È uno dei film di Natale più amati di sempre, eppure uno dei suoi protagonisti è... uno stalker! Proprio così, e se a dirlo è l'attrice che recitava nel ruolo dell'oggetto delle sue attenzioni (probabilmente eccessive...), bisogna crederci. Keira Knightley sostiene, infatti, che in una delle scene più iconiche di "Love actually", quella 'dei cartelli', il personaggio interpretato da Andrew Lincoln abbia un comportamento decisamente da stalker.
Una sensazione che l'attrice aveva avuto fin da subito, durante le riprese sul set, al punto da costringere la troupe e il regista Richard Curtis a ripetere la scena più volte proprio perché il suo stato d'animo non era evidentemente in linea con il romanticismo richiesto.
Tra l'altro, anche lo stesso Curtis aveva ammesso come la scena fosse un po' strana, rivedendola a tanti anni di distanza e alla luce dei cambiamenti sociali avvenuti nel frattempo anche nella maggiore consapevolezza sui limiti di certi comportamenti.
La 'confessione' di Keira Knightley arriva da un'intervista rilasciata al Los Angeles Times in occasione dell'uscita su Netflix di "Black doves", serie di spionaggio della quale l'attrice è protagonista.
Keira Knightley on playing a mother-assassin in ‘Black Doves,’ the perils of early fame and her ‘creepy’ storyline in ‘Love Actually’: https://t.co/jfT3pjc1rC pic.twitter.com/btKzZAW6K0
— Los Angeles Times (@latimes) December 7, 2024
Knightley ammette di ricordare poco dell'esperienza sul set del film di Curtis, dal momento che il suo impegno fu limitato a solo cinque giorni di riprese. Tuttavia, la memoria delle riprese di quella scena in particolare è molto vivida nella sua mente ma non per l'impatto che essa ha avuto negli anni seguenti.
L'attrice ricorda, infatti, di aver creato non pochi problemi al regista Richard Curtis per girarla, costringendolo a fermare di continuo le riprese perché lei stava guardando Andrew Lincoln "come se fosse inquietante". Il problema, spiega, è che ai suoi occhi quel personaggio era davvero piuttosto inquietante!
Knightley dichiara che fu costretta a girare la scena varie volte per togliersi dal viso quell'espressione decisamente inadeguata. Una 'smorfia' dovuta anche a un 'dettaglio' che spesso si dimentica e cioè che, all'epoca, l'attrice aveva solamente 17 anni e anche per questo un momento simile, ai suoi occhi di adolescente, sembrava davvero "creepy".
Molti staranno già pensando a un nuovo caso in cui il politically correct si mette in mezzo per rovinare le memorie felici e, in questo caso, romantiche del passato. Un po' quanto dichiarato recentemente da Ben Stiller in merito alla difficoltà che avrebbe, oggi, nel fare un film 'scorretto' come "Tropic thunder".
Tuttavia, se si fa lo sforzo di ripercorrere la sequenza fotogramma per fotogramma, ci si rende conto di come la reazione di Keira Knightley, e di tanti spettatori contemporanei, non è poi così campata per aria.
Nella scena, un uomo si presenta a sorpresa a casa di una donna sposata. Suo marito è in casa con lei ma l'uomo le dice di non dire nulla, mentre le mostra una serie di cartelli in cui le dichiara il suo amore per lei. Un atto d'amore nel quale la donna è solamente un oggetto del desiderio, senza avere alcuna forma di partecipazione o condivisione.
A cambiare la percezione comune della scena, se ci si pensa bene, è solo l'esito di questa dichiarazione. Cosa sarebbe successo, infatti, se il personaggio di Juliet non avesse provato anche lei una forma di affetto verso Mark? Probabilmente lo avrebbe denunciato, prima a suo marito e poi alle autorità. Altro che sorrisi, baci e lieto fine!
A confermare, poi, la natura 'ambigua' di quel momento così iconico è stato anche il regista della pellicola Richard Curtis. In un'intervista al The Independent dello scorso anno, ha ricordato come fu colto totalmente di sorpresa quando un giornalista gli chiese i dettagli di quella che definì la "scena dello stalker" nel film.
Una volta che gli fu spiegato il motivo, lui stesso fu in grado di riflettere sul fatto che quella scena mostrasse un uomo che va a casa del suo migliore amico per dire alla moglie che è innamorato di lei, per concludere che sì, in effetti "è piuttosto strana".
Lo stesso Curtis, in uno speciale dell'emittente televisiva statunitense ABC del 2022, ammise che il suo film avesse patito un po' il trascorrere degli anni, arrivando a definirlo "obsoleto".
Il motivo era l'assenza di diversità nella pellicola, a eccezione dell'unico attore nero presente nella pellicola (Chiwetel Ejofor, proprio nella parte del marito di Keira Knightley) e di un vago accenno a un legame omosessuale a fronte di un amore raccontato nel film esclusivamente come eterosessuale.
Tutto ciò non toglie nulla alla natura di ottima commedia romantica, adatta specialmente per il periodo delle vacanze di Natale. Su Imdb, infatti, il film di Curtis occupa stabilmente i primi posti nelle classifiche dedicati ai film natalizi, essendosi affermato, negli oltre vent'anni trascorsi dalla sua uscita (nel 2003), come un vero e proprio classico delle feste.
Ma è pur sempre un film e, come tale, è un prodotto del tempo in cui è stato realizzato. La questione dello stalking e della 'scena dei cartelli' chiama, dunque, in causa un altro, ennesimo caso in cui un comportamento ritenuto normale in una determinata epoca, non lo è più o, comunque, è visto come 'strano' in un periodo storico successivo, caratterizzato da una consapevolezza maggiore sul rispetto dovuto a chi quell'atteggiamento lo 'subisce' o ne è oggetto.