Inclusione, autodeterminazione, crescita psicofisica, lealtà. Sono questi alcuni dei valori dall'associazione sportiva dilettantistica Toscana Disabili Sport, nata per l’avviamento allo sport, agonistico e non, delle persone con disabilità. Basket in carrozzina, nuoto, sitting volley, surf, windsurf, pallamano in carrozzina: queste le attività sinora praticate nell’associazione. Principi condivisi anche dall'Università degli studi Niccolò Cusano, che ha deciso di diventare sponsor di questa realtà con sede a Livorno.
Ma com'è nata questa partnership? A raccontarlo a TAG24 sono il presidente e il vicepresidente dell'associazione, rispettivamente Maurizio Melis e Alessandro Ferretti. "Il nostro responsabile marketing, Federico Berrugi – spiega Ferretti -, ha contattato direttamente il signor Bandecchi. Gli ha spiegato chi siamo, cosa facciamo, quali sono i nostri obiettivi e le nostre problematiche in termini di risorse. Lui è stato subito disponibile".
Nel mondo dello sport paralimpico ci sono spesso problemi di budget, spiega Melis.
"La policy societaria che abbiamo stabilito fin dalla fondazione è quella di fornire a tutti gli atleti le attrezzature per fare sport. Non è cosa di poco conto, perché tende a non porre ostacoli economici tra il desiderio di un atleta con disabilità di fare sport e la sua realizzazione. E non è di poco conto anche dal punto delle risorse finanziarie, perché parliamo di carrozzine sportive che possono costare sino a 10mila euro, ausili o protesi che arrivano a 35mila. È facile capire che da soli, nel vulnus di leggi che sostengano lo sport paralimpico, non ce la possiamo fare".
Oltre alle spese per le attrezzature, ci sono quelle per le trasferte.
"Con la squadra di basket in carrozzina Toscana Disabili Sport partecipa al campionato di Serie B. È attualmente vice campione d’Italia di pallamano in carrozzina e nel nuoto ci sono un paio di campioni italiani in possesso anche di diversi record nazionali che girano in Italia e oltre per i tanti eventi e gare di campionato. Quindi le spese lievitano a causa delle trasferte per i match in varie città d'Italia, perché bisogna pensare anche agli indispensabili accompagnatori e al trasporto di carrozzine e attrezzature" aggiunge Melis.
Stefano Bandecchi, il patron di Unicusano, ha accolto questa richiesta di supporto: l'università, infatti, è stata sempre vicina ai valori dello sport e dell'integrazione.
Io penso – afferma Melis - che il signor Bandecchi, persona pragmatica e notoriamente coi piedi per terra, abbia colto un’affinità tra di noi: offrire opportunità. In effetti questo fa la Unicusano, questo fa la TDS. Entrambi ci preoccupiamo di fornire i mezzi per arrivare a uno scopo, seppur differente, dando a tutti delle opportunità che poi sta nella volontà di ciascuno cogliere.
Il progetto di Toscana Disabili Sport è di ottenere dal Comitato Paralimpico il riconoscimento di CAP, 'centro di avviamento per le attività paralimpiche', come rivela il vicepresidente Ferretti.
"In parte già lo siamo, ma l'idea è di diventare un punto di riferimento per offrire un ventaglio di possibilità a qualsiasi bambino o adolescente che dovesse rivolgersi a noi. Così può scegliere tra le varie discipline sportive finché non trova la sua strada".
Ma questo non è l'unico progetto in cantiere per l'associazione: l'intento è di creare anche servizi extra oltre allo sport, sempre con il fine di contribuire a una migliore qualità della vita per le persone con disabilità.
"Abbiamo già un progetto da otto anni che è il Sotto Gamba Game, una manifestazione di interesse nazionale di tre giorni in cui diamo la possibilità di provare discipline sportive. C'è anche un workshop per permettere a tutti di conoscere il mondo della disabilità e una parte espositiva, in cui è possibile provare
gli ausili appena usciti sul mercato utili per lo sport, ma soprattutto per la vita quotidiana di una persona con disabilità. La nostra idea è creare consapevolezza a 360 gradi. L'inclusione è fondamentale, ma ciò a cui puntiamo è un cambiamento culturale".
Il vicepresidente di Toscana Disabili Sport non ha dubbi.
"Le persone con disabilità hanno gli stessi diritti degli altri e quindi devono avere gli strumenti che permettano loro di fare le stesse cose per avere una vita piena. Non devono essere accudite, né tenute sotto una campana di vetro. I disabili hanno le stesse esigenze di qualsiasi altro individuo. E la nostra associazione usa lo sport per uscire dalla comfort zone. Con l'attività sportiva, infatti, è la persona disabile la protagonista: ognuno viene messo in grado di dimostrare a sé stesso e agli altri quello che è in grado di dare".
Un'altra realtà che unisce sport e disabilità è l'ASD Roma Calcio Amputati, costretta a saltare il campionato per problemi di fondi. Il presidente Arturo Mariani ha lanciato un appello: "Sosteneteci!"