Il primo ministro francese, Michel Barnier, ha annunciato che rassegnerà le dimissioni oggi, giovedì 5 dicembre, all’indomani di un voto di sfiducia che ha sancito la caduta del suo governo. Si tratta del primo esecutivo a essere destituito in questo modo in oltre 60 anni, e il tutto è avvenuto appena tre mesi dopo la sua nomina, segnando un record di brevità del mandato.
Barnier formalizzerà le dimissioni del suo governo al presidente Emmanuel Macron, che in serata terrà un discorso alla nazione, come confermato dall’Eliseo. "È stato un onore servire la Francia con dignità," ha dichiarato Barnier nel suo discorso prima del voto decisivo. "La sfiducia che oggi si consuma renderà la situazione più seria e complessa. Non ho dubbi su questo."
Con il Parlamento bloccato e le prossime elezioni legislative possibili solo a luglio, Macron deve nominare un nuovo primo ministro in tempi rapidi. Tra i possibili successori si citano il ministro della Difesa Sébastien Lecornu, l’alleato centrista François Bayrou, e l’ex primo ministro socialista Bernard Cazeneuve. Ogni scelta, tuttavia, rischia di essere messa alla prova da un mandato potenzialmente breve, visto il clima politico instabile.
Nel frattempo, il paese si prepara a scioperi del settore pubblico contro le misure di austerità, che potrebbero paralizzare scuole e trasporti. La stampa, con titoli come "Il suo fallimento" di Libération, evidenzia l’immagine di un presidente sempre più sotto pressione.
Nonostante il contesto di crisi, Macron sarà al centro dell’attenzione internazionale sabato, quando presiederà la riapertura della cattedrale di Notre-Dame, un evento simbolico a cui parteciperà anche Donald Trump, recentemente rieletto.
La caduta del governo segue le elezioni parlamentari anticipate dell’estate, che hanno generato un’Assemblea nazionale senza una chiara maggioranza. In questa situazione, l’estrema destra ha assunto un ruolo cruciale nella sopravvivenza politica dell’esecutivo. La mozione di sfiducia, presentata dall’estrema sinistra in risposta all’imposizione di un decreto sul bilancio senza votazione, è stata approvata con il sostegno del Rassemblement National (RN) di Marine Le Pen, che ha definito il bilancio tossico.
Marine Le Pen, parlando alla televisione TF1, ha attribuito a Macron la responsabilità della crisi e ha avvertito che la pressione sul presidente aumenterà. Tuttavia, ha sottolineato che il RN collaborerà con il futuro primo ministro per varare un bilancio "accettabile per tutti". Le Monde ha però criticato Le Pen, accusandola di compromettere la strategia di legittimazione politica perseguita finora.
Mathilde Panot, leader della sinistra radicale, ha chiesto elezioni presidenziali anticipate, definendo la crisi una conferma dell’urgenza di un nuovo mandato popolare.
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