John Bolton è uno dei personaggi più controversi e influenti della politica estera statunitense degli ultimi decenni. Avvocato, diplomatico, commentatore politico e consigliere per la sicurezza nazionale durante l’amministrazione Trump, Bolton è noto per le sue posizioni “falco” in politica estera, la sua retorica senza compromessi e una lunga carriera ai vertici delle istituzioni americane. Ma chi è davvero John Bolton? Ecco un approfondimento sulla sua biografia, la vita privata e la carriera.
John Robert Bolton nasce il 20 novembre 1948 a Baltimora, nel Maryland, in una famiglia della classe operaia: il padre Edward Jackson “Jack” Bolton era un vigile del fuoco, la madre Virginia Clara Godfrey una casalinga. Cresciuto nel quartiere popolare di Yale Heights, Bolton si distingue fin da giovane per brillantezza e ambizione. Ottiene una borsa di studio per la prestigiosa McDonogh School di Owings Mills, dove si diploma nel 1966, e già da studente si impegna nella politica, guidando la campagna “Students for Goldwater” nel 1964.
Dopo il liceo, Bolton frequenta Yale University, dove si laurea in Scienze Politiche con il massimo dei voti (summa cum laude) nel 1970. Prosegue gli studi a Yale Law School, dove ottiene il titolo di Juris Doctor nel 1974. Durante gli anni a Yale, condivide lezioni e amicizie con futuri protagonisti della politica americana come Clarence Thomas, Bill e Hillary Clinton.
Bolton non ha mai nascosto le sue idee conservatrici: già negli anni universitari si schiera a favore dell’intervento americano in Vietnam, pur riuscendo a evitare il servizio attivo grazie all’arruolamento nella riserva dell’esercito.
La vita privata di John Bolton è sempre stata piuttosto riservata. Dopo un primo matrimonio con Christine Bolton, terminato con il divorzio nel 1983, Bolton si è risposato nel 1986 con Gretchen Smith Bolton, esperta di finanza e attiva nel settore bancario. La coppia ha una figlia, Jennifer Bolton. La famiglia risiede a Bethesda, nel Maryland, nei pressi di Washington D.C.
Nonostante la notorietà, Bolton ha sempre mantenuto un basso profilo sulla sfera familiare, preferendo concentrare l’attenzione pubblica sulle sue attività politiche e istituzionali. Gretchen Smith Bolton è nota per il suo impegno nel mondo della finanza e della filantropia, mentre la figlia Jennifer è rimasta lontana dai riflettori.
Dopo la laurea in legge, Bolton inizia la carriera in uno studio legale, ma ben presto si avvicina al mondo politico. La svolta arriva negli anni ’80, quando ottiene incarichi intermedi al Dipartimento di Giustizia, al Dipartimento di Stato e all’Agenzia per lo Sviluppo Internazionale (USAID) durante le amministrazioni Reagan e Bush padre. Già in questi anni si distingue per la linea dura e la vicinanza alle posizioni neoconservatrici.
Con l’arrivo di George W. Bush alla Casa Bianca, Bolton viene nominato Sottosegretario di Stato per il Controllo delle Armi e gli Affari di Sicurezza Internazionale (2001-2005), ruolo in cui si occupa in particolare di minacce nucleari e di proliferazione delle armi di distruzione di massa. Sostenitore convinto della guerra in Iraq, Bolton diventa una delle voci più autorevoli dell’amministrazione nella giustificazione dell’intervento militare contro Saddam Hussein.
Nel 2005 Bush lo nomina ambasciatore degli Stati Uniti alle Nazioni Unite, ma la sua nomina avviene tramite “recess appointment” (nomina temporanea senza conferma del Senato), a causa delle forti resistenze politiche. Durante il suo mandato all’ONU (2005-2006), Bolton si fa notare per la critica all’inefficacia dell’organizzazione e per il sostegno a sanzioni dure contro la Corea del Nord.
Dopo essere stato commentatore per Fox News e senior fellow dell’American Enterprise Institute, Bolton torna a un ruolo di primo piano nel 2018, quando Donald Trump lo nomina Consigliere per la Sicurezza Nazionale. In questo incarico, Bolton spinge per una politica estera aggressiva, promuovendo il ritiro degli Stati Uniti dall’accordo sul nucleare iraniano e sostenendo posizioni dure su Corea del Nord, Venezuela, Siria e Cuba.
Il rapporto con Trump è però segnato da profonde divergenze, soprattutto su Russia, Corea del Nord e il ritiro delle truppe americane dal Medio Oriente. Nel settembre 2019, Bolton lascia l’incarico: Trump sostiene di averlo licenziato, mentre Bolton afferma di aver dato le dimissioni. Il divorzio tra i due si fa ancora più evidente durante l’impeachment di Trump, quando Bolton pubblica il libro “The Room Where It Happened”, in cui racconta retroscena e divergenze con l’ex presidente.
Dopo l’esperienza alla Casa Bianca, Bolton è tornato a essere un autorevole commentatore e analista di politica estera, spesso ospite di Fox News e altre testate. Le sue posizioni restano marcatamente conservatrici, con un approccio “falco” che privilegia l’uso della forza militare e il primato degli interessi americani. Nel dibattito pubblico, Bolton è noto per la schiettezza e per la critica sia agli avversari democratici sia ai repubblicani che giudica troppo moderati.