10 Apr, 2025 - 10:10

DEF 2025: Pil dimezzato, previsioni su deficit e debito, ecco cosa contiene

DEF 2025: Pil dimezzato, previsioni su deficit e debito, ecco cosa contiene

Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al DEF 2025, il primo documento sull’andamento dei conti pubblici, che rappresenta un passaggio cruciale nella definizione delle linee guida della politica economica in vista della Legge di Bilancio 2026.  

Il documento risente fortemente delle tensioni geopolitiche ed economiche a livello internazionale. Pertanto, in un contesto caratterizzato da una crescita del PIL dimezzata e da una programmazione improntata alla prudenza, il documento cambierà anche denominazione.

In questo articolo analizzeremo cosa prevede la nuova programmazione economica e quali sono i contenuti principali del documento.

Cosa contiene il DEF

Il DEF, Documento di Economia e Finanza, rappresenta il primo passaggio fondamentale per l’elaborazione della politica economica in vista della prossima manovra finanziaria.  

Nella seduta di mercoledì 9 aprile 2025, il Consiglio dei Ministri ha approvato il Def, influenzato dallo scenario internazionale segnato da crisi geopolitiche ed economiche.  

Questa situazione ha reso necessaria una pianificazione più prudente, che, a differenza degli anni precedenti, non guarda al lungo periodo. Si tratta di un segnale delle forti tensioni in atto e di una ripresa economica ancora debole.

Il documento definisce le modalità e le tempistiche con cui l’Italia intende perseguire il risanamento strutturale dei conti pubblici e stabilisce gli obiettivi da raggiungere, articolandosi in tre sezioni principali.

A seguito di un aggiornamento normativo, il DEF cambierà nome in DFP - Documento di Finanza Pubblica - con un’ottica più orientata alla sostenibilità.

Le previsioni del DEF 2025

Il DEF 2025 è stato redatto in un contesto particolarmente complesso, che ha influenzato anche la struttura stessa del documento.  

L’economia globale appare fragile, anche alla luce dei nuovi dazi imposti dall’amministrazione Trump, nonostante lo stop temporaneo di 90 giorni annunciato nelle scorse ore. Il Governo ha quindi adottato una visione più realistica e a breve-medio termine.

Tuttavia, anche le previsioni di breve periodo risultano difficili, considerato il contesto globale che influisce profondamente sull’economia italiana.  

Nessun eccesso di ottimismo né ambizioni irrealistiche: le stime sono state calibrate con cautela, puntando alla sostenibilità dei conti pubblici.

Un tema particolarmente rilevante è quello delle spese militari, che al momento seguono l’andamento previsto e risultano in linea con l’obiettivo del 2% del PIL.

Perché le stime sul PIL sono state riviste al ribasso

Le previsioni delineano un quadro chiaro per il prossimo triennio.  

La crescita del PIL è stata così stimata:

  • 0,6% nel 2025: 
  • 0,8% nel 2026;  
  • 0,8% nel 2027.

A fronte di una precedente previsione dell’1,2%, la crescita è stata di fatto dimezzata. Questa revisione si colloca in linea con le stime adottate dalla Banca d’Italia, sebbene risulti più contenuta rispetto a quelle indicate sei mesi fa nel Piano Strutturale di Bilancio (PSB).  

L’obiettivo resta quello di mantenere una visione realistica e non condizionata da aspettative eccessivamente ottimistiche.

Per quanto riguarda i saldi di finanza pubblica, il rapporto deficit/PIL è stimato al:

  • 3,3% nel 2025;  
  • 2,8% nel 2026;
  • 2,6% nel 2027.

Il debito pubblico, in rapporto al PIL, dovrebbe invece attestarsi al:

  • 136,6% nel 2025;
  • 137,6% nel 2026;
  • 137,4% nel 2027;

PNRR e proroga della delega fiscale

Il documento affronta anche il tema dell’attuazione del PNRR, evidenziando l’intenzione del Governo di posticipare alcune scadenze relative alla realizzazione degli interventi previsti.  

Nonostante ciò, resta ferma la volontà dell’esecutivo di raggiungere gli obiettivi prefissati. Il tutto sotto un approccio pragmatico, che consente una gestione flessibile delle risorse, ma sempre sotto il controllo di criteri di responsabilità e trasparenza.

Oltre al DEF, il Consiglio dei Ministri ha approvato anche la proroga della delega fiscale, considerata un altro tassello strategico.  

La riforma si inserisce nell’ambito della razionalizzazione della spesa pubblica e della modernizzazione dell’intero sistema tributario.

I punti salienti

  1. Approvato il DEF 2025: il documento segna l’avvio della politica economica verso la Legge di Bilancio 2026, in un contesto segnato da forti tensioni geopolitiche ed economiche.
  2. Stime di crescita al ribasso: il PIL è previsto in crescita dello 0,6% nel 2025 e dello 0,8% nei due anni successivi; deficit e debito in graduale riduzione.
  3. Cambio di nome e impostazione: il DEF diventa DFP (Documento di Finanza Pubblica), con un’impostazione più prudente e orientata alla sostenibilità.
  4. Focus su PNRR e riforma fiscale: previste proroghe per alcuni interventi del PNRR e confermata la delega fiscale, con l’obiettivo di rendere più efficiente la spesa pubblica.
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