Un duplice omicidio rimasto irrisolto per 16 anni, che ha profondamente segnato l'opinione pubblica svedese, entrando nella memoria collettiva, come accaduto in Italia - tra i tanti - con il delitto di Garlasco, tornato di recente alla ribalta della cronaca.
È questa la vicenda da cui trae ispirazione la serie "The Breakthrough - La prova", disponibile su Netflix. Un caso dai contorni inquietanti, che ha conosciuto una svolta solo grazie a un'innovativa tecnica investigativa. Per comprenderne la portata, dobbiamo fare un passo indietro nel tempo.
È la mattina del 19 ottobre 2004 quando, nel centro di Linköping, cittadina della Svezia meridionale, il piccolo Mohammed Ammouri, di 8 anni, viene accoltellato mentre si sta recando a scuola. Una donna, testimone dell'aggressione, interviene d'istinto per aiutarlo: si tratta di Anna-Lena Svensson, 56 anni. Anche lei viene uccisa.
Tra i due non c'è alcun legame. Né sembra esserci un movente, qualcosa che possa spiegare la brutalità dell'attacco. Le indagini partono subito serrate: in breve tempo, grazie all'enorme dispiego di forze, vengono raccolti campioni biologici, ascoltati testimoni e analizzati i filmati delle telecamere presenti nella zona. Tuttavia, nessuno degli elementi acquisiti si rivela decisivo.
Con il passare del tempo, il caso diventa uno dei più discussi della cronaca svedese. La svolta arriva solo nel 2020, grazie a un nuovo approccio investigativo basato sull'analisi del Dna e sulle tecniche della genealogia forense. Metodo che permette agli esperti di ricostruire l'albero familiare del killer partendo dalle tracce rinvenute sulla scena del crimine, inclusi alcuni capelli.
Il nome a cui si arriva è quello di Daniel Nyqvist, allora 37enne. L'uomo, incensurato, confessa immediatamente di essere l'autore dei due omicidi, spiegando di aver agito spinto dalle "voci che sentiva nella testa". Viene arrestato e, nonostante le sue condizioni psichiatriche, processato e riconosciuto colpevole.
La serie "The Breakthrough - La prova" - composta da quattro episodi - si ispira alla storia di Nyqvist e a quella delle sue vittime innocenti. Diretta da Lisa Siwe e interpretata da Peter Eggers e Mattias Nordkvist, mette in scena non solo l'indagine, ma anche - e soprattutto - le profonde conseguenze emotive del crimine sulle persone coinvolte.
Accolta con grande interesse dal pubblico, ha suscitato ampi dibattiti online, analogamente a quanto accaduto di recente con "Adolescence", altra produzione Netflix che, partendo da un omicidio, esplora il tema della violenza tra gli adolescenti e il ruolo - spesso assente o inefficace - degli adulti e della famiglia.
Il trailer ufficiale della serie tv "The Breakthrough", disponibile su Netflix, pubblicato sulla piattaforma YouTube.
Il delitto di Linköping, rimasto a lungo senza un colpevole e poi risolto grazie alla scienza, richiama alla mente diversi casi italiani. Su tutti, quello di Yara Gambirasio, per cui è stato condannato - dopo lunghe analisi genetiche e ricerche genealogiche su larga scala - Massimo Giuseppe Bossetti.
All'uomo, che ha sempre proclamato la propria innocenza, è stato attribuito il profilo biologico corrispondente a quello rinvenuto sugli abiti della vittima, noto come "Ignoto 1". Un precedente che, oggi, torna d'attualità. Anche il caso di Garlasco, infatti, a distanza di anni, è finito sotto i riflettori grazie all'utilizzo delle più moderne tecnologie forensi.
Al momento è indagato Andrea Sempio, amico di lunga data del fratello di Chiara Poggi. Secondo gli inquirenti, a lui apparterrebbero sia una traccia di Dna trovata sotto le unghie della giovane, sia un'impronta rilevata sul muro delle scale dove il suo cadavere fu ritrovato il 13 agosto del 2007. Le indagini sono tuttora in corso: si attendono sviluppi.