I giovani neo laureati e non molto spesso si trovano a dover firmare un contratto di apprendistato professionalizzante per acquisire competenze e per avere l’opportunità di inserimento in azienda.
Un contratto che si rivela molto utile anche per i datori di lavoro perché hanno la possibilità di accedere a molti vantaggi contributivi e fiscali.
Il Collegato Lavoro 2025 ha introdotto alcuni aggiornamenti, ampliando le possibilità sia per i datori di lavoro che per gli stessi apprendisti.
Nel testo vediamo cos’è l’apprendistato professionalizzante, come funziona e qual è la retribuzione.
Il contratto di apprendistato professionalizzante è un contratto a tempo indeterminato. Ciò che ha una durata limitata è solo il periodo di formazione, durante il quale l’azienda si impegna a formare l’apprendista, affinché possa acquisire la qualifica professionale.
Quindi, la durata effettiva può variare. Solo per l’apprendistato stagionale è prevista la possibilità di stipulare contratti a tempo determinato.
L’apprendistato professionalizzante unisce lavoro e formazione, con l’apprendista che viene assunto e svolge attività lavorative affiancate a percorsi formativi, sia interni che esterni all’azienda.
È prevista una serie di obblighi formativi da parte dell’azienda per far ottenere all’apprendista le conoscenze e le competenze necessarie alla qualifica professionale.
La durata massima della formazione varia a seconda del titolo di studio dell’apprendista:
L’orario di lavoro è lo stesso previsto dal contratto collettivo di riferimento; mentre, per quanto riguarda l’inquadramento, l’apprendista può essere inquadrato fino a due livelli inferiori rispetto alla qualifica da conseguire.
In alternativa, l’apprendista può essere inquadrato nello stesso livello della qualifica finale con una retribuzione iniziale ridotta, come stabilito dalla contrattazione collettiva.
L’apprendistato professionalizzante è destinato ai giovani tra i 18 e i 29 anni (non compiuti).
Tuttavia, ci sono alcune eccezioni, tra cui:
L’azienda può assumere apprendisti fino al 100% delle maestranze specializzate e qualificate presenti. Invece, se l’azienda ha meno di 10 dipendenti, è possibile assumere fino a 3 apprendisti.
Un focus a parte fa fatto sulla retribuzione. Questa è determinata dalla contrattazione collettiva di riferimento. Inoltre, man mano che l’apprendista acquisisce conoscenze e competenze, la retribuzione può aumentare.
Il trattamento economico, nel 2025, prevede, in alternativa:
Solitamente, lo stipendio parte da circa il 60% della retribuzione prevista per la posizione in cui si è stati assunti. Può salire fino al 100%, durante gli anni successivi. Durante le ore di formazione, la retribuzione sarà pari al 35%.
Gli apprendisti sono assunti con contratto di lavoro subordinato. Proprio per questo, usufruiscono di tutte le tutele previste, tra cui i contributi INPS e la possibilità di richiedere gli ammortizzatori sociali.
In linea di massima, gli apprendisti hanno diritto a:
Tuttavia, è possibile anche essere licenziati, così come ci si può dimettere. Alla fine del periodo, inoltre, non è detto che scatti l’assunzione perché il periodo di prova può non essere superato.
Concludiamo, facendo un elenco dei sei punti principali e più importanti da tenere bene a mente sull'apprendistato professionalizzante.
Apprendistato professionalizzante: è un contratto di lavoro che unisce formazione e lavoro pratico, finalizzato ad acquisire competenze professionali. È destinato ai giovani, neo-laureati o meno, e offre vantaggi fiscali alle aziende.
Durata e formazione: il contratto ha durata indeterminata, ma il periodo di formazione è limitato. La durata della formazione varia in base al titolo di studio del lavoratore: 120 ore per chi ha solo la licenza elementare, 80 ore per chi ha un diploma, 40 ore per chi ha una laurea.
Retribuzione: la retribuzione iniziale dipende dalla qualifica e può aumentare man mano che l'apprendista acquisisce competenze. Durante il periodo di formazione, lo stipendio è ridotto (circa il 35%).
Requisiti: l'apprendistato è destinato ai giovani tra 18 e 29 anni, con alcune eccezioni (ad esempio, i 17enni con qualifica professionale o i disoccupati).
Tutele: gli apprendisti godono delle stesse tutele degli altri lavoratori subordinati, come la disoccupazione, la maternità, le ferie, la malattia e l'assicurazione INAIL.
Assunzioni in azienda: le aziende possono assumere apprendisti fino al 100% dei dipendenti specializzati, con un limite di 3 apprendisti per aziende con meno di 10 dipendenti.