La fine di tutte le cose apre a nuovi inizi. Il significato della conclusione di un percorso, di un amore, è di dover fare spazio al nuovo, aprire ad un'altra fase della vita. L'unidirezionalità del tempo, proteso verso il futuro, è un continuo andare verso avanti e qualcosa di nuovo. Così, la morte coincide con la rinascita, un'altra dimensione, con equilibri e abitudini nuove. Per questo, riprendersi dopo la fine di una storia, un lutto, un licenziamento, non è immediato, né automatico. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Angela Todaro, psicoterapeuta e autrice di 'Se mi lasci rinasco'.
Quanto tempo è necessario a trasformare la fine in un inizio? "Il percorso di guarigione è personale, dipende da vari fattori come la profondità della relazione, le circostanze della separazione e il modo in cui ciascuno affronta le emozioni. Il processo di elaborazione del lutto non è un lineare, alcuni impiegano mesi, altri anni non esiste una tabella di marcia per guarire, ma le fasi del percorso sopraelencato vanno affrontate senza fretta e senza colpevolizzarsi."
Il fatto che la fine di un amore, soprattutto se vero amore, provochi dolore è normale. "Limitare il contatto con l’ex, anche sui social, è fondamentale per garantirsi uno spazio di guarigione, così come aprirsi a nuove amicizie, relazioni positive può essere un buon aiuto e un supporto del processo di rinascita." Così l'autrice di "Se mi lasci rinasco", edito Sperling&Kupfer, in libreria dal 5 novembre.
"Le donne vivono e gestiscono la fine di un amore esprimendo le emozioni più apertamente: cercano supporto emotivo, dagli amici e dalla famiglia. Gli uomini, invece, vivono la fine in modo più solitario o nascondendo la sofferenza, possono sentirsi condizionati dalla pressione sociale a non esprimere apertamente il proprio dolore, sentendo di dover mantenere un atteggiamento di forza o indipendenza. Cercano, inoltre, di superare la fine di una relazione lanciandosi in nuove esperienze amorose o relazioni di rimbalzo: il famoso chiodo scaccia chiodo! Questo può funzionare come una distrazione momentanea, ma non risolve il dolore che può riemergere più avanti. Le donne, invece, tendono a voler chiudere emotivamente prima di passare a un nuovo partner, preferendo affrontare il dolore prima di ricominciare."
Accettare e gestire la fine è complicato. "La voglia di riparare una relazione è naturale, soprattutto se è stato investito tempo ed aspettative. Quando emergono alcuni segnali c’è bisogno di lucidità, ed onestà, con sé stessi per accettare la fine: uno di questi segnali è sicuramente l’assenza di fiducia e di rispetto. Se questi elementi sono stati compromessi e non si riesce più a ristabilirli il rapporto diventa insostenibile. La comunicazione è fondamentale: se ci accorgiamo che è danneggiata, risolvere i problemi è impossibile."
"Volontà, dedizione e amor proprio: senza questi elementi, gli ostacoli diventano insormontabili, quindi è necessario partire da qui. Il cambiamento non può prescindere dal duro lavoro su se stessi. In questa direzione, la terapia può essere uno strumento prezioso per ritrovare fiducia in se stessi e navigare attraverso il dolore in modo sano."
"Oggi ci sono molte più opportunità di incontri, tra cui i social network. Questo scenario crea l’illusione di infinite possibilità e porta a una continua ricerca di qualcos'altro, scoraggiando l’impegno e la costruzione di un legame profondo. Le aspettative da una relazione sono molto più alte, le relazioni vengono idealizzate. Quando non si trova una persona che soddisfi ogni aspetto, si tende a confrontare con modelli inesistenti e perdere interesse o ad allontanarsi, pensando che ci sia qualcuno che possa rispondere meglio alle proprie esigenze."
"La società moderna incoraggia all’individualismo e all’indipendenza. Questo porta alcune persone a temere di perdere la propria libertà e a vivere il legame come un ostacolo alla propria autonomia. I media e numerose celebrities hanno normalizzato il fallimento delle relazioni, finite con estrema superficialità, offrendo modelli non sani e allontanando le persone da quei valori necessari per costruire relazioni profonde, come l’impegno, il rispetto, l’empatia il compromesso e la dignità."