13 May, 2025 - 11:17

Da Londra all'Italia, le origini di Shel Shapiro: dove vive ora il cantautore e chi sono i genitori?

Da Londra all'Italia, le origini di Shel Shapiro: dove vive ora il cantautore e chi sono i genitori?

Dietro le lenti scure e l’aria da rocker fascinoso, affascinante e senza età, Shel Shapiro nasconde una storia degna di un romanzo epico generazionale. Non solo musica e palchi, ma radici antiche, fughe storiche, viaggi da un continente all’altro e un’identità costruita pezzo dopo pezzo tra Londra, Roma e il profondo del suo cuore errante.

Potrebbe quasi essere uno zingaro intrigante al pari dell'Esmeralda di "Notre-Dame de Paris" di Hugo, invece Norman David Shapiro è nato nella piovosa Londra, figlio di una diaspora ebreo-russa, oggi è italiano d’adozione e ligure per scelta, con il mare di Loano a fargli da colonna sonora quotidiana. Ma per capire chi è davvero Shel Shapiro - oltre l’immagine, oltre il microfono - bisogna scavare in profondità, nella sua infanzia londinese, nei merletti del padre, nelle fughe della sua famiglia dai pogrom russi.

Un uomo con mille vite, forse troppe da contenere in una sola biografia. Ma eccoci qui, a provarci.

Radici russe e fuga da Nicola II: la famiglia Shapiro

Shel Shapiro non è nato artista o, meglio, è nato in una famiglia di artisti, "musicisti" ha specificato lui stesso. Se dei genitori non sappiamo quasi nulla, dei su. Ma è anche vero che a fargli da ninna nanna sono state le bombe, piovute su Londra, il 16 agosto 1943, mentre l’Europa era dilaniata dalla Seconda Guerra Mondiale. Eppure, la sua storia inizia ancora prima, ai tempi dello zar Nicola II. I suoi nonni, ebrei russi, vivevano nella Russia pre-rivoluzionaria, dove la vita era appesa ai capricci delle leggi antisemite.

Grazie al talento del nonno Salomon, esperto pellicciaio e grandioso suonatore di corno per lo zar in persona, la famiglia Shapiro ottenne un prezioso lasciapassare per la Gran Bretagna. Così, da una Russia ostile e incandescente, approdarono nell’Inghilterra fredda ma accogliente. E Londra divenne casa, almeno per un po’.

Il padre di Shel seguì le orme del nonno e aprì un’attività artigianale: realizzava merletti boemi che Shel, da ragazzino, vendeva porta a porta. Altro che tour mondiali e fan urlanti: il futuro cantante iniziò la sua vita professionale bussando alle porte con una valigetta piena di pizzi.

Dalla medicina ai matrimoni ebraici: i primi passi nel rock

La musica, per Shel, arriva come un’infezione felice. Studiava medicina, lavorava in un grande magazzino di Piccadilly per pagarsi gli studi, e la sera suonava nei matrimoni ebraici, dove il R&B era più sacro della Torah.

Ma la svolta vera arriva quando forma il Shel Carson Combo, primo embrione di quelli che sarebbero stati i futuri (e stupefacenti) Rokes. E da lì, il viaggio prende un’altra direzione: nel 1963 sbarca in Italia con la band, accompagnando la giovanissima star Rita Pavone in tour. Doveva essere solo una tappa, ma il Belpaese è diventata una vita, regalandogli anche il suo più grande amore: Maria Lina Carreri.

Milano lo accoglie come una capitale un po’ grigia - neppure troppo diversa dalla città di Buckingham Palace, anche se più piccola - e piena di promesse. Roma, invece, gli spalanca le porte del Piper Club e un esercito di fan adolescenti. I Rokes diventano il simbolo del beat italiano, tra chitarre sferzanti e chiome alla Beatles. Con "Che colpa abbiamo noi", del 1966, il gruppo sfonda definitivamente e diventa parte della rivoluzione culturale dell’epoca.

Shel, con la sua voce roca e lo sguardo tagliente, è la risposta italiana al ribellismo anglosassone. Poi, però, la vita sembra volerlo riportare in giro per il mondo come un disperato Odisseo in cerca della sua casa.

Il ritorno al mare: dove vive oggi Shel Shapiro

Dopo aver conquistato i palchi italiani con i Rokes, il gruppo si scioglie. Così, armato di bei ricordi e di una solida carriera musicale Shel riparte alla volta del continente americano. Sono gli anni '80 e il mitico cantautore si destreggia tra Miami, Mexico City e New York, con qualche rientro a Milano, producendo alcuni degli artisti latini più famosi del momento.

Poi, sembra che la luminosa stella del cantante si offuschi, portandolo a un silenzio dalle scene per ben 17 anni. Fase - per fortuna - che culmina in uno splendido album solista dal titolo "Per amore della  musica" e che riconquista le vette delle classifiche italiane. 

Gli anni '90, più precisamente dal 1993 al 1998, si caratterizzano per un intenso lavorio mentale. Anni di riflessione che segnano il suo "periodo francese" e Shel si divide tra Italia e Provenza. Almeno, fino al definitivo trasferimento nel Belpaese e nel 1992 mette in scena a Milano una commedia musical rock: "BACKSTAGE: il grande sogno".

Una vita talmente piena che basta e avanza: "Per fortuna o per peccato, non me ne rendo conto", ha detto qualche tempo fa, parlando della sua vita da romanzo, come se le emozioni forti gli scorressero addosso con la stessa grazia con cui suona la chitarra. Ma che fine ha fatto oggi il cantante? Da oltre vent’anni vive a Loano, in provincia di Savona, dove ha trovato una dimensione più raccolta, meno frenetica, forse più vicina a una pace interiore conquistata a fatica.

A Loano, infatti, Shel ha messo radici. È lì che si dedica alle sue passioni: la scrittura, il teatro musicale, le iniziative solidali. Ha trasformato il dolore privato - come la perdita tragica della moglie Mariolina Carreri nel 1992 - in una forza creativa nuova. Da quell'"Arrivai in Italia quasi come un profugo" alla sua casa per sempre.

Lo "zio" del beat italiano ha ancora molto da dire

E tra una passeggiata sulla spiaggia, ospitate in tv e concerti Shel Shapiro si dà ancora da fare. Sì, perché il cantautore non è finito. Anzi, è più vivo che mai. Ha raccontato la sua storia nei teatri, con spettacoli dove mescola musica, ricordi e impegno civile. In un’epoca in cui la nostalgia è di moda, lui la rifiuta con eleganza: "Meglio l’autoironia che la malinconia", ripete spesso.

La voce è la stessa: profonda, potente, sfacciata. Quella di un uomo che ha attraversato il secolo a cavallo di una Fender Stratocaster, con una valigia piena di esperienze e il cuore ancora pieno di rivoluzione.

Da Londra a Loano, passando per la Russia degli zar, i pizzi boemi e la Milano beat: Shel Shapiro è un pezzo di storia vivente, che ha saputo reinventarsi senza mai tradire se stesso. E oggi, più che mai, continua a regalarci verità - a volte dure, sempre lucide - in un mondo che ne ha disperatamente bisogno.

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