17 Jan, 2025 - 17:29

Tregua Israele-Hamas verso la liberazione dei primi ostaggi: spaccatura con l'ultradestra israeliana

Tregua Israele-Hamas verso la liberazione dei primi ostaggi: spaccatura con l'ultradestra israeliana

Israele e Hamas hanno ufficialmente concordato, il 16 gennaio, un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi, dopo 15 mesi di combattimenti nella Striscia di Gaza. L'ultima serie di negoziati si è svolta a Doha, capitale del Qatar. Sebbene il gabinetto di sicurezza israeliano dovesse riunirsi per votare e finalizzare l'accordo lo stesso giovedì, la votazione è stata rinviata a causa di controversie emerse all'ultimo minuto.

Dopo l'annuncio ufficiale, si sono sollevate preoccupazioni per il ritardo nella votazione del governo israeliano. Tuttavia, il gabinetto di sicurezza ha raccomandato l'approvazione dell'accordo per il rilascio degli ostaggi. Resta ora in attesa il voto dell'intero governo per completare il processo di tregua. I primi tre ostaggi israeliani saranno liberati domenica 19 gennaio, segnando l'inizio dell'attuazione dell'intesa.

L'accordo di tregua Israele-Hamas: è ufficiale

Gli Stati Uniti hanno annunciato, il 15 gennaio, l’intesa tra Israele e Hamas su un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi. Si attendeva, il giorno successivo, l’approvazione finale del governo israeliano per completare le procedure necessarie all’attuazione il 19 gennaio. Tuttavia, Israele ha sollevato divergenze sull’aspetto relativo al rilascio degli ostaggi, rinviando la riunione del gabinetto di sicurezza. Questo ritardo ha suscitato frustrazione, poiché le accuse reciproche tra le parti avevano precedentemente già compromesso gli sforzi diplomatici dei mediatori.

L'accordo di cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi tra Israele e Hamas è stato formalmente siglato nella serata del 16 gennaio a Doha. Sebbene l’accordo sia stato confermato, restavano timori che il rinvio potesse ritardare l’avvio della tregua e la liberazione dei primi prigionieri.

Il voto del gabinetto di sicurezza israeliana

In attesa della votazione, Tel Aviv ha precisato che l'accordo dovrebbe essere implementato a partire da domenica 19 gennaio alle 16 ora locale.

Per evitare possibili ritardi nell'avvio della tregua, i membri del gabinetto hanno deciso di anticipare il voto, inizialmente previsto per la serata di sabato. La riunione del gabinetto di sicurezza si è conclusa il 17 gennaio con l'approvazione dell'accordo, nonostante l'opposizione dei ministri ultranazionalisti Smotrich e Ben Gvir. Ora, l’approvazione definitiva da parte dell’intero governo rappresenta l’ultimo passaggio necessario per l’attuazione dell’intesa.

Le spaccature interne del governo israeliano

Il primo ministro Benjamin Netanyahu affronta pressioni crescenti all'interno del suo governo di coalizione, poiché alcuni membri ultranazionalisti hanno minacciato di lasciare l'esecutivo in caso di approvazione dell'accordo con Hamas. Le tensioni interne hanno alimentato le polemiche sul rinvio della votazione, posticipata a venerdì anziché giovedì.

Il ministro delle Finanze, Bezalel Smotrich, ha confermato che lui e i suoi alleati avrebbero votato contro l'accordo, ma senza ritirare il sostegno alla coalizione. Diversamente, il ministro della Sicurezza Nazionale, Itamar Ben Gvir, ha dichiarato giovedì che si dimetterà e il suo partito abbandonerà la coalizione se l'intesa sarà approvata. Sebbene il loro voto non sia decisivo per l'approvazione dell'accordo, gli ultranazionalisti detengono i numeri necessari per influire sulla sopravvivenza del governo Netanyahu.

Secondo un collaboratore di Netanyahu citato da Axios, il premier ha ottenuto garanzie sia dall'amministrazione Biden che da quella Trump: se la seconda fase dell'accordo fallisse o le richieste di sicurezza di Israele non fossero rispettate, il paese potrebbe riprendere le operazioni militari a Gaza con il sostegno statunitense. Questa rassicurazione potrebbe aver contribuito alla decisione di alcuni esponenti ultranazionalisti di rimanere nel governo. La seconda fase delle trattative, prevista per il 16esimo giorno di tregua, dovrebbe comprendere il rilascio dei restanti ostaggi, un cessate il fuoco permanente e il ritiro totale di Israele da Gaza.

Resta ora da vedere se il fragile equilibrio politico in Israele reggerà sotto le pressioni interne e internazionali mentre il processo di attuazione dell'accordo prosegue. La seconda fase delle trattative sarà cruciale per definire il futuro della sicurezza nella regione e la possibilità di una pace duratura dopo mesi di conflitto devastante.

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Nazlican Cebeci
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