Spoiler? Solo quelli che ti servono per dire “ok, ora devo guardarla”.
Allora, cari lettori, tenetevi forti: il 24 aprile è uscita su Netflix la quinta stagione di You e… sì, è proprio l’ultima. La fine definitiva (pare), quella che aspettavamo con il fiato sospeso da quando Joe ci ha fatto compagnia tra librerie indie, vetrine borghesi e omicidi romantici. Insomma, ci siamo: il cerchio si chiude. E lo fa con stile.
Dove poteva chiudersi il cerchio se non lì dove tutto era cominciato? Eh già, Joe è tornato a New York, quella New York letteraria e un po’ hipster dove aveva incontrato Beck, spiato mezzo quartiere e iniziato la sua brillante carriera da… stalker-omicida. Ma tranquilla, ora è tutto diverso (forse).
Joe vive con Kate Lockwood, che nel frattempo ha scalato il mondo del business come una vera power woman, e si prende cura del piccolo Henry, cercando di sembrare un padre modello. Un quadretto quasi normale. Ma dai, sappiamo tutti che con Joe la normalità dura meno di un filtro su Instagram. Infatti, ecco spuntare Bronte, una scrittrice affascinante e un po’ misteriosa che -ovviamente - lavora nella libreria Mooney’s. E se già stavate pensando “hmm, strano che una sconosciuta arrivi propri lì”, hai ragione. Perché Bronte ha un segreto che rischia di far esplodere tutta la (finta) tranquillità di Joe.
E qui arriva il twist da applausi: Bronte non è affatto chi dice di essere. In realtà si chiama Louise Flannery e ha una missione ben precisa – smascherare il nostro caro Joe e tutti i suoi scheletri (reali) nell’armadio. Altro che ragazza misteriosa: è una vendicatrice con stile e cervello da vendere. Con l’aiuto di un gruppo di super investigatori digitali (pensate a un mix tra hacker etici e fan sfegatati del true crime) Louise riesce ad organizzare un piano per smascherare tutto. E… sorpresa: ci riescono. Lo filmano mentre fa l’ennesimo “piccolo errore mortale” e il nostro Joe finisce finalmente dove dovrebbe stare da almeno quattro stagioni: in prigione. A vita.
Sempre lui, sempre magnetico. Con quello sguardo da “so di essere disturbante, ma ammettilo: ti mancherò”. Regge il personaggio come solo lui sa fare, con un mix di fascino e inquietudine che ormai è il suo marchio di fabbrica. Ma non è certo l’unico a brillare: Charlotte Ritchie è perfetta nei panni di Kate Lockwood, glaciale e sofisticata come un martini dry alle 19.00; mentre Madeline Brewer ci regala una Bronte/Louise intensa, ambigua e magnetica.
E poi abbiamo:
In due parole? Emozionante e conclusiva. Ma con il classico pugno nello stomaco firmato Joe Goldberg. La quinta stagione è una vera corsa sulle montagne russe: momenti di tensione da far sudare le mani, rivelazioni shock e quel senso di fine imminente che si respira in ogni scena.
Alcuni fan gridano al capolavoro: finalmente Joe riceve ciò che merita, senza sconti, senza romanticismi tossici. È la resa dei conti che aspettavamo da cinque stagioni intere. Altri, invece, hanno sentito la mancanza di quell’ironia acida e quella vena satirica che rendevano You così diversa da tutto il resto. Qui il tono è più serio, più definitivo, quasi filosofico. Ma hey, non si può chiudere il sipario con leggerezza dopo tutta quella scia di sangue, giusto?
E quindi ,vale la pena guardarla? Assolutamente sì, soprattutto se hai seguito Joe fin dal primo “Ciao, ho solo hackerato il tuo telefono per amore”. Ti lascia con un misto di sollievo e malinconia. Tipo quando finisce una relazione tossica: era ora, ma un po’ ti mancherà. In conclusione Se ti piacciono le serie cupe ma eleganti, con protagonisti che ti fanno dire “oddio ma perché mi affascini così tanto?”, allora You è stata sicuramente una delle tue ossessioni preferite.
E questa quinta stagione… beh, chiude tutto con il botto. Ma un botto elegante, tipo fuochi d’artificio sopra Manhattan a Capodanno. L’ultimo episodio è un sorso di verità amara, ma servita in un calice di storytelling curato, visivamente potente e moralmente spietato. Joe Goldberg ha finalmente il destino che si merita, e noi spettatrici possiamo respirare. Forse.
Voi l’avete già vista? Parliamone! Io intanto vado a mettere una serratura nuova alla porta, che con Joe in giro non si sa mai…
A cura di Nicoletta Urbinati