13 Feb, 2025 - 17:30

Gaza, tregua e accordo sugli ostaggi: il cessate il fuoco resta a rischio?

Gaza, tregua e accordo sugli ostaggi: il cessate il fuoco resta a rischio?

Il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza continua a essere a rischio. Le tensioni tra Hamas e Israele sono aumentate negli ultimi giorni, mentre il rilascio degli ostaggi e lo scambio di prigionieri sono al centro delle trattative per il mantenimento della tregua. Il ruolo di attori regionali come Egitto e Qatar diventa cruciale per il mantenimento della stabilità, in un momento in cui le dichiarazioni del presidente statunitense Donald Trump aggiungono ulteriori incertezze sul futuro del conflitto.

Hamas rispetta l'accordo sugli ostaggi: impatti sul cessate il fuoco a Gaza

Il fragile accordo di tregua nella Striscia di Gaza ha rischiato di crollare durante l’ultima settimana. Hamas ha accusato Israele di aver violato i termini dell’intesa non avendo facilitato l’ingresso di aiuti umanitari, tende e carburante, e ha minacciato di ritardare il prossimo rilascio dei prigionieri.

La tregua è iniziata il 19 gennaio e la prima fase avrà una durata di 42 giorni. L’accordo prevede il rilascio di un totale di 33 ostaggi israeliani in cambio di centinaia di detenuti palestinesi. Le accuse del gruppo palestinese contro Tel Aviv hanno messo a rischio il sesto scambio di prigionieri, previsto per il 15 febbraio.

Il presidente statunitense, Donald Trump, ha gettato benzina sul fuoco, minacciando di annullare l’accordo nel caso in cui, entro mezzogiorno di sabato 15 febbraio, non fossero stati rilasciati tutti gli ostaggi trattenuti a Gaza. Parallelamente, Tel Aviv ha minacciato di riprendere l'offensiva se tutti gli ostaggi non fossero stati liberati entro la scadenza menzionata da Trump.

Hamas ha dichiarato, il 13 febbraio, che rilascerà tre ostaggi come previsto.

Mantenimento del cessate il fuoco a Gaza: il ruolo di Egitto e Qatar

Con la riapertura del valico di Rafah, precedentemente chiuso dalle forze israeliane, è stato fatto un importante passo avanti per il flusso di aiuti umanitari verso l’enclave. La delegazione di Hamas prosegue, inoltre, i colloqui al Cairo con funzionari egiziani ed è in contatto con il premier del Qatar per procurare più aiuti, carburante e forniture mediche.

Queste due forze regionali, come riportato dai media locali, hanno anche contribuito a risolvere la contesa tra le parti.

Tregua a rischio: segnali di una possibile escalation

Anche se la controversia tra Israele e Hamas è stata momentaneamente risolta, la fragilità dell’accordo persiste. Mentre vengono soddisfatti i termini dell’intesa, la tregua proseguirà almeno per la prima fase concordata. Tuttavia, un’eventuale escalation di tensioni o nuove accuse tra le parti potrebbe compromettere i negoziati per stabilire i termini della fase successiva dell'intesa.

La primo accordo ha come data di scadenza l’inizio di marzo, ma le parti non hanno ancora avviato i negoziati sulla fase successiva.

La proposta di Trump di rimuovere i palestinesi abitanti della Striscia di Gaza per costruire la “Riviera del Medio Oriente” continua a far discutere. Anche se la squadra del presidente statunitense, prima del suo insediamento, ha contribuito al raggiungimento dell’accordo di cessate il fuoco, le sue recenti dichiarazioni destabilizzano gli già fragili equilibri. Mentre l’ultradestra israeliana esulta per il piano di Trump, diversi paesi arabi e varie forze mondiali lo hanno condannato. Questi segnali contrastanti della leadership americana non sembrano poter essere parte della soluzione.

Con sempre meno ostaggi rimasti nell’enclave, si teme anche che Israele possa riprendere l’offensiva. Gli alleati dell’ultradestra del premier Netanyahu hanno già chiesto la ripresa della guerra in modo più aggressivo. L’accordo di tregua prevede infine il ritiro delle forze israeliane da Gaza, ma il futuro della regione resta incerto.

Nonostante la tregua sia ancora in vigore, il rischio di una nuova escalation resta alto. Le pressioni politiche interne e le influenze internazionali complicano il quadro. La mediazione di Egitto e Qatar sarà determinante per il proseguimento della tregua, mentre le dichiarazioni di Trump potrebbero alterare ulteriormente gli equilibri.

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Nazlican Cebeci
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