La prima fabbrica d'Italia e fiore all'occhiello della politica industriale nazionale sta vivendo un momento di forte crisi. I nodi – per mesi evidenziati dai sindacati – sono arrivati al pettine e questa mattina Stellantis ha annunciato il prolungamento, fino a novembre, dello stop produttivo nello stabilimento di Mirafiori a Torino della Fiat 500e, la versione elettrica dell'iconica vettura simbolo del made in Italy nel mondo. Uno stop che si traduce in un ulteriore periodo di cassa integrazione per i lavoratori dello stabilimento.
Nel frattempo è di queste ore la notizia dell'audizione – fissata per il prossimo 11 ottobre – presso la X Commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo della Camera dei Deputati dell'amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares. Una notizia accolta come una vittoria da Azione che, nei giorni scorsi si era fatta promotrice di un'iniziativa nel centrosinistra per richiedere l'audizione in Parlamento di John Elkann.
La notizia, però, non ha mancato di suscitare polemiche soprattutto tra i sindacati e all'interno del centrosinistra per la decisione di ascoltare l'azienda senza una convocazione dei lavoratori.
Lavoratori che concluderanno il 2024 come l'avevano iniziato, nell'insicurezza. Oggi – martedì 1 ottobre – l'azienda ha comunicato la decisione di prolungare per un altro mese il periodo di blocco della produzione nello stabilimento torinese di Mirafiori. Il periodo di stop – iniziato lo scorso 13 settembre -avrebbe dovuto concludersi il 14 ottobre, ma l'azienda ha deciso di prolungarlo fino al 1 novembre,
motivando la decisione con il persistente calo degli ordini relativo al mercato dell'elettrico in Europa.
Sulla situazione dell'azienda e sulla crisi del settore dell' automotive in Europa, l'amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares sarà ascoltato il prossimo 11 ottobre in Commissione Attività Produttive alla Camera, come annunciato oggi dal presidente Alberto Luigi Gusmeroli.
Una notizia che è stata accolta con favore dal leader di Azione, Carlo Calenda, che nei giorni scorsi aveva invitato con una lettera tutti i partiti di centrosinistra con un appello a unire le forze per far fronte alla crisi del settore automobilistico in Italia.
Una mobilitazione che aveva come obiettivo portare l'azienda in audizione in Parlamento e l'adesione allo sciopero dei sindacati in programma il 18 ottobre.
ha dichiarato l'ex ministro dello Sviluppo Economico, Calenda.
La notizia, però, non è stata accolta favorevolmente da tutti nel centrosinistra. Per Alleanza Verdi Sinistra, il partito di Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, è inaccettabile che si ascolti l'azienda prima dei lavoratori e soprattutto nella settimana in cui le 'tute blue' scendono in piazza per protestare contro la politica industriale di Stellantis.
Il fatto di aver convocato l’audizione dell’AD Tavares senza dare la parola alle tute blue è una provocazione che respingiamo al mittente. Noi saremo in piazza con i lavoratori e chiediamo al presidente della commissione Gusmeroli di chiedere scusa ai sindacati per il grave errore".
Ha dichiarato Marco Grimaldi, vicepresidente di Avs alla Camera ricalcando la posizione della Fiom-Cgil, il sindacato dei metalmeccanici che considera 'molto grave' escludere i lavoratori.
Apprendiamo dagli organi di stampa che il Parlamento italiano, in audizione l’11 ottobre, ascolterà l’amministratore delegato di Stellantis Carlos Tavares e non i lavoratori. Escludere i lavoratori italiani dall’ascolto del Parlamento è molto grave".
Ha affermato Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil, ricordando che "Fim-Fiom-Uilm da tempo chiedono un confronto con le istituzioni, a partire da Palazzo Chigi, per affrontare una situazione che si fa sempre più drammatica.
Per Italia Viva bisogna mettere l'azienda in condizioni di essere competitivi e non produrre "convocazioni ostili
Sono le parole di Naike Gruppioni, deputata di Italia Viva.