È stato trovato morto nella sua cella del Centro di detenzione federale di Miami David Knezevich, l'uomo d'affari di 37 anni accusato di aver rapito e ucciso l'ex moglie Ana Maria Henao, scomparsa nel nulla nel febbraio 2024. A renderlo noto sono i media statunitensi, che parlano di un "atto suicidario" come apparente causa del decesso.
Originario della Serbia ma residente in Florida, Knezevich, imprenditore di successo, era stato arrestato nel maggio 2024 all'aeroporto di Miami grazie a un mandato di cattura internazionale e trasferito - in attesa del processo - al Centro di detenzione federale locale.
Secondo gli inquirenti, durante un viaggio nel suo Paese natale, avrebbe noleggiato un'auto per raggiungere la Spagna, dove l'ex moglie Ana Maria Henao si era trasferita, per rapirla e ucciderla. Accuse che il 37enne ha sempre respinto, dichiarandosi "non colpevole".
Ieri mattina, 28 aprile 2025, poco dopo le 8, la polizia penitenziaria lo ha trovato morto nella sua cella. Il suo avvocato, Jyane Weintraub, ha dichiarato ai giornalisti americani che "il team difensivo è devastato", augurandosi "che venga condotta un'indagine appropriata e tempestiva" sull'accaduto.
La notizia della morte di David Knezevich riportata dall'emittente statunitense WPLG Local 10.
Secondo le prime ricostruzioni, Knezevich si sarebbe tolto la vita. "È una grande tragedia", ha commentato il fratello di Ana Maria, Juan Felipe Henao. "Io e la mia famiglia speravamo che avrebbe confessato cosa ha fatto ad Ana". Lo riporta News Nation.
Ana Maria, 40 anni, ricca ereditiera, è stata ripresa per l'ultima volta dalle telecamere di sorveglianza del palazzo in cui viveva, a Madrid, il pomeriggio del 2 febbraio 2024. La sera stessa, intorno alle 21.30, le telecamere avrebbero inquadrato un uomo con il casco entrare nell'edificio e manomettere il sistema di videosorveglianza con uno spray.
Egli sarebbe poi stato visto uscire trasportando una voluminosa valigia. Secondo l'accusa, si trattava proprio di Knezevich, che, dopo aver ucciso l'ex moglie, l'avrebbe nascosta all'interno della borsa, caricata sull'auto presa a noleggio (con vetri oscurati e targa rubata) e portata via. Il cadavere, nonostante le ricerche, non è stato ancora ritrovato.
Knezevich, sempre secondo l'accusa, avrebbe avuto un movente economico: evitare di dividere, con la separazione, i beni che possedeva insieme alla donna, tra i quali una società immobiliare dal valore di milioni di dollari.
Una delle ipotesi investigative è che, dopo l'omicidio, si sia disfatto del corpo della 40enne in Italia. Il 4 febbraio, nel viaggio di ritorno verso Belgrado, l'uomo si sarebbe infatti fermato per diverso tempo a Cogollo del Cengio, nel Vicentino.
Un elemento emerso dall'analisi del gps della vettura che guidava, che, purtroppo, non ha portato a svolte concrete: nonostante numerose perlustrazioni, non c'è stato nessun ritrovamento. Tanto che anche la Procura di Vicenza, all'inizio di quest'anno, ha aperto - sul caso - un'inchiesta.
A Miami, invece, avrebbe avuto a breve inizio il processo a suo carico. Accusato di rapimento con conseguente morte, violenza domestica e omicidio di una cittadina americana all'estero, rischiava la pena di morte. Cosa succederà adesso è da chiarire.
La storia di Ana Maria Henao riporta alla mente quella di Sargonia Dankha, scomparsa in Svezia nel 1995. Dopo 28 anni, un 73enne italiano è stato condannato all'ergastolo per omicidio: avrebbe ucciso la 21enne, con cui all'epoca era fidanzato, perché non accettava che volesse lasciarlo. Il suo corpo non è mai stato trovato.