Prima di diventare l'uomo da sogno dei film streaming più caldi di Netflix, Michele Morrone era solo un bambino di Bitonto (Bari), con le mani morse dall'affetto di una mamma e il silenzio di un padre che lavorava tantissimo.
Loro sono Anna Parisi e Natale Morrone, i genitori che lo hanno accompagnato da ragazzino a Melegnano, il paesino in provincia di Milano dove si sono trasferiti subito dopo la sua nascita, insieme alle altre tre figlie più grandi.
Il padre è scomparso quando l'attore aveva solo 12 anni. A portarlo via, una grave malattia.
Suo padre, Natale Morrone (1945), era muratore dedito al lavoro. Si alzava all'alba, tornava la sera tardi. Mentre sua madre, Anna Parisi (1955), non lavorava, ma accudiva con amore i suoi figli, fino alla malattia del marito, che l'ha spinta ad adoperarsi per poter mantenere il resto della famiglia.
I suoi genitori sono sempre stati due persone semplici, non hanno goduto dell'istruzione a scolastica, non erano abituati a contesti particolarmente colti, né alle dimostrazioni d'affetto plateali.
Ne parla così nell'intervista a One More Time.
Il padre, nato nel 1945, muore quando Michele ha solo 12 anni, a causa dell'Alzheimer.
Di seguito il video dell'intervista integrale:
La lotta è durata tre anni a partire dalla diagnosi, prima della sua scomparsa.
Suo padre era un tipo pragmatico, un uomo semplice, che credeva nel senso del lavoro, della fatica e nella manualità della professione. Per questo, Michele racconta di non aver mai avuto neanche l'occasione di raccontargli la sua passione per il cinema: probabilmente non avrebbe capito.
Non era più autonomo, Natale Morrone, e aveva bisogno di un supporto da parte della famiglia. Anche le sorelle, abbastanza grandi, cominciavano a dare il loro contributo. Michele però non poteva, era ancora troppo piccolo per dare una mano.
A garantire il minimo della stabilità in famiglia c'è sempre stata mamma Anna. Ha iniziato a lavorare solo quando si è ammalato suo marito e si è cimentata in diversi tipi di occupazione: era attiva nelle mense, faceva lavori di riparazione in casa per la gente del paese, è sempre stata un'ottima sarta e cercava di arrotondare, come poteva, per crescere i suoi figli.
Racconta teneramente nella stessa intervista, ricordando la tenera età e le manifestazioni d'affetto ricevute da Anna.
Il peso della malattia del padre e dei soldi che mancavano in casa Michele ha iniziato a sentirlo per lo più in età adulta.
Sua madre cercava di non allarmarlo mai, di rassicurarlo. Gli faceva dei regali, gli dava delle piccole soddisfazioni, mentre lui si rendeva conto delle difficoltà solo se parlava o si confrontava con i suoi compagni di scuola. Anna provava a non fargli mai mancare nulla.