Non è un racconto rassicurante. Nonostante il nome familiare di Paola Cortellesi e la cornice da fiction storica, "Maria Montessori – Una vita per i bambini" è prima di tutto un ritratto politico e umano. È la storia di una donna che ha osato troppo, troppo presto, in un’Italia che alle donne chiedeva solo silenzio e obbedienza.
Nella fiction in due puntate, in onda stasera su Cine34, Paola Cortellesi è stata capace di restituire tutta la complessità e il coraggio di una figura diventata celebre.
Prodotta da Taodue e diretta da Gianluca Maria Tavarelli, la miniserie del 2007, "Maria Montessori - Una vita per i bambini" torna stasera in onda su Cine34. È l’occasione per riscoprire - o scoprire per la prima volta - la vicenda personale e professionale di una delle figure più innovative del Novecento.
Maria Montessori non è soltanto la fondatrice di un metodo pedagogico che ha fatto il giro del mondo. È stata anche la prima donna medico in Italia, attivista, filosofa, madre nascosta e intellettuale scomoda. Tutto questo emerge nel racconto televisivo che, pur con qualche tratto romanzato, ha il pregio di restituire la tensione costante tra la donna e il suo tempo. Un tempo che la rifiutava, la ostacolava, la metteva continuamente alla prova.
A fare la differenza è Paola Cortellesi. Abituata a ruoli brillanti e a una comicità sempre intelligente, qui sorprende per misura, profondità e rigore. Il suo volto si carica di silenzi, esitazioni, dolori trattenuti. Il personaggio di Montessori viene restituito senza retorica, ma con grande rispetto: una donna sola, determinata, spinta da un’urgenza interiore che sfida le convenzioni, i pregiudizi, la legge stessa.
Nel racconto televisivo, Paola Cortellesi costruisce un personaggio sfaccettato: una donna forte, ma anche vulnerabile, che si trova a fare scelte difficili, sia nella sua vita professionale che personale. Non si limita a rappresentare una figura storica, ma la rende viva, vicina e comprensibile al pubblico contemporaneo.
"Maria Montessori - Una vita per i bambini" non è una semplice fiction, ma un racconto realistico e approfondito che esplora anche gli aspetti più complessi della vita di Montessori. Il focus non è solo sul metodo educativo che ha portato il suo nome, ma anche sui suoi conflitti interni, sulle sue difficoltà nel conciliare carriera e vita privata, sul rapporto con suo figlio e con la società che la rifiutava.
La miniserie si distingue per la sua capacità di trattare temi universali, come la lotta per la realizzazione personale e la difesa dei propri ideali, inseriti in un contesto storico preciso. È una storia di emancipazione, ma anche di solitudine, di resistenza contro un sistema che non accettava facilmente il cambiamento.
Ecco il trailer promozionale del film di qualche anno fa:
Gianluca Maria Tavarelli, regista della miniserie, riesce a costruire un equilibrio tra il racconto storico e quello emotivo. La sceneggiatura non è mai didascalica, ma mette in risalto l’aspetto umano della storia, senza tralasciare gli aspetti più tecnici e pedagogici del metodo Montessori. L’approccio è sobrio, senza eccessi, ma con un forte impatto emotivo, che riesce a coinvolgere lo spettatore senza mai scadere nel sentimentalismo.
Il ritmo narrativo è fluido e mai statico, e riesce a mantenere alta l’attenzione, nonostante si tratti di una storia che abbraccia decenni di vita e di carriera. La miniserie, pur raccontando eventi storici, ha il merito di mantenere un'energia che fa sentire attuali le sfide di Maria Montessori.
Maria Montessori è nata il 31 agosto 1870 a Chiaravalle, nelle Marche, in una famiglia borghese. Suo padre, Alessandro, era un ufficiale di carriera, mentre sua madre, Renilde Stoppani, proveniva da una famiglia con forti radici culturali. Sin da giovane ha mostrato una spiccata intelligenza e una curiosità insaziabile per lo studio. Ha deciso di intraprendere la carriera medica, diventando una delle prime donne in Italia a laurearsi in medicina nel 1896, un risultato straordinario per l'epoca.
Tuttavia, il vero punto di svolta della sua carriera è arrivato quando ha iniziato a dedicarsi alla pedagogia. Maria ha sviluppato il famoso "Metodo Montessori", che si basa sull'autonomia dei bambini e sull'importanza di un ambiente educativo che stimoli la loro curiosità naturale. Nel 1907 ha aperto la sua prima Casa dei Bambini a Roma, un progetto che ha fatto scuola in tutto il mondo.
Oltre la sua carriera brillante, anche la vita privata di Maria Montessori è stata altrettanto interessante. Ha avuto un figlio, Mario, da una relazione con il collega Giuseppe Montesano, ma non si è mai sposata. Ha continuato a dedicarsi alla sua passione per l'educazione, viaggiando in tutto il mondo per promuovere il suo metodo.
Maria Montessori è morta il 6 maggio 1952 a Noordwijk, nei Paesi Bassi, lasciando un'eredità che ha cambiato il volto dell'educazione. La sua visione del mondo continua a influenzare generazioni di educatori e bambini.