'esplosione globale. Ormai questa è l'unica speranza che possiamo coltivare.
Queste guerre, soprattutto in Medio Oriente, finiranno con una momentanea resa, e poi riprenderà tutto, come negli ultimi decenni. Sono tragedie che vengono represse, ma sono repressioni che non possono condurre a una soluzione. L'unica soluzione è quella che Israele, strategicamente, rifiuti, e dall'altra parte ci sono condizioni estremistiche che facilitano questo scenario senza soluzione."