Il 13 agosto 2019, Massimo Torregrossa, cinquantunenne originario di Aversa e residente a Catanzaro, scomparve in circostanze ancora misteriose.
Con un passato da sacerdote, aveva lasciato i voti per amore, scegliendo di sposare la donna della sua vita.
Quella sera di martedì uscì di casa a bordo della sua automobile e non fece più ritorno. Preoccupati, i familiari denunciarono subito la sua sparizione, ma le ricerche iniziarono solo otto giorni dopo.
Da allora, amici e parenti vivono nell'angoscia, aspettando risposte che, a distanza di cinque anni, ancora non sono arrivate.
Massimo Torregrossa era noto per il suo carattere empatico, gentile e sensibile. Nel 2019 dirigeva il Centro per disabili della Fondazione Betania, una comunità alloggio dedicata a persone con disabilità fisiche e mentali.
All'interno della struttura, si era guadagnato la stima di colleghi e collaboratori per la sua professionalità e dedizione.
Era descritto come una persona precisa, ligia al dovere e sempre pronta ad aiutare.
Il giorno della sua scomparsa, Massimo non si presentò al lavoro, suscitando preoccupazione tra i colleghi.
Un referente della struttura cercò di contattarlo telefonicamente; il cinquantunenne rispose, riferendo di non sentirsi molto bene e di voler restare a casa.
Quella stessa sera però, uscì con la sua automobile, intorno alle 19:00, diretto verso una destinazione ignota.
"Dov'è andato Torregrossa quel martedì? Doveva parlare o aveva litigato con qualcuno?". Questi i dubbi dei genitori, ancora senza una risposta concreta.
Le ricerche di Massimo iniziarono con notevole ritardo, circa otto giorno dalla sua scomparsa. Durante le operazioni, la sua automobile venne ritrovata nei pressi del Benny Hotel, a Catanzaro.
L'Alfa Romeo 147 era perfettamente parcheggiata, con l'antifurto inserito e, al suo interno, l'inseparabile zainetto.
Questo dettaglio suscitò molte domande: perché lasciare il veicolo in quelle condizioni, come se avesse intenzione di tornare a prenderlo?.
Il ritrovamento, invece di fare chiarezza, alimentò ulteriori interrogativi.
Nei mesi precedenti alla sparizione, Massimo aveva già mostrato momenti di fragilità, dovuti a una crisi matrimoniale di cui amici e familiari erano a conoscenza. Tra le segnalazioni raccolte, una pista interessante emerse nel settembre 2019.
Una telespettatrice del programma televisivo Chi l'ha visto? riferì di aver avvistato Torregrossa a Tropea, in Calabria.
La notizia si diffuse rapidamente, e altre persone affermarono di averlo visto nei giorni successivi nella stessa zona. Tuttavia, le indagini sul posto non portarono a risultati concreti, lasciando il mistero irrisolto.
Penelope Italia OdV, associazione che supporta le famiglie delle persone scomparse, ha seguito il caso su richiesta dei genitori dell'uomo, contribuendo a mantenere viva l'attenzione mediatica e investigativa.
Tra le ipotesi vagliate dagli inquirenti, vi è quella di un allontanamento volontario per riprendere la vita religiosa.
Massimo, che aveva capelli brizzolati e occhi azzurri al momento della scomparsa, potrebbe aver modificato il proprio aspetto per rendersi meno riconoscibile.
Sebbene sia una scelta legittima, i familiari desiderano solo avere notizie per mettere fine a un'angoscia che dura da anni.
Una situazione analoga riguarda Fabrizio Catalano, giovane scomparso nel 2005, che avrebbe potuto avvicinarsi a una vita monastica. Anche i quel caso, i parenti attendono risposte che possano dare pace e chiarezza,
Nel 2022, Penelope Italia OdV, sezione Calabria, ha comunicato un aggiornamento significativo: la Procura di Catanzaro ha aperto un'indagine per istigazione al suicidio, in relazione alla scomparsa di Massimo.
Le informazioni restano riservate e non è chiaro quali persone siano coinvolte o al centro dell'attenzione investigativa.
La famiglia, nel frattempo, attende giustizia e una risposta definitiva.
Il padre di Massimo, la sorella Loredana non smettono di sperare di poter riabbracciare suo figlio. La famiglia e le associazioni coinvolte rinnovano l'appello: aiutateci a ritrovarlo.
Chiunque avesse informazioni utili è invitato a contattare tempestivamente il numero di emergenza al 112 o il Pronto Penelope, attivo 24 ore su 24, sette giorni su sette al numero 3881122653.
Ogni segnalazione potrebbe fare la differenza per risolvere questo enigma e restituire pace a chi vive nell'incertezza da troppo tempo.