16 Jan, 2025 - 13:51

Perché Israele ha bloccato l'accordo per il cessate il fuoco con Hamas?

Perché Israele ha bloccato l'accordo per il cessate il fuoco con Hamas?

Una "crisi dell'ultimo minuto" con Hamas ha ritardato l'approvazione da parte di Israele dell'accordo per il cessate il fuoco a Gaza. È tornata dunque in bilico l'intesa per sospendere i combattimenti nella Striscia di Gaza e liberare numerosi ostaggi, come ha affermato il premier israeliano Benjamin Netanyahu. 

L'ufficio di Netanyahu ha dichiarato che il governo non si riunirà per ratificare l'accordo fino a quando Hamas non ritirerà le sue obiezioni, accusandolo di aver violato alcune clausole dell'intesa nel tentativo di ottenere ulteriori vantaggi.

Tregua a Gaza, Israele ha rinviato il voto per l'attuazione dell'accordo

La svolta critica sull'accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas è arrivata in meno di 24 ore. Mentre il mondo attendeva la riunione del gabinetto di Netanyahu per il via libera all'attuazione della tregua, l'incontro è stato rimandato. L'ufficio del primo ministro israeliano ha affermato che il ritardo è dovuto a dettagli irrisolti. La riunione avrebbe dovuto tenersi nella mattinata del 16 gennaio. 

Anche se Tel Aviv ha insistito sul fatto che piccole spaccature persistano su alcuni dettagli della parte dell'accordo che riguarda il rilascio degli ostaggi, Hamas ha annunciato che si è impegnato a rispettare i termini annunciati il 15 gennaio. 

Si apprende che non si tratta di un fallimento degli sforzi dei mediatori e dei team negoziali. The Times of Israel riferisce che il capo del Mossad, David Barnea, e i negoziatori israeliani si trovano ancora a Doha per finalizzare i dettagli dell'accordo.

I disaccordi nel governo hanno inciso sul rinvio della riunione?

È noto che l'accordo di tregua non riguarda solo le negoziazioni tra le parti ma rappresenta anche una questione politica che potrebbe influire sulla stabilità del governo e sul futuro politico di Benjamin Netanyahu. L'annullamento della riunione del gabinetto ha quindi acceso le polemiche sulle sue motivazioni. Un eventuale ritiro del sostegno da parte del ministro della Sicurezza Nazionale, Itamar Ben-Gvir, e del ministro delle Finanze, Bezalel Smotrich, potrebbe portare a elezioni anticipate. I rispettivi partiti, Otzma LeYisrael e Partito Sionista Religioso, godono di ampio sostegno da parte dell'estrema destra israeliana.

Il partito di Smotrich si è riunito in mattinata a Gerusalemme per discutere e decidere se abbandonare l'esecutivo israeliano qualora l'accordo fosse approvato. Smotrich aveva già dichiarato il 15 gennaio:

virgolette
Una condizione chiara per la nostra permanenza al governo è la totale certezza di un ritorno alla guerra con grande forza, a piena capacità e in modo nuovo fino alla vittoria completa, con la distruzione dell'organizzazione terroristica Hamas e il ritorno di tutti gli ostaggi alle loro case.

Inoltre, Netanyahu è sotto pressione perché le famiglie dei soldati israeliani uccisi stanno protestando contro l'intesa con Hamas. I manifestanti sostengono che l'accordo costituisca una resa e che l'esercito sia in grado di salvare gli ostaggi senza dover scendere a compromessi.

Un voto contrario di Smotrich e Ben-Gvir non bloccherebbe l'accordo, ma i 13 seggi che detengono alla Knesset sarebbero sufficienti per far cadere la coalizione. Questo rappresenterebbe un duro colpo per Netanyahu, che ha terminato il suo mandato ufficiale ed è sotto indagine per corruzione. Se i due ministri lasciassero il governo, l'opposizione ha dichiarato di essere pronta a entrare in coalizione per portare a termine l'attuazione dell'accordo di tregua.

Continuano gli attacchi nella Striscia di Gaza

La protezione civile di Gaza ha reso noto che, dopo l'annuncio dell'accordo di cessate il fuoco del 15 gennaio, 73 palestinesi, tra cui 25 donne e 20 bambini, hanno perso la vita negli attacchi. Il bilancio complessivo delle vittime nella Striscia di Gaza è di almeno 46.788 persone dal 7 ottobre 2023.

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Nazlican Cebeci
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