Riuscite a immaginare un sequel di "Notting hill", la commedia romantica campione d'incassi del 1999 interpretata da Hugh Grant e Julia Roberts? No vero? Eppure, un seguito alla storia d'amore tra la star del cinema Anna Scott e William Thacker, modesto proprietario di una libreria, fu effettivamente concepito, in un momento imprecisato di questi 25 anni che ci separano dall'uscita della pellicola.
A raccontarlo è lo sceneggiatore del film, Richard Curtis, che spiega come l'unico motivo per cui il film non venne effettivamente realizzato fu l'opposizione... di Julia Roberts! A quanto pare, infatti, l'attrice non trovava affatto convincente la sceneggiatura di questo ipotetico sequel, quindi non se ne fece più nulla.
Ma come avrebbero accolto il seguito i fan dell'originale? Quale sentimento avrebbe avuto il sopravvento tra le immancabili polemiche e la curiosità altrettanto inevitabile?
E poi, come avrebbe reagito all'idea l'altro protagonista della pellicola, Hugh Grant che, recentemente, ha pronunciato parole molto velenose nei confronti del suo personaggio nel film?
Oggi, si sa, sono le serie a dominare la cultura pop. La narrazione diffusa o, appunto, seriale in più episodi è la forma di intrattenimento più popolare al mondo. Uno scenario che ha dato vita, purtroppo, anche a delle esagerazioni, con storie o personaggi che vengono prosciugati tra prequel, sequel e reboot, o potenziali grandi classici cui non viene concesso di rimanere tali proprio per questo sfruttamento intensivo.
In una situazione simile, venire a sapere di un sequel bocciato sul nascere è quasi una buona notizia. Soprattutto se l'eventuale seguito va a toccare una delle commedie romantiche più amate di sempre.
Si tratta di "Notting hill", romantic comedy diretta da Roger Michell e scritta dal genio della commedia britannica Richard Curtis, autore cui si devono film del calibro di "Quattro matrimoni e un funerale", "Il diario di Bridget Jones", "Love actually" e "I love Radio Rock".
È proprio Curtis a raccontare, in un'intervista rilasciata per l'arrivo su Netflix del suo film d'animazione "That Christmas", che l'idea di un "Notting hill 2" venne effettivamente presa in considerazione ma che si scontrò con il giudizio negativo di Julia Roberts.
Cosa ci fosse di così terribile nei piani per proseguire la storia d'amore tra la star del cinema Anna Scott e il libraio William Thacker è proprio Curtis a spiegarlo:
Gli appassionati del film originale si staranno già dividendo nelle due classiche fazioni che si formano sempre in casi del genere.
Da un lato, quelli che avrebbero voluto vedere Anna e William alle prese con le difficoltà di un possibile divorzio e che si chiedono se il loro amore sarebbe sopravvissuto (spoiler: probabilmente sì. È pur sempre una commedia romantica, che diamine!). Dall'altro, gli ostinati difensori della 'sacralità' del primo film, ormai un classico del genere romantico, per i quali la semplice idea di un sequel equivale a una specie di blasfemia.
Opinione, quest'ultima, che forse sarebbe condivisa anche dall'altro protagonista della pellicola, Hugh Grant, ma per motivi decisamente diversi.
L'attore, negli ultimi anni, ha cambiato notevolmente il proprio registro in merito ai ruoli che interpreta, preferendo personaggi meno ingenui e insicuri, fino alla scelta estrema di interpretare un serial killer nell'horror "Heretic", uscito negli Stati Uniti lo scorso 15 novembre. Per questo non ha mai nascosto una certa 'antipatia' verso i suoi ruoli nelle commedie romantiche di inizio carriera, che diventa vero e proprio fastidio nei riguardi del William Thacker di "Notting hill".
In una recente intervista, Grant ha detto senza mezzi termini che, ogni volta che gli capita di vedere il film in tv, si chiede perché Thacker "non ha le p***e". Il motivo è la famosa scena del film in cui i fotografi prendono d'assedio il suo appartamento per inseguire Anna Scott che esce da sola ad affrontarli senza che lui muova un dito. Una cosa che manda su tutte le furie Grant. E non solo lui...
Desideri e valutazioni soggettive a parte, è opportuno chiedersi se sia il caso di andare a toccare una storia che, di fatto, ha dimostrato di essere perfetta così com'è. In questo senso, "Notting hill" è diventato un classico nel suo genere e non è invecchiato di un giorno nonostante i 25 anni dalla sua uscita.
Basterebbero i numeri per dare conto delle proporzioni di questo successo clamoroso. Uscito il 28 maggio del 1999 (a ottobre in Italia), la pellicola è stata capace di incassare a livello globale circa 364 milioni di dollari, diventando il film inglese di maggior successo nella storia del cinema. Un risultato ancora più notevole se si pensa che, solo una settimana prima negli Stati Uniti aveva fatto il suo debutto nei cinema "La Minaccia Fantasma", primo capitolo della trilogia prequel della saga di Star Wars.
Ancora oggi, inoltre, il film è estremamente popolare, con una valutazione in questo senso di 7,2 su 10 su Imdb (l'Internet Movie Database).
Ma, al di là dei numeri, il fascino della storia d'amore tra il timido libraio e la stella del cinema si riscontra semplicemente girando per il quartiere di Notting hill a Londra.
Se, infatti, il quartiere in sé è da sempre un punto fermo di ogni itinerario londinese, sono proprio le location della pellicola ad aver registrato un vero e proprio 'boom' turistico. La libreria 'The Notting Hill Bookshop', ad esempio, è uno dei luoghi più gettonati. Soprattutto per il romanticismo che la circonda e che la rendono il luogo perfetto per le proposte di matrimonio, come ha ricordato la proprietaria Olga Lewkowska in un'intervista alla BBC in occasione del ventesimo anniversario della pellicola, nel 2019.
Particolarmente amata è anche la celebre 'porta blu' dietro la quale, nella pellicola, si cela l'appartamento del personaggio di Hugh Grant. Si trova al civico 280 di Westbourne Park Road ed è uno dei luoghi più fotografati della zona. Questo anche se la porta originale usata per le riprese è stata venduta anni fa un'asta di beneficienza indetta da 'Christies' per quasi 6mila sterline.
Oggi, venire a Notting hill durante un soggiorno turistico a Londra è quasi paragonabile alla visita del Big Ben o di Buckingham Palace. Una fama travolgente che, evidentemente, non ha bisogno di alcun sequel.