10 Apr, 2025 - 16:05

50 Anni di terrore acquatico: Lo Squalo di Spielberg, ancora ci fa tremare

In collaborazione con
Luisa Boi
50 Anni di terrore acquatico: Lo Squalo di Spielberg, ancora ci fa tremare

Sono ormai trascorse cinquanta estati, da quando un grande squalo bianco ha fatto la sua comparsa nelle tranquille acque di Amity Island, cambiando per sempre il modo in cui noi tutti scrutiamo il mare. Il film di Spielberg ha riscritto le regole del cinema estivo. 

Era il 1975 quando "Lo squalo" di Steven Spielberg ha conquistato il grande schermo, non solo terrorizzando il pubblico, ma anche riscrivendo le regole del cinema estivo e lanciando la carriera di un regista, a quel tempo ancora giovane, destinato a diventare una leggenda.

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La colonna sonora indimenticabile e tecniche cinematografiche rivoluzionarie 

Appena due note minacciose della colonna sonora, sono sufficiente ad instillare un senso di inquietudine anche dopo cinquant'anni.

Le inquadrature dal basso, poi, che ci lanciano nei panni della preda inconsapevole, e la suspense magistralmente costruita con la creatura che si mostra solo gradualmente, sono lezioni di tecniche cinematografiche che continuano a essere studiate e ammirate ancora oggi. Le inquadrature graduali ci mettono nei panni della preda ignara. Mentre la creatura si mostra solo progressivamente.

Ma "Lo squalo" è molto più di un semplice film horror. È un'opera che esplora le paure primordiali dell'uomo di fronte all'ignoto e alla forza inarrestabile della natura. È un racconto di eroismo quotidiano, personificato dal capo della polizia Brody, interpretato magistralmente da Roy Scheider.

Un uomo di terraferma costretto a confrontarsi con un nemico che appartenente a un altro elemento. E poi c'è lo straordinario trio leggendario a bordo dell'Orca: Brody, l'oceanografo Hooper (Richard Dreyfuss) e il burbero pescatore Quint (Robert Shaw), le cui dinamiche e il cui confronto con la bestia marina sono il cuore palpitante del film. Ma a cosa è dovuto, dopo 50 anni, questo successo intramontabile?

 

Il successo de "Lo squalo"

Il successo de "Lo squalo" non fu scontato.

Le riprese furono travagliate, il famoso squalo meccanico che chiamavano simpaticamente "Bruce”, spesso non funzionava, costringendo Spielberg a suggerire la sua presenza attraverso la tensione, gli oggetti che galleggiavano e, soprattutto, la potenza evocativa della musica di John Williams. Questa limitazione si trasformò in uno dei punti di forza del film, alimentando l'immaginazione dello spettatore in modo ancora più efficace. 

A cinquant'anni dalla sua uscita, "Lo squalo" rimane un capolavoro intramontabile, capace di catturare nuove generazioni di spettatori.

Che sia la prima volta che lo si guarda o l'ennesima, l'esperienza è sempre la stessa: ci si ritrova con il fiato sospeso, aggrappato alla poltrona, con un rinnovato timore reverenziale per le profondità marine. 

Il suo cinquantesimo anniversario è l'occasione perfetta per rivivere o scoprire chi è ancora ignaro dell’esistenza di questo pilastro della storia del cinema. Un film che ha segnato un'epoca e che continua a dimostrare che, a volte, la paura più grande arriva proprio da ciò che non si vede completamente. 

Preparatevi, l'estate sta tornando e con essa... il terrore dalle acque profonde. 

A cura di Luisa Boi

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