Il 2025 ha portato con sé numerose novità sul fronte delle pensioni, ma anche nuovi timori per alcuni lavoratori prossimi al pensionamento. Chi va in pensione quest’anno, infatti, riceverà un assegno annuo sensibilmente più basso rispetto al 2024. Secondo le stime, la riduzione può arrivare fino a 460 euro lordi all’anno: un taglio che, mese dopo mese, si farà sentire.
La causa principale è l’aggiornamento dei coefficienti di trasformazione, i parametri utilizzati per calcolare l’importo delle pensioni contributive. Per questo motivo è importante valutare attentamente il momento in cui si decide di andare in pensione, considerando anche un eventuale posticipo dell’uscita dal lavoro.
A partire dal 1° gennaio 2025 sono entrati in vigore i nuovi coefficienti di trasformazione, stabiliti dal decreto del Ministero del Lavoro del 22 novembre 2024. I coefficienti, aggiornati ogni biennio, servono a convertire i contributi versati durante la carriera lavorativa in rendita pensionistica annua.
L’aggiornamento tiene conto delle variazioni nella speranza di vita e dell’andamento economico generale.
Tuttavia, i coefficienti del biennio 2025–2026 risultano inferiori rispetto a quelli del periodo precedente, determinando una riduzione dell’importo pensionistico per chi va in pensione con il metodo contributivo, come evidenziato da leggioggi.it.
I coefficienti di trasformazione, come spiegato dall’INPS, sono valori utilizzati per calcolare l’assegno previdenziale nel sistema contributivo. Essi trasformano il montante contributivo accumulato durante la carriera lavorativa in una rendita annua. La loro percentuale varia in base all’età anagrafica del lavoratore, partendo dai 57 anni fino ad arrivare ai 70.
In generale, più alta è l’età al momento della pensione, più favorevole sarà il coefficiente applicato.
Nel caso in cui un lavoratore abbia un’età inferiore ai 57 anni, ad esempio per il riconoscimento di un assegno di invalidità o per la pensione ai superstiti, l’INPS applicherà comunque il coefficiente relativo ai 57 anni.
In altre parole, maggiore è il coefficiente applicato al montante contributivo, maggiore sarà l’importo annuo della pensione.
La formula di calcolo è semplice: montante contributivo × coefficiente di trasformazione.
Con l’entrata in vigore dei nuovi coefficienti dal 1° gennaio 2025, l’INPS calcolerà le pensioni con parametri meno vantaggiosi rispetto al biennio precedente.
Ad esempio, un lavoratore che va in pensione a 67 anni con un montante contributivo di 400.000 euro subirà una riduzione del coefficiente dal 5,723% del 2024 al 5,608% nel 2025.
Ciò significa che l’importo della pensione annua lorda passerà da 22.892 euro nel 2024 a 22.432 euro nel 2025, con una perdita di 460 euro annui, pari a circa 35,40 euro al mese su 13 mensilità.
La revisione dei coefficienti non riguarda i pensionati che hanno già ottenuto l’assegno prima del 2025.
I nuovi valori si applicano esclusivamente a chi andrà in pensione tra il 1° gennaio 2025 e il 31 dicembre 2026, con un trattamento interamente o parzialmente calcolato con il metodo contributivo.
I coefficienti aggiornati saranno applicati nei seguenti casi:
Nei mesi scorsi, molti lavoratori hanno ricevuto un assegno pensionistico ridotto rispetto a colleghi andati in pensione nel 2024, a parità di montante contributivo ed età. Per comprendere meglio l’impatto concreto della revisione, ecco due esempi.
Alla luce di questi dati, si capisce come posticipare l’accesso alla pensione possa essere una strategia utile per aumentare il coefficiente di trasformazione e, di conseguenza, ottenere un assegno più alto.
Prima di presentare domanda di pensionamento, è fortemente consigliato: