Nell'intervista rilasciata ieri a Belve, Michele Morrone ha espresso forti critiche verso l'industria cinematografica italiana. Ha descritto il settore come un "circoletto" dominato da attori "sinistroidi" e ha dichiarato: "Bisogna essere un po’ sinistroidi, con le boiserie anche nel cu**o per essere riconosciuti come attori in Italia".
Ma non è finita qui. Questa mattina l'attore ha voluto precisare ancora meglio cosa intende dire e con chi ce l'ha. Lo ha fatto pubblicando due stories su Instagram molto esplicative. Scopriamo cos'ha scritto.
Innanzitutto ecco gli screenshot delle stories dell'attore, pubblicate circa un'ora fa sul suo profilo Instagram ufficiale:
Beh, che dire, Michele Morrone non le ha certo mandate a dire.
Non ha fatto nomi, è vero, ma è logico pensare che possa riferirsi a Luca Marinelli, protagonista di M, il figlio del secolo. L'attore infatti fece scalpore quando dichiarò di aver "sofferto" per aver dovuto interpretare Mussolini e di essere stato costretto a dare spiegazioni anche a sua nonna, per tranquillizzarla su questa scelta.
Con tutta probabilità quando parla di "morale di sinistra dopo aver preso un David di Donatello" (del quale ieri sera durante l'intervista ha detto chiaramente di non fregarsene nulla) Michele Morrone si riferisce a Elio Germano.
Quest'ultimo, dopo la premiazione, si è lasciato andare a un discorso prettamente politico, dedicando la vittoria "a tutte le persone che lottano" per una società più giusta.
Citando la Costituzione, ha rivendicato con forza la "parità di dignità" tra le persone, declinandola in termini economici, sociali, razziali e politici. Ha anche affermato che "un palestinese ha la stessa dignità di un israeliano". Infine ha sottolineato come la democrazia italiana sia figlia delle lotte del movimento operaio, studentesco e femminista, e ha ringraziato il regista Andrea Segre per aver portato sullo schermo una storia così importante, necessaria per comprendere il presente.
E che dire della frase: "Che se non hai studiato alla Silvio d'Amico o al Centro sperimentale non sei nessuno", cosa vuole dire Morrone con queste parole?
L'attore critica ferocemente questa mentalità che, a suo dire, svaluta gli attori che non provengono da un ristrettissimo circolo di scuole d'élite, nonostante la preparazione e lo studio possano effettivamente essere portati avanti anche grazie ad altri percorsi.
È una critica a un sistema che potrebbe dare troppo peso al "pedigree" formativo piuttosto che alle capacità effettive.
Alla fine delle stories l'invito (provocatorio) a candidarsi in politica piuttosto che continuare a fare gli attori. Almeno in questo modo avrebbero la possibilità di cambiare davvero il Paese.
Il tutto condito dal sottofondo di Bella Ciao.
Michele Morrone sarà protagonista del thriller Lionsgate "The Housemaid". Il film è la seconda collaborazione con il regista Paul Feig dopo Un Altro Piccolo favore.
L'attore italiano si unisce a un cast di primo piano che comprende Sydney Sweeney, Amanda Seyfried e Brandon Sklenar.
La pellicola, adattamento del romanzo di Freida McFadden, racconta la storia di una giovane domestica (Sweeney) che, assunta da una facoltosa coppia (Seyfried e Sklenar), scopre che i segreti di famiglia sono ben più pericolosi dei suoi.
Morrone interpreterà Enzo, il giardiniere, che lui definisce come un tipo strano. Il film debutterà a Natale 2025.
L'attore è atteso anche in altri progetti internazionali come "Bunny-Man" e "Maserati: The Brothers", quest'ultimo al fianco di star come Anthony Hopkins.