C'è anche suor Anna Donelli tra le 25 persone arrestate dalla Procura di Brescia nell'ambito di un'inchiesta contro la 'ndrangheta. La religiosa è accusata di concorso esterno in associazione di stampo mafioso. Secondo gli investigatori, attraverso la sua opera, avrebbe favorito i membri della cosca calabrese Tripodi detenuti, aiutandoli a comunicare tra loro e con persone all'esterno dal carcere.
Suor Anna Donelli, 57 anni, originaria di Cremona, appartiene alla Congregazione delle Suore della Carità. Da anni è attiva nel recupero e nell'assistenza sociale dei detenuti, prestando servizio a Milano, dove risiede, e in altre città come Roma, Pavia e Brescia.
"Non ho passato una bella infanzia e adolescenza tranne che a scuola o con gli amici fuori casa", scriveva qualche anno fa sul blog "Voci dal Ponte", raccontando di aver intrapreso il cammino per prendere i voti all'età di 21 anni.
Il suo impegno nelle carceri è iniziato nel 2010, dopo una dolorosa esperienza personale: la morte, nel 2001, della sorella gemella, sposata da 5 anni e con tre figli piccoli, in un tragico incidente stradale.
Suor Anna Donelli è finita agli arresti domiciliari con l'accusa, gravissima, di concorso esterno in associazione di stampo mafioso. In pratica, secondo gli investigatori, la religiosa, "approfittando dell'incarico spirituale che le consentiva di avere libero accesso alle strutture penitenziarie", avrebbe garantito "il collegamento con i sodali detenuti".
Sfruttando "la propria opera di assistente spirituale", avrebbe veicolato messaggi, "trasmesso ordini, direttive, aiuti morali e materiali" ai membri della cosca Tripodi o a persone vicine, mantenendosi "al servizio del clan". Come riportato da Il Fatto Quotidiano, che cita l'avviso di garanzia degli inquirenti, uno dei sodali, intercettato, avrebbe affermato, riferendosi alla suora: "È uno dei nostri". O, ancora: "Se ti serve qualcosa dentro è dei nostri".
Tra loro, insomma, ci sarebbe stato "un patto". Tanto che, in una conversazione con uno dei capi della "locale", la suora avrebbe rivelato di aver tranquillizzato una nipote, rimasta vittima di un incidente stradale, dicendole che "ci avrebbero pensato i suoi amici". Come a confermare la consapevolezza del potere della cosca e dei suoi legami.
La svolta è arrivata dopo diversi anni di indagini. 25, in totale, le persone fermate nell'ambito dell'operazione e accusate, a vario titolo, di estorsioni, traffico di armi e droga, ricettazioni, usura, reati tributari e riciclaggio. I coinvolti avrebbero favorito la cosca "sia al fine di conseguire vantaggi patrimoniali illeciti che di mantenere e rafforzare la capacità operativa del sodalizio e la fama criminale del gruppo criminoso".
Oltre a suor Donelli sono finiti ai domiciliari anche Mauro Galeazzi, ex esponente della Lega del Comune di Castel Mella (Brescia), già accusato e assolto per tangenti, e Giovanni Acri, ex consigliere comunale di Brescia in quota Fratelli d'Italia. Al primo, in particolare, Stefano Terzo Tripodi avrebbe proposto, "di procurargli voti in cambio dell'ottenimento di appalti pubblici" nell'ottobre del 2021, quando era candidato sindaco.
Le prossime fasi dell'inchiesta saranno cruciali per chiarire tutte le responsabilità e per determinare la portata complessiva del fenomeno.
È morto in una sparatoria a Cernusco sul Naviglio, invece, l'ultras Antonio Bellocco, ritenuto vicino alla 'ndrangheta.