Ci sono storie che fatichiamo a dimenticare. Storie che, per le ragioni più disparate, ci colpiscono, restando per sempre impresse nei nostri ricordi. Così è stata, per molti, quella di Milena Sutter, la giovane di soli 13 anni che nel maggio 1971 fu rapita in un quartiere della “Genova bene” e poi uccisa.
Era un giorno apparentemente come tanti, il 6 maggio 1971, quando Milena Sutter, 13 anni, scomparve nel nulla all’uscita dalla Scuola Svizzera di via Peschiera, nel cuore di Genova. A dare l’allarme fu la sua professoressa, che l’attendeva per una ripetizione di storia alle 17:30.
Preoccupati, i genitori contattarono la scuola, gli ospedali e poi le autorità, che ipotizzarono subito che la ragazzina fosse stata rapita con finalità estorsive. Il padre, Arturo Sutter, era il titolare dell’omonima azienda di detergenti e aveva un discreto patrimonio.
Il sospetto era che chi avesse sequestrato Milena fosse intenzionato a chiedergli del denaro, come appena un anno prima aveva fatto il “gruppo XXII Ottobre” in cambio della liberazione di Sergio Gadolla, rampollo di un’altra famiglia industriale genovese.
La conferma non ci mise molto ad arrivare: il giorno dopo, in mattinata, alla famiglia Sutter giunse una telefonata anonima in cui si chiedeva, in cambio della sua liberazione, un riscatto di 50 milioni di lire. “Se volete Milena, prima aiuola Corso Italia”, recitava una voce maschile registrata su un nastro.
Gli inquirenti sentirono i compagni di scuola di Milena, scandagliando il suo vissuto e ricostruendo le sue abitudini. Nulla di rilevante emerse. Mentre i suoi familiari si preparavano a pagare il riscatto, le indagini si concentrarono poi sull’unico dettaglio di possibile interesse: quello del ripetuto avvistamento, nella zona del rapimento, di una Spider rossa con la capote nera e la carrozzeria segnata da diverse ammaccature.
Nel giro di poco, si arrivò al nome di Lorenzo Bozano, 25enne con precedenti appartenente a una famiglia nobile con legami con gli armatori Costa, proprietari di Costa Crociere. Non è tutto. Si scoprì infatti che, nei giorni precedenti, il ragazzo aveva cambiato look, accorciando baffi e capelli, e aveva preso appuntamento con un avvocato penalista.
Fu arrestato e incarcerato, ma, per insufficienza di prove, rimesso in libertà alla scadenza dei termini. Continuò a dichiararsi innocente, negando qualsiasi legame con la ragazza, anche se vari testimoni lo avevano notato nelle vicinanze dei luoghi da lei frequentati.
Il 20 maggio 1971, a circa trecento metri dalla spiaggia di Priaruggia, a Quarto dei Mille, due giovani pescatori trovarono un corpo avvolto, all’altezza dell’addome, da una pesante cintura da sub. Solo grazie a una catenina si riuscì ad identificarlo: era quello di Milena. L’autopsia stabilì che era morta per strangolamento e che il suo corpo era stato seppellito per poi essere disseppellito e gettato in mare.
La stessa sera del ritrovamento del corpo, Bozano, notoriamente appassionato di nautica e immersioni subacquee, venne arrestato a casa della madre. Durante l’interrogatorio, non riuscì a fornire un alibi convincente per il giorno del rapimento.
Tra le sue carte venne ritrovato un “piano per il rapimento” che includeva frasi come “affondare, seppellire, murare” e degli orari. “Indizi” non sufficienti a condannarlo, secondo i giudici di primo grado che, infatti, lo assolsero.
Nel 1975, però, Bozano fu condannato all’ergastolo, una sentenza confermata dalla Cassazione nel 1976. Fu arrestato in Francia, dopo essere fuggito, tre anni più tardi. Nel 2013, dopo aver scontato già tanti anni di carcere, si proclamava ancora estraneo al rapimento e all’uccisione di Milena.
L'intervista rilasciata da Lorenzo Bozano alla trasmissione "Linea gialla" nel 2013.
Nel 2021 è morto per un malore mentre faceva il bagno sull’isola d’Elba: aveva 76 anni. Dal 2019 si trovava in regime di semilibertà ed era stato accolto in una casa di accoglienza per detenuti gestita da un’associazione di volontariato, dove svolgeva anche mansioni da custode e segretario. In molti lo ricordano col soprannome di “biondino della Spider rossa”.