21 Feb, 2025 - 14:22

Francesca Chillemi, la malattia della sua Viola e l'importanza della divulgazione

Francesca Chillemi, la malattia della sua Viola e l'importanza della divulgazione

Francesca Chillemi è una delle attrici italiane più amate e riconosciute, la cui carriera è stata caratterizzata da una grande varietà di ruoli e interpretazioni. Tuttavia, uno dei personaggi che più ha catturato l'attenzione del pubblico è senza dubbio Viola, il ruolo che l'attrice interpreta nella fiction televisiva Viola come il mare. Questa serie, trasmessa nel 2023, ha suscitato un notevole interesse non solo per la trama intrigante, ma anche per la profondità del personaggio interpretato dalla Chillemi.

Francesca Chillemi e la malattia di Viola

Viola è una giovane donna che, oltre a essere una brillante investigatrice, è affetta da una rara condizione neurologica: la sinestesia.

La sinestesia è una condizione in cui i sensi si mescolano tra loro, portando la persona che ne è affetta a percepire il mondo in modo diverso. Ad esempio, una persona con sinestesia può associare numeri o lettere a colori specifici, o sentire odori che corrispondono a suoni. Nel caso di Viola, la sinestesia si manifesta in un modo che le consente di associare emozioni e sensazioni a colori o suoni, una percezione che la aiuta a risolvere i casi che le vengono affidati, ma che al tempo stesso le causa difficoltà nella vita quotidiana.

La sinestesia, pur essendo un fenomeno affascinante, è poco conosciuta al grande pubblico, ed è proprio per questo che la Chillemi ha deciso di parlarne apertamente. L'attrice, attraverso il suo ruolo in Viola come il mare, ha l'opportunità di sensibilizzare il pubblico su questa condizione neurologica che, sebbene non sia una malattia in senso stretto, è comunque una caratteristica peculiare del sistema sensoriale umano. La sinestesia è una condizione rara, che riguarda circa il 4% della popolazione, ma che spesso viene fraintesa o ignorata.

L'importanza di sensibilizzare il pubblico

Francesca Chillemi ha dichiarato in più occasioni che, attraverso il personaggio di Viola, ha voluto dare visibilità a una condizione che non solo è poco conosciuta, ma che spesso può essere erroneamente vista come una stranezza o una curiosità. La sinestesia, infatti, è una forma di percezione che può risultare molto particolare e affascinante, ma che comporta anche delle difficoltà. Chi soffre di questa condizione deve imparare a gestire la sovrapposizione dei sensi, un aspetto che può rivelarsi tanto affascinante quanto faticoso.

L’importanza di parlare di malattie rare o poco conosciute come la sinestesia risiede nel fatto che, spesso, le persone che ne sono affette si trovano a vivere in un certo isolamento o a non essere comprese appieno. La visibilità che un personaggio come Viola può dare a una condizione del genere aiuta a rompere il silenzio e a stimolare il dialogo su temi che altrimenti rimarrebbero nell'ombra. In un'intervista, Francesca Chillemi ha sottolineato come il ruolo di Viola le abbia permesso di affrontare un tema delicato con grande empatia, sottolineando che è fondamentale sensibilizzare il pubblico su queste realtà, che sono parte della diversità umana.

La rappresentazione della sinestesia in Viola come il mare non si limita solo alla descrizione della condizione, ma si inserisce anche nel contesto della trama, in cui la percezione unica della protagonista si rivela un dono che le consente di intuire dettagli che altri investigatori non riuscirebbero a cogliere. Tuttavia, questa capacità straordinaria ha anche i suoi lati negativi, poiché Viola si trova spesso a vivere una realtà emotiva e sensoriale che può essere sopraffacente. Il personaggio affronta quindi non solo i casi che deve risolvere, ma anche una lotta interiore per bilanciare le sue percezioni e per trovare un modo di vivere in armonia con la sua condizione.

Francesca Chillemi, attraverso la sua interpretazione, è riuscita a rendere la sinestesia un elemento centrale della storia, ma anche un mezzo per sensibilizzare il pubblico su una condizione che non è necessariamente una malattia, ma che comunque merita attenzione e comprensione. La Chillemi, grazie alla sua visibilità, può contribuire a diffondere una maggiore consapevolezza su tematiche complesse, come quelle relative alla neurologia e alla psicologia, che altrimenti potrebbero essere trascurate.

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