Mirko Frezza, oggi noto al grande pubblico come attore e concorrente dell’Isola dei Famosi 2025, ha alle spalle una storia personale segnata da un passato difficile, caratterizzato da criminalità, dipendenze e una lunga esperienza in carcere.
La sua vicenda è emblematica di come il contesto sociale e familiare possa influenzare profondamente le scelte di un giovane, ma anche di come sia possibile riscattarsi e costruire una nuova vita.
Nato a Roma nel 1973, Mirko Frezza è cresciuto nel quartiere periferico di Tor Cervara, un ambiente segnato dalla microcriminalità e dall’assenza delle istituzioni.
Il padre, già pregiudicato, e la madre sono stati entrambi in carcere quando Mirko era ancora molto giovane, lasciando il ragazzo a confrontarsi con una realtà dura e priva di punti di riferimento solidi. In questo contesto, Mirko si è avvicinato presto al mondo della criminalità, compiendo piccoli reati già in adolescenza.
La prima esperienza con il carcere avviene quando Mirko ha appena 17 anni, proprio alla vigilia della partenza per il servizio militare, che avrebbe voluto intraprendere per cambiare vita.
Viene arrestato per un piccolo reato e portato a Regina Coeli, segnando così l’inizio di un percorso che lo vedrà entrare e uscire dal carcere più volte. Sentendosi etichettato come “deviato” dalle istituzioni, Mirko si convince di non avere alternative e si lascia trascinare ancora di più nel microcosmo criminale del suo quartiere.
L’episodio che segna definitivamente la sua vita è la condanna a otto anni di carcere per spaccio di droga e altri atti di microcriminalità. Questi anni rappresentano un periodo buio e doloroso, che Mirko stesso non ricorda con piacere e di cui non va orgoglioso. Come ha raccontato in diverse interviste, la scelta di “far parte di qualcosa”, il bisogno di appartenenza e la mancanza di alternative lo hanno spinto verso attività illegali che lo hanno segnato profondamente.
“Ho fatto parte di qualcosa che mi ha portato a cose che mi hanno segnato per sempre, di cui non vado orgoglioso”.
Durante la detenzione, Mirko riflette sul proprio percorso e inizia a maturare il desiderio di cambiare vita, anche grazie all’incontro con la moglie Vittoria, che lui stesso definisce “l’angelo” che lo ha salvato e trascinato fuori da quel micro-mondo.
Dopo aver scontato la pena, Mirko Frezza decide di voltare pagina. Si trasferisce in Umbria, dove affronta e supera le dipendenze che avevano accompagnato il suo passato. Inizia a dedicarsi all’attivismo sociale, impegnandosi nella riqualificazione delle periferie romane attraverso il comitato di quartiere Casale Caletto, di cui diventa presidente. Il suo obiettivo è aiutare chi, come lui, si trova a vivere in contesti difficili e rischia di percorrere la stessa strada.
Il cambiamento definitivo arriva quasi per caso, quando viene notato da Alessandro Borghi e inizia a lavorare come stuntman e poi come attore. Il film “Il più grande sogno” (2016), in cui interpreta se stesso, racconta proprio la sua storia di riscatto dalla criminalità al cinema. Da allora, Mirko Frezza ha preso parte a numerosi film e serie televisive, diventando un esempio concreto di rinascita e impegno sociale.