Il conto alla rovescia per il processo a Sean "Diddy" Combs è cominciato. Ma mentre l’orologio giudiziario corre, per il magnate della musica e dell’imprenditoria si moltiplicano i guai. Il giudice federale Arun Subramanian ha infatti ammesso nuove prove scioccanti legate ai presunti "freak-off".
I festini hanno sconvolto il pubblico mondiale, portando un'ombra scura sul dorato mondo di Hollywood e rivelando i terribili atti sessuali forzati e orchestrati con lavoratori del sesso. Una decisione che potrebbe pesare come un macigno nel processo per traffico sessuale, racket e trasporto della prostituzione, previsto per il 5 maggio 2025.
Il termine "freak-off" è emerso già nell’atto d’accusa del settembre 2024. Secondo i pubblici ministeri, Combs avrebbe organizzato situazioni sessuali estreme, costringendo donne a partecipare ad atti sessuali con uomini assunti come sex workers.
Le nuove prove, ammesse dal giudice nonostante l'opposizione della difesa, potrebbero rafforzare la tesi della coercizione - elemento centrale per configurare il reato di traffico sessuale.
Il tribunale ha stabilito che queste nuove informazioni potranno essere usate in aula, dando così maggiore peso alle testimonianze delle cosiddette Vittima 1 e Vittima 2. Le donne coinvolte affermano di essere state manipolate psicologicamente e obbligate a partecipare a questi incontri, con la promessa implicita (o la minaccia esplicita) che la loro vita personale e professionale ne sarebbe dipesa.
I legali di Combs hanno presentato una mozione d’urgenza per impedire che queste prove vengano incluse nel processo, accusando i procuratori di aver introdotto "nuove teorie" e "una montagna di accuse" a sorpresa, solo due settimane prima dell’inizio del processo.
Secondo la difesa, le prove sono state consegnate la sera del 20 aprile, ben 78 giorni dopo la scadenza prevista per la presentazione del materiale, impedendo alla squadra legale di Combs di preparare una controffensiva adeguata.
"La lettera del governo non si limita a denunciare nuovi episodi", hanno dichiarato gli avvocati, "ma propone teorie legali completamente nuove che stravolgono il quadro dell'accusa a pochi giorni dall'inizio del processo".
Il giudice Subramanian, però, ha respinto la richiesta, sottolineando che la natura delle accuse rientra nel contesto originario dell’atto d’accusa. La mozione è stata dunque considerata un tentativo "trasparente" di restringere la portata delle prove e guadagnare tempo.
Se da un lato Diddy ha subito un duro colpo, dall’altro ha ottenuto una parziale vittoria: le accuse legate al lavoro forzato di un ex dipendente non saranno ammesse come parte del processo. Le ragioni? Secondo il giudice, la difesa non è stata adeguatamente informata in tempo di queste nuove imputazioni, e dunque non avrebbe potuto prepararsi in modo corretto.
Si tratta comunque di una consolazione minima, visto che le accuse centrali - traffico sessuale e coercizione - restano saldamente al centro del dibattimento.
I legali di Combs stanno cercando di minare la credibilità delle nuove testimonianze, sostenendo che molti degli atti contestati fossero consensuali. La linea difensiva mira a separare - anche davanti alla giuria - ciò che sarebbe stato imposto da ciò che, secondo loro, le vittime avrebbero accettato volontariamente, in cambio di benefici materiali o visibilità.
Ma i pubblici ministeri non arretrano: in una lettera formale, hanno ribadito che Combs ha sfruttato la sua posizione di potere per manipolare, intimidire e isolare le donne coinvolte:
Così si legge nei documenti ufficiali.
Combs si trova attualmente detenuto nel Metropolitan Detention Center di Brooklyn, in attesa del processo. La selezione dei giurati comincerà il 5 maggio 2025, e l’attenzione mediatica è già altissima. Se riconosciuto colpevole, rischia decenni di carcere federale.
Una carriera lunga trent’anni, tra musica, moda e imprenditoria, rischia ora di essere riscritta da accuse gravissime. Il processo a Sean Combs non sarà solo uno scontro legale: sarà uno dei casi più simbolici nella battaglia contro l’abuso di potere nel mondo dello spettacolo.